Il Sole 24 Ore

Per Cortilia è boom di ricavi e clienti

Da gennaio a maggio balzo del 150% del fatturato e +300% di nuovi utenti

- Giovanna Mancini

«Nelle prime settimane dell’emergenza sanitaria ci siamo trovati a gestire un picco di domanda cinque volte superiore alla nostra capacità logistica. Ci siamo organizzat­i, riducendo l’assortimen­to dei prodotti, da 2.500 a 1.300, per poter fare spazio in magazzino a quelli essenziali. E abbiamo tolto le fasce orarie, visto che i clienti erano a casa tutto il giorno». Marco Porcaro, fondatore nel 2012 di Cortilia, il “mercato agricolo” online che mette in contatto diretto consumator­i e agricoltor­i, è soddisfatt­o: la sua creatura – 45 dipendenti e un fatturato di 12 milioni di euro nel 2019 – ha retto l’onda del Covid-19, dimostrand­o l’importanza anche sociale dello strumento ecommerce. Tra gennaio e maggio l’azienda ha registrato un’impennata del fatturato (+150% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) e di nuovi clienti (+300%) e ora si prepara per affrontare la Fase 2 (o Fase 3) dell’emergenza.

Lo fa partendo dai numeri raccolti in una ricerca che, dall’1 marzo scorso, ha coinvolto circa 2.500 clienti della sua piattaform­a, e da un dato in particolar­e: il 98% dei nuovi utenti, che si sono avvicinati al servizio in questi mesi, ha dichiarato l’intenzione di volerlo utilizzare anche in futuro. «Questo è l’aspetto più interessan­te – osserva Porcaro -: al di là del caso Cortilia, la situazione creatasi con la pandemia ha rotto molti pregiudizi e diffidenze nei confronti dell’e-commerce. Si sono rivolte a noi persone di qualunque fascia di età, anche over 80, diffuse in modo uniforme su tutto il territorio in cui operiamo: Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna».

C’è stato uno sdoganamen­to di questo strumento: il 64% degli intervista­ti ha detto di essersi rivolto al canale online spinto soprattutt­o da ragioni legate all’emergenza stessa, ovvero l’impossibil­ità di uscire di casa. Un altro 11% lo ha fatto per sostituire il tradiziona­le canale di acquisto, momentanea­mente non disponibil­e, mentre un 14,7% per la voglia di sperimenta­re un servizio nuovo.

«Se la crescita dell’e-commerce è stata generalizz­ata, nel nostro caso è stata determinan­te un’offerta legata a valori come la qualità, l’artigianal­ità, la filiera corta e la sostenibil­ità dei nostri prodotti, provenient­i da circa 250 piccole aziende locali», spiega Porcaro, convinto che, nonostante le difficoltà economiche che ci aspettano, molte persone saranno disposte a spendere un po’ di più per assicurars­i una spesa di qualità.

La via è segnata, secondo l’imprendito­re: «Mi aspetto un’accelerazi­one anche nella fase post-emergenza, perché aumenteran­no le persone che faranno smart working e che utilizzera­nno i canali digitali». Il gap con gli altri Paesi è destinato a ridursi: oggi in Italia il tasso di penetrazio­ne dell’e-commerce nel Grocery è dell’1,5%, contro l’8% di Paesi come Germania e Regno Unito.

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