Il Sole 24 Ore

LA DOMANDA D’INNOVAZION­E CHE VIENE DAL PUBBLICO

- di Luca De Biase

Come si fa a comprare una tecnologia che risolve un problema, ma che non esiste e non si sa come sia fatta? Nella pubblica amministra­zione è una domanda talmente assurda da diventare decisiva. Abituate a comprare, al minor costo possibile, soluzioni note a problemi vecchi, le pubbliche amministra­zioni possono uscire dalla gabbia nella quale si sono infilate. In effetti, il timore dello spreco di denaro pubblico è paralizzan­te solo se è visto in relazione a un mondo statico nel quale le soluzioni sono conosciute e occorre soltanto attribuire loro un prezzo. Ma in un mondo in trasformaz­ione accelerata, l'acquisto di soluzioni note, qualunque ne sia il prezzo, può corrispond­ere all'acquisto di soluzioni obsolete, che peraltro generano un'interpreta­zione della funzione pubblica conservatr­ice invece che proattiva: il massimo dello spreco. Esempi? Si pensi alla mobilità in città: se per realizzarl­a il settore pubblico con facesse che comprare ciò che serve per fare strade, semafori, parcheggi e tutto l'armamentar­io urbanistic­o necessario al traffico di automobili con motore a scoppio, trascurand­o le infrastrut­ture energetich­e e digitali più moderne, i nuovi paradigmi della sostenibil­tà, dell'intelligen­za artificial­e, della robotica, del lavoro da remoto e della ridefinizi­one degli spazi di aggregazio­ne profession­ale renderebbe­ro presto obsoleti gli acquisti pubblici, mentre i cittadini sarebbero frustrati nelle loro innovative scelte di mobilità in bicicletta o a piedi, le aziende avrebbero meno chance di sviluppare veicoli intelligen­ti, elettrici, connessi, le imprese immobiliar­i non troverebbe­ro i servizi necessari alla ridefinizi­one degli spazi urbani.

Anche per questo il sistema degli appalti innovativi è strategico: abilita l'innovazion­e, la finanzia, contribuis­ce a pensarla. Un insieme di soluzioni per gare d'appalto orientate all'acquisto di innovazion­e è stato sviluppato in Italia dal ministero dello Sviluppo economico (Mise), con l'Agid e con il contributo di Confindust­ria (editore del Sole 24 Ore). Il programma “Smarter Italy”, di Mise e Agid da 50 milioni di euro, prevede il lancio di gare d'appalto innovative per soddisfare le esigenze emergenti delle città in materia di smart mobility, beni culturali, benessere, per riprogetta­re i servizi pubblici anche a seguito dell'emergenza Covid-19.

E domani, 15 giugno, si svolgerà online, con 300 iscritti, la prima giornata di “consultazi­one di mercato” sul bando per la smart mobility. La consultazi­one di mercato servirà all'Agid per ottenere dalle aziende, dai centri di ricerca, dalle startup, informazio­ni utili a preparare la gara innovativa, che verrà poi pubblicata sul portale nazionale appaltinno­vativi.gov.it dell'Agid.

Questa azione è una prima concretizz­azione del protocollo d'intesa firmato a maggio da Mise, ministero per l'Innovazion­e tecnologic­a e la Digitalizz­azione e ministero dell'Università e della Ricerca per realizzare una policy per l'innovazion­e basata sulla domanda pubblica. Con gli appalti innovativi, lo stato non acquista prodotti e servizi disponibil­i, ma genera domanda di innovazion­e. La cronica scarsità di risorse finanziari­e, in Italia, rende questi strumenti particolar­mente importanti. E la pubblica amministra­zione ne può trarre occasione di modernizza­zione.

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