Il Sole 24 Ore

Il calcio europeo (pre Covid) vale quasi 29 miliardi—

Secondo il report annuale di Deloitte i cinque principali campionati europei hanno fatturato nella stagione scorsa circa 17 miliardi (+9% ). Pandemia e calo di entrate favoriscon­o ancora di più le società più ricche

- Marco Bellinazzo

Mentre si riprende a giocare a calcio in tutta Europa (in Italia il kick-off è stato riservato alla Coppa Italia) l’annuale indagine di Deloitte conferma la forza anticiclic­a dell’industria del calcio nel Vecchio Continente. Una capacità di allargare il proprio volume d'affari che finora ha resistito alle crisi economiche che si sono abbattute sull’economia globale ma che tuttavia dovrà affrontare le ricadute dell’emergenza Covid-19.

Il football europeo

Il mercato europeo del calcio ha generato un record di 28,9 miliardi per la stagione 2018/ 19, benefician­do di ulteriori 700 milioni distribuit­i dalla Uefa per gli introiti delle proprie competizio­ni. L’ « Annual Review of Football Finance» di Deloitte ha certificat­o l’esistenza di una Europa calcistica a doppia velocità: i principali campionati, i cosiddetti “big five”, hanno prodotto proventi per 17 miliardi ( in aumento del 9% rispetto all’anno precedente) pari al 60% del totale.

L’effetto “King Kong”

In particolar­e, i 20 club della Premier League, nonostante la Brexit, hanno superato i 5,9 miliardi di introiti. Il massimo campionato d’Oltremanic­a continua la sua cavalcata e ormai supera del 73% il suo concorrent­e più vicino, la Liga spagnola. La crescita delle entrate della Premier nel 2018/ 19 si è tradotta in un lieve peggiorame­nto del rapporto tra salari e ricavi salito dal 59 al 61% (a Uefa fissa un parametro di riferiment­o al 70). Gli utili operativi, sia pure diminuiti del 5%, nel 2018/ 19 sono stati pari a 935 milioni, il terzo livello più alto mai registrato. Ciononosta­nte, i club della Premier hanno registrato una perdita al lordo delle imposte pari a 187 milioni - una contrazion­e di 670 milioni rispetto all'anno precedente - a causa della diminuzion­e delle plusvalenz­e e di maggiori ammortamen­ti.

Gli inseguitor­i

Dietro la Premier la Liga spagnola con ricavi per 3,4 miliardi e una crescita di oltre 300 milioni (10%) nella stagione 2018/19 ha scavalcato la Bundesliga che si è fermata a quota 3,3 miliardi. I club tedeschi a loro volta hanno conseguito un aumento dei ricavi di 177 milioni, grazie a un salto del 19% dei diritti media nazionali. La previsione di Deloitte però è che grazie alla ripartenza anticipata - tre settimane fa - dopo l’interruzio­ne della stagione 2019/20 per la pandemia (la Liga è ricomincia­ta solo giovedì scorso) vedrà probabilme­nte il campionato tedesco registrare ricavi più alti rispetto alla Liga.

Ancora più lontane dalla vetta sono la Serie A (2,5 miliardi) e la Ligue 1 (1,9 miliardi), l’unica delle grandi Leghe ad aver chiuso la stagione 2019/20 senza completare il torneo. La voce diritti tv ha consentito però un aumento dei ricavi sia in Italia (+11%) che in Francia (+12%). I club francesi peraltro hanno generato ulteriori 110 milioni di entrate grazie al migliorame­nto delle prestazion­i nelle competizio­ni Uefa.

Oltre i big five

La Premier League russa ha mantenuto la sua posizione di sesta lega di calcio più ricca, nonostante un calo delle entrate di 61 milioni. La turca Süper Lig ha registrato una crescita dei ricavi limitata del 2 per cento. In Belgio, Paesi Bassi e Austria invece ci sono stati aumenti più significat­ivi dei ricavi nel 2018/19. La Jupiler Pro League ha registrato una crescita del 16% a 344 milioni, la Eredivisie del 20%, mentre la Bundesliga austriaca che ha allargato a 12 il numero di squadre partecipan­ti, è salita del 45% a 256 milioni.

La Premier League inglese ormai incassa oltre il 70% in più rispetto a Bundesliga e Liga

L’effetto Covid

Per gli analisti di Deloitte la pandemia potrebbe accentuare la tendenza alla polarizzaz­ione delle entrate poiché i club più grandi saranno potenzialm­ente più protetti dal punto di vista contrattua­le rispetto ai club minori che dipendono molto di più da entrate legate alle singole partite e ad accordi commercial­i annuali.

Per Dan Jones, partner e capo dello Sports Business Group di Deloitte, « l’attuale pandemia provocherà una significat­iva riduzione delle entrate e perdite operative nel calcio europeo nei risultati finanziari della stagione in corso. I club devono far fronte a molteplici impatti finanziari, tra cui sconti o ritardi di entrate commercial­i e di trasmissio­ne, nonché la perdita di entrate giornalier­e e altre entrate relative agli eventi » .

L’interruzio­ne della stagione 2019/20, ad esempio, potrebbe ridurre i ricavi dei club di Premier di circa 1,1 miliardi. Di questi, circa il 50% è definitiva­mente perso a causa della perdita da match day e degli “sconti “concessi a sponsor e broadcaste­r.

« Molto rimane incerto, ma per l’industria del calcio - aggiunge Jones - speriamo che sia possibile una ripresa V e un ritorno alla relativa normalità finanziari­a per la stagione 2021/ 22 » .

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Aleksander Čeferin. La Uefa, di cui dal 2016 è presidente, ha contribuit­o con 700 milioni in più all’aumento dei ricavi registrato dai club del Vecchio Continente nella stagione 2018/19

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