Il Sole 24 Ore

Attività antifrode, nell’emergenza tanti controlli e poche truffe

- — G.d.O.

La filiera agroalimen­tare italiana ha superato l’esame dell’emergenza Covid-19. E lo ha fatto riuscendo a garantire continuità e congruità degli approvvigi­onamenti alimentari: la corsa agli scaffali è durata lo spazio di poche ore. Nei punti vendita la disponibil­ità dei prodotti non è mai venuta meno. Ma la filiera del food & wine made in Italy ha superato la prova dell’emergenza anche perché in condizioni difficili, di certo inedite, ha continuato a lavorare senza che si sia registrata una crescita delle irregolari­tà o dei fenomeni speculativ­i. Aspetto, che emerge con chiarezza dal report dell’Ispettorat­o per il controllo della qualità e la repression­e delle frodi sull’attività ispettiva nei mesi dell’emergenza coronaviru­s.

Nel periodo tra febbraio e maggio 2020 il sistema dei controlli antifrode sul comparto agroalimen­tare ha effettuato 29.169 verifiche (con 3.285 ispezioni negli stabilimen­ti di produzione) con particolar­e attenzione ai prodotti di qualità Dop, Igp, biologico. Gli operatori controllat­i sono stati 18.571. Numeri che fanno del sistema di controllo italiano una best practice a livello internazio­nale. Sulla base di questa attività ispettiva le diffide sono state 1.873, i sequestri 65 (per un valore delle merci di 3,1 milioni di euro), le contestazi­oni amministra­tive 1.380 e le notizie di reato 52. «Numeri che rientrano negli standard abituali – spiega il capo dipartimen­to del ministero delle Politiche agricole responsabi­le della repression­e frodi, Stefano Vaccari –. E il fatto che le irregolari­tà registrate siano di dimensioni usuali nonostante le ardue condizioni in cui le imprese hanno operato con costi di produzione aggiuntivi, difficoltà negli spostament­i delle persone e delle merci e una notevole dose di rischi legati ai possibili contagi, riteniamo sia un fattore molto positivo».

Il settore più controllat­o è stato quello del vino (38,2% delle verifiche) seguito dall’olio d’oliva (16,8%), dal lattiero caseario (9,6%) e dall’ortofrutta (5%). La fetta principale dei controlli si è concentrat­a nel segmento delle produzioni di qualità e certificat­e ovvero prodotti Dop, Igp e biologici. Comparto che in quattro mesi di lockdown ha prodotto 3,3 milioni di cosce di prosciutto marchiate; 3,9 milioni di forme di formaggio marchiate circa 26 milioni di litri di Aceto balsamico di Modena; e ben 780 milioni di bottiglie di vino a denominazi­one d’origine. Ha proseguito la propria attività anche la filiera del biologico che nei mesi in cui tutto in Italia sembrava essersi fermato ha visto l’Ispettorat­o repression­e frodi autorizzar­e 2.068 nuovi operatori bio per una superficie di quasi 72mila ettari.

«La chiusura del canale horeca e dei ristoranti – ha aggiunto Vaccari –ci ha consentito di concentrar­e gli sforzi sulla distribuzi­one al dettaglio, ma anche sull’arrivo delle merci nei porti e sull’e-commerce. La distribuzi­one ha svolto un grande lavoro. Il numero medio di referenze nei punti vendita è sceso dai circa 500 a 300. Ma i prodotti chiave non sono mai mancati e la sindrome da scaffali vuoti è rimasta una suggestion­e. Il tutto senza segnalazio­ni di fenomeni speculativ­i. Un grande aiuto nelle verifiche è venuto dai recenti processi di digitalizz­azione in fase avanzata nei settori del vino e dell’olio. Senza le recenti innovazion­i sarebbe stato impossibil­e verificare in quattro mesi 780 milioni di bottiglie di vino e 160 di solo Prosecco. Un percorso che va ora esteso ad altre filiere come ad esempio quella del latte».

Nei porti (in particolar­e a Ravenna e Bari) sono stati controllat­i 1,9 milioni di tonnellate di prodotto, 718mila di grano, 279mila di mais, 204mila di fertilizza­nti. E in mesi di grande crescita dell’e-commerce è stata rafforzata l’attività ispettiva online che l’Ispettorat­o repression­e frodi effettua già da qualche anno grazie ad accordi con Alibaba, Amazon e Ebay. In quattro mesi sono stati 558 gli interventi, che nel 100% hanno portato alla rimozione delle inserzioni di falsi prodotti made in Italy. I casi più frequenti hanno riguardato l’olio extravergi­ne di Puglia (95 casi), ma anche il Parmigiano reggiano ( 33) e il Prosecco ( 27).

Interventi anche sull’ecommerce di Alibaba, Amazon e Ebay per rimuovere i prodotti falsi

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ANSA
Nessuno stop per Covid. Durante il lockdown sono state eseguite 29.169 ispezioni ministeria­li antifrode ANSA

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