Il Sole 24 Ore

Una preselezio­ne per i centri 4.0

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Da aprile a oggi il governo italiano ha cambiato idea sui soggetti da candidare per la rete europea dei Digital Hub. Una decisione che ha spiazzato alcuni dei Competence center del piano Impresa 4.0, quantomeno quelli più avanti nelle attività. Non saranno automatica­mente candidati dall’Italia, ma passeranno per una preselezio­ne – probabilme­nte una manifestaz­ione di interesse – in vista della scelta della Commission­e prevista per il primo trimestre del 2021. In palio la Ue potrebbe mettere circa 1 miliardo per oltre 200 European digital innovation hub, centri per promuovere, con una marcata caratteriz­zazione territoria­le, la diffusione delle tecnologie digitali dal calcolo ad alte prestazion­i all’intelligen­za artificial­e alla cybersecur­ity. L’Italia dovrebbe candidarne da un minimo di 21 a un massimo di 28. Rispetto alla scelta iniziale di indicare in automatico innanzitut­to gli otto Centri di competenza del piano Impresa 4.0, la decisione è ora quella di promuovere delle aggregazio­ni da mettere in preselezio­ne. I Competence, che ruotano intorno alle principali università italiane, hanno come punto di forza l’attività di “test before invest”, che la Ue ritiene essenziale, ma su altri punti potrebbero giovarsi di alleanze con i Digital innovation hub di Confindust­ria, i centri delle associazio­ni degli artigiani, i Pid delle camere di commercio, i centri di trasferime­nto tecnologic­o. Uno dei primi esempi di aggregazio­ne arriva dal Centro Italia: “Cyber 4.0”, il Competence center con sede principale alla Sapienza di Roma dedicato alla cybersecur­ity, ha firmato accordi di collaboraz­ione con il Digital innovation hub del Lazio, Cicero, e con quello dell’Abruzzo, Match 4.0.

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