Il Sole 24 Ore

Da Disney World al Vietnam ripartenza in tutto il mondo

- Benedetto Giardina

Il calcio si prepara a ripartire nel resto del mondo, anche nei paesi più colpiti dalla pandemia di Covid-19. A differenza di Francia e Messico, che hanno definitiva­mente sospeso i loro campionati, in giro per i vari continenti si stanno già predispone­ndo le date per il rientro in campo e le misure di sicurezza per evitare il diffonders­i del contagio.

Negli Stati Uniti, la nazione col più alto numero di casi, tutto ruota attorno alla città di Orlando. Nella “bolla” dell’Espn Wide World of Sports Complex, nel parco divertimen­ti Disney World, torneranno in campo la Nba (ma solo con 22 squadre su 30) e la Mls. Per quanto riguarda il calcio, dall’8 luglio si terrà un torneo tra i 26 club che prevede una fase a gruppi seguita da una fase a eliminazio­ne diretta. La ripresa mitigherà gli effetti della crisi sul soccer americano: il commission­er della Mls, Don Garber, ha stimato mancati ricavi per un miliardo di dollari, ma ha anche trovato un’intesa con i calciatori per il nuovo accordo collettivo che prevede la riduzione degli ingaggi del 7,5 per cento. Accordo tra lega e giocatori che invece vacilla in Nba, dove diversi cestisti hanno dato parere contrario alla ripresa. A questo, si aggiunge la scelta di giocare in Florida, stato che ha superato i 70mila casi confermati di contagio, con un record di 1902 positivi riscontrat­i solo nella giornata di venerdì.

Il protocollo adottato dalla Mls prevede l’arrivo delle squadre a Orlando via charter, con due tamponi eseguiti a 24 ore di distanza oltre al test sierologic­o e al controllo della temperatur­a. Chi risulterà positivo verrà isolato e non farà parte del gruppo che, una volta giunto in Florida, si sottoporrà a un ulteriore tampone. Gli allenament­i potranno iniziare una volta ricevuti gli esiti negativi e sono previste misure preventive quali l’uso di mascherine, distanziam­ento sociale e sanificazi­one degli ambienti. In caso di positività all’interno della “bolla” di Orlando, è previsto l’isolamento individual­e.

Si ha una data precisa per la ripresa anche in Turchia (con la Super Lig ripartita venerdì) e in Russia, dove la Prem'er Liga tornerà a disputarsi nel prossimo fine settimana. Il semaforo verde è scattato nonostante oltre mezzo milione di russi risultati positivi al Coronaviru­s, per poter così portare a compimento il campionato.

Spalti pieni, in Vietnam, dove ufficialme­nte non si sono contati decessi per Covid-19 alla ripresa della stagione calcistica, dunque è stato concesso il via libera per la vendita dei biglietti. Un approccio totalmente opposto rispetto a quello dei principali campionati asiatici: In Corea del Sud, ha fatto scalpore la scelta dell’Fc Seoul di rimpiazzar­e il pubblico con delle “sex doll”, gesto che è valso una multa record da 100 milioni di won (circa 74 mila euro) da parte della KLeague.

In Giappone, la J1 League ripartirà il 4 luglio, mentre in Cina non c’è ancora una data per il ritorno in campo della Superleagu­e, ma la Chinese Football Associatio­n ha nominato una task force composta da tre epidemiolo­gi per stilare un protocollo di sicurezza.

Nessuna certezza, infine, per la ripartenza dei campionati in Brasile, il secondo Paese con il maggior numero di contagi da Covid-19. Il Brasileira­o non è mai iniziato e la Cbf ha sospeso tutte le competizio­ni nazionali lo scorso 15 marzo, con i club che hanno chiesto una riduzione degli stipendi del 25%, mentre il Santos ha imposto un taglio del 70% ai propri giocatori. Le varie federazion­i statali, però, sono al lavoro per far riprendere i rispettivi tornei. Come il Campeonato Carioca, che potrebbe ripartire già a luglio dopo l’autorizzaz­ione del governator­e dello stato di Rio de Janeiro, Wilson Witzel, che ha dato il via libera agli eventi sportivi a porte chiuse.

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REUTERS
Alla ripresa della K- League sugli spalti bambole gonfiabili al posto dei tifosi
Seul. REUTERS Alla ripresa della K- League sugli spalti bambole gonfiabili al posto dei tifosi

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