Ascopiave, l’M&A per diversificare il business
Il gruppo guarda in particolare al settore idroelettrico e al ciclo idrico. Nella distribuzione del gas il rischio è il ritardo nelle gare sulle concessioni, ma la società dice che la crescita avverrà anche con le acquisizioni
Focalizzarsi e crescere, anche tramite operazioni straordinarie, nella distribuzione del gas. Poi: diversificare l’attività, facendo leva sull’M& A, in altri settori regolati. Soprattutto: nella produzione idroelettrica e nel ciclo idrico. Si tratta, in linea di massima, della strategia di sviluppo di Ascopiave così come risulta dopo l’operazione con Hera.
L’intesa con Hera
Questa, nelle sue linee essenziali, ha comportato dapprima la cessione, da Ascopiave in favore dell’utility emiliana, delle attività di vendita di energia e del gas. Business che, unitamente all’analoga area commerciale di Hera, è confluito in EstEnergy di cui Ascopiave detiene il 48% mentre il rimanente è in mano ad Hera stessa. Quest’ultima, poi, ha venduto al gruppo del Nord Est la sua rete di distribuzione del gas nel Triveneto, consentendo ad Ascopiave di arrivare a circa 775.000 clienti. Dal che risulta il business model indicato sopra. A ben vedere l’impostazione è stata apprezzata da diversi esperti. Il risparmiatore, però, esprime una perplessità.
Il modello di business
L’obiezione è che l’attività della società, attualmente, pare troppo concentrata su di un unico settore. Ascopiave, di cui la “lettera al risparmiatore” ha sentito i vertici, esclude il dubbio. L'utility, ricordando che nella vendita dei sui asset ha massimizzato il loro valore, sottolinea che attraverso la quota in EstEnergy è rimasta esposta al business retail. Una posizione che, nei prossimi sette anni, potrà essere modulata in base alle proprie esigenze grazie all’opzione put che ha proprio sul 48% della stessa EstEnergy. Inoltre la società dice che, a seguito della plusvalenza conseguita di 443 milioni, il gruppo ha le disponibilità per da un lato crescere, attraverso le aste sugli Ambiti territoriali minimi (Atm) o le acquisizioni, nella distribuzione del gas; e, dall’altro, diversificare l’attività in altri business con basso profilo di rischio. Quindi l’utility non vede alcun rischio di concentrazione su un singolo settore.
La diversificazione
Di là da ciò, quali sono le aree cui Ascopiave punta per differenziare l’oggetto sociale? Il gruppo, nel cui radar ci sono diversi comparti ( ad esempio, il fotovoltaico) guarda con maggiore interesse alla generazione idroelettrica e al ciclo idrico. In particolare, visto che nel mondo degli acquedotti le occasioni attualmente non sono così numerose, la scommessa è sulla produzione di Mega Watt con la forza dell’acqua. Tanto che l’utility starebbe attualmente monitorando alcuni asset nel Nord Italia.
In generale, comunque, la diversificazione ( concentrata, per l’appunto, nelle Settentrione) verrà concretizzata o grazie a partnership oppure attraverso acquisizioni. Su quest’ultimo fronte si tratta di operazioni di piccola-media dimensione con ad oggetto realtà che, ad esempio, non hanno la forza finanziaria per gestire l’asset.
La crescita organica
Dalla diversificazione alla crescita organica. Il focus è sulle gare per gli Ambiti minimi territoriali ( Atm). Anche qui Ascopiave, oltre a partecipare individualmente alle aste, è pronto a valutare delle partnership. Ciò detto l’utility in primis è ovviamente interessata agli Atm dove è incumbent: dai distretti di Treviso 1 e 2 a quello di Padova fino a Vicenza 3 e Udine 3. Poi lo sguardo si volge a quegli Ambiti dove, sebbene la società non abbia una quota di mercato superiore al 50%, la sua market share è rilevante. Infine Ascopiave vuole giocarsi le sue carte in altri Atm. Sempre, però, nel Nord Italia. In un business infrastrutturale quale quello della distribuzione del gas, infatti, la contiguità territoriale aiuta a realizzare maggiori sinergie e più ampie economie di scala.
I ritardi delle aste
Tutto rose e fiori, quindi? La realtà è più complessa. Il risparmiatore esprime una preoccupazione. L’andamento dell’avvio delle gare per le concessioni ha subito, negli anni, notevoli ritardi. Quindi il dubbio è che questa gamba della crescita possa rivelarsi “claudicante”, rischiando di impattare i programmi di sviluppo di Ascopiave stessa. La società, pure consapevole della situazione, si dice fiduciosa. In primis, viene sottolineato, da una parte il processo di assegnazione delle concessioni dovrà comunque andare avanti; e dall’altro, nel caso le aste dovessero concentrarsi in un arco di tempo limitato, l’utility afferma di avere la potenzialità finanziaria per partecipare a tutte le gare che riterrà interessanti. Inoltre Ascopiave sottolinea che gli eventuali ritardi potranno essere in parte economicamente controbilanciati dalle acquisizioni. Operazioni straordinarie di medie- piccole dimensioni ( singolo investimenti fino a 50 milioni) da realizzarsi sempre nell’Italia del Nord. Non solo. A fianco dell’M& A “puro” il gruppo prevede anche l’opzione della partnership di minoranza con, tuttavia, l’attribuzione in capo a lei della gestione operativa.
