Visco: ora rafforzare il potenziale di crescita e lotta all’evasione
Pubblica amministrazione e giustizia veloci, rilanciare infrastrutture e turismo
Dopo gli interventi di emergenza, che si sono rivelati « cruciali » per lenire i costi economici e sociali della crisi è ora « fondamentale » stabilire un percorso di riforma « adatto per innalzare il potenziale di crescita, raccogliendo il maggior consenso possibile, nella consapevolezza che, spesso, i costi dei cambiamenti strutturali sono immediati, mentre i benefici maturano gradualmente, con tempi anche non brevi » . È quanto ha affermato ieri Ignazio Visco, intervenendo alla prima giornata della Consultazione nazionale organizzata dal governo nella sede di Villa Pamphili, a Roma. Il governatore della Banca d’Italia ha auspicato l’adozione degli « atti concreti » di cui il Paese ha più che mai bisogno « sfruttando appieno le opportunità offerte dai nuovi programmi europei approvati e in corso di definizione » . E ha avvertito che i fondi europei non potranno mai essere gratuiti: « un debito dell’Unione europea è un debito di tutti i paesi membri e l’Italia contribuirà sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perché è la terza economia dell’Unione » .
Tre le aree di intervento indicate in un testo sintetico ed efficace. La prima: una Pubblica amministrazione capace di garantire servizi di qualità con procedure semplificate e con una giusta attribuzione di responsabilità a funzionari e dirigenti («serve una buona burocrazia, non assente») e una «giustizia più veloce in grado di assicurare il pieno rispetto delle regole » . Secondo: lo sviluppo delle infrastrutture e dei settori ad alto contenuto innovativo - Visco qui ha ricordato che la banda ultra veloce raggiunge meno di un quarto delle famiglie contro il 60% della media europea -, il rafforzamento del capitale umano e gli investimenti in ricerca di elevata qualità, poiché lo Stato «investe oggi nelle università circa 8 miliardi, la metà in rapporto al Pil rispetto a quanto fanno i paesi a noi più vicini». Terza area di riforma: la salvaguardia del nostro patrimonio naturale e storicoartistico, tratto identitario nazionale la cui rilevanza è ora resa esplicita dalla crisi del turismo.
Il governatore, riprendendo le tesi delle sue Considerazioni finali, ha spiegato che le risorse per finanziare questi interventi possono venire da una ricomposizione del bilancio pubblico, da un recupero di base imponibile («l’evasione si traduce in una pressione fiscale eccessiva su chi rispetta le regole, serve un profondo ripensamento del fisco » , ha detto Visco) , da una riduzione del premio per il rischio sui titoli di Stato e, appunto, da un uso pragmatico e accorto dei fondi europei. Tutti obiettivi « alla nostra portata» e che possono rafforzare in termini strutturali la crescita dell’economia e la produttività: basta un incremento di mezzo punto di quest’ultima per assicurerà una crescita del Pil del 1,5% « il valore medio annuo registrato nei dieci anni precedenti la crisi finanziaria globale». E con questa ritrovata crescita si favorirebbe la discesa dell’onere degli interessi sul debito. Insomma, è l’ora di agire, è stato il messaggio di chiusura del Governatore, sapendo che i benefici degli strumenti di sostegno europei «non vanno valutati solo per la convenienza finanziaria che li caratterizza, pure notevole, ma anche e soprattutto per la possibilità che offrono di inserire lo sforzo nazionale in una strategia di sviluppo comune: è questa l’unica via per rispondere alle sfide globali che ci attendono, non solo geopolitiche, tecnologiche, ambientali, ma anche sanitarie, come abbiamo duramente appreso in questi mesi » .