Bruxelles lancia un salvagente alle start up
La Commissione europea ha proposto ieri ai Ventisette un nuovo emendamento agli aiuti di Stato in un contesto economico drammatico provocato dall'epidemia influenzale. In questo caso, l'esecutivo comunitario intende dare nuovi margini di flessibilità ai governi per aiutare le piccole e le piccolissime imprese, tra cui anche le startup, già in difficoltà il 31 dicembre 2019. Spetta ora ai paesi inviare i loro commenti in vista di una decisione finale che dipende da Bruxelles.
«Le micro, piccole e startup devono affrontare sfide specifiche a seguito della crisi del Coronavirus. Ecco perché proponiamo di estendere il quadro temporaneo per consentire agli Stati membri di fornire ulteriore sostegno a queste specifiche aziende. Proponiamo inoltre di introdurre condizioni che forniscano incentivi agli investitori privati per partecipare a ricapitalizzazioni a fianco dello Stato», ha spiegato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.
Si tratta del quarto intervento alle regole comunitarie sugli aiuti di Stato proposto dalla Commissione europea in questi mesi. Un primo intervento risale al 19 marzo, introducendo flessibilità a tappeto nel sostegno pubblico. Successivamente, in aprile Bruxelles si è concentrata sulla ricerca medico-scientifica. Infine, in maggio, ha liberalizzato eventuali ricapitalizzazioni e nazionalizzazioni. L'obiettivo è sempre di permettere allo Stato di sostenere il tessuto economico.
A differenza che nel quadro temporaneo, Bruxelles vuole consentire l'aiuto ad aziende piccolissime anche se già in difficoltà prima del 31 dicembre 2019. Questo perché le imprese micro o le startup spesso hanno una presenza solo nazionale e quindi l'effetto distorsivo dell'aiuto pubblico sul mercato interno sarebbe limitato. Infine, la Commissione propone anche di modificare l'intervento di maggio, alleggerendo le condizioni di una ricapitalizzazione nel caso allo Stato si associno investitori privati.