La concorrenza
Ciò detto, però, può ulteriormente obiettarsi, che la concorrenza, come mostra l’asta per l’Atm di Belluno (cui ha partecipato la stessa Ascopiave) vinta da Italgas, può essere un ostacolo non da poco sul fronte delle gare. L’utility, anche rispetto a questo tema, dice di non essere preoccupata. Il gruppo, proprio nell’asta per l’Atm di Belluno, ricorda di avere ricevuto il punteggio più alto, tra tutte le offerte, in merito al contenuto tecnico. Questo significa, viene sottolineato, che la società, grazie al suo know how, può competere con tutti i player in merito ad uno degli aspetti più rilevanti delle gare. Certo: anche l’elemento economico è importante. E però, conclude Ascopiave, la sua struttura finanziaria le consente su questo fronte ampi spazi di manovra. Già, ampi spazi di manovra.
La disponibilità finanziaria
Ma qual è il “tesoretto” a disposizione dell’utility per sostenere la sua strategia, sia nella partecipazione alle gare che nella crescita per linee esterne (nel gas o in altri settori)? La società risponde sottolineando due aspetti. Il primo è che la plusvalenza legata all’operazione con Hera costituisce un’importante base di partenza. Il secondo è che, rammentando il basso indebitamento (“Net debt to ebitda” a fine 2019 a 2,4), Ascopiave può eccezionalmente e temporaneamente arrivare ad un rapporto tra debito netto e mol di 4 volte.
Nelle aste nel gas cresce la concorrenza: l’utility ribatte di avere la competenza tecnica ed economica per competere anche con i player più grandi
Maggiori efficienze
Fin qui alcune suggestioni sulle gare del gas, l’M&A e la diversificazione. Altra priorità, però, è l’efficientamento del business. Un focus che, da una parte, riguarda l’integrazione di Unigas e AP Reti Gas Nord Est; e, dall’altra, coinvolge lo sviluppo organico. Rispetto al primo fronte il gruppo dice di essere in linea con la tabella di marcia tanto che, ad esempio, sta realizzando l’integrazione dei sistemi informatici e l’internalizzazione di molteplici processi. Con riferimento, invece, alle maggiori efficienze interne la società punta, tra le altre cose, alla migliore gestione, grazie alla digitalizzazione del business, dei flussi di lavoro legati alle reti di tubature.
Gli investimenti
Infine i Capex. Nel 2020 sono previsti oltre 40 milioni d’investimenti in conto capitale ( erano stati 31 nel 2019). Di questi la grande parte è appannaggio dello sviluppo del network. Poi ci sono: l’installazione dei contatori digitali e la manutenzione delle rete stessa. Proprio riguardo ai Capex sorge una questione legata al Covid-19. Ascopiave, in quanto società attiva in un settore strategico, non è stata oggetto della serrata voluta dal Governo. Tuttavia la pandemia può avere rallentato l’operatività dei cantieri. Il che, potendo incidere sugli stessi investimenti e sulla Rab, in ipotesi impatta i ricavi tariffari del 2021. Ascopiave esclude l’eventualità. L’utility afferma che tutti i Capex previsti saranno realizzati nel 2020. Quindi il rischio sui ricavi non si pone.
Le prospettive
A fronte di un simile contesto quali, allora, le prospettive sull’interno esercizio in corso? La società, da un lato, conferma la flessione dei risultati organici della società di distribuzione in scia alla nuova regolazione tariffaria che prevede la riduzione della componente di ricavo destinata alla copertura dei costi operativi; ma, dall’altro, sottolinea che l’impatto descritto sarà in larga parte compensato dai maggiori ricavi a copertura dei più alti Capex previsti nel 2020.
I dati del primo trimestre 2020
Nel primo trimestre del 2010 i ricavi di vendita di Ascopiave si sono assestati a 44,7 milioni, rispetto ai 27,9 milioni in un anno prima. La crescita è soprattutto dovuta all’M& A. Il Mol si è attestato a 15,6 milioni mentre il risultato operativo ha raggiunto quota 7,2 milioni (erano ( erano 3,5 nel primo trimestre del 2020). L’utile netto è, invece, in calo del 40,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. Quest’ultimo dato, è l’indicazione di Ascopiave, è l’effetto del minore contributo dell’attività di vendita. Su questa, contabilizzata con il metodo del patrimonio netto e corrispondente al 48% in EstEnergy, ha peraltro inciso la stagionalità del business stesso.