Virus, «bassa criticità» ma risale in Lombardia
Contagi sotto controllo dopo le riaperture, in alcune zone diffusione «rilevante»
Gli effetti della prima settimana delle riaperture partite lo scorso 18 maggio non hanno per ora fatto rialzare la testa al virus che però circola in tutta Italia, in alcune zone in modo «rilevante» come spiega l’ultimo monitoraggio ministero Salute-Iss relativo alla settimana 1-7 giugno. «Complessivamente - spiega l’ultimo report pubblicato ieri - il quadro generale dell’impatto dell’infezione da SarsCov2 in Italia rimane a bassa criticità». «Tuttavia - aggiunge il report -, persistono in alcune realtà regionali un numero di nuovi casi segnalati ogni settimana elevati seppur in diminuzione e in alcune parti del Paese la circolazione di SarsCov2 è ancora rilevante » . A confermarlo sono proprio gli ultimi dati diffusi ieri dalla Protezione civile con i contagi che in Italia risalgono con un incremento di 393 casi (379 il giorno prima) e di questi il 70% è in Lombardia con 272 contagiati in più (252) e 31 decessi (25 giovedì).
Insomma il virus ancora non si ferma, l’epidemia non è finita. «In quasi tutta la Penisola - si legge ancora nel report - sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio.» Con molti dei casi notificati che verosimilmente hanno contratto l'infezione due, tre settimane prima, ovvero tra la prima e seconda fase di riapertura ( cioè tra l' 11 e il 25 maggio) » .
Le regioni monitorate sono tutte con l’indice di trasmissibilità Rt sotto l’1. In testa con zero contagi resta la Basilicata mentre in coda c’è la Puglia con un Rt a 0,94 contro lo 0,78 della settimana precedente (25-31 maggio), seguita dal Lazio a 0,93 contro lo 0,75 e la Lombardia con lo 0,9 (0,91). Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, tranquillizza. La situazione epidemiologica, spiega, «continua a migliorare e l’incidenza di Covid è in diminuzione pressoché in tutte le regioni » . « Naturalmente - però avverte - il virus continua a circolare anche se a bassa intensità, per cui non si può escludere l’occorrenza di possibili focolai». E le autorità, ha aggiunto, «devono intervenire prontamente per contenerli».
Dalla Lombardia ieri sono arrivati primi dati significativi sulla diffusione del Covid che dicono di un lombardo su quattro contagiato: finora sono stati eseguiti 264.024 test sierologici in Lombardia e sui 161.695 cittadini testati il 25.6% è risultato positivo, mentre sui 102.329 operatori testati la percentuale scende al 12.6%.
In attesa che la App Immuni scatti in tutto il Paese da lunedì, arrivano i primi alert su casi positivi: in Liguria, una delle quattro Regioni che stanno testando l’applicazione, ieri si è verificato lo sblocco dei primi tre codici dell’app su tre soggetti trovati positivi.