Il Sole 24 Ore

Fondo perduto, tax credit e prestiti provano lo sprint

Fondo perduto. Da oggi il via alle richieste sul sito delle Entrate. In palio 6,2 miliardi

- di Dell’Oste, Parente e Uva

Non sarà un click day, ma il primo giorno è oggi. Da questo pomeriggio sarà possibile inviare telem aticamente alle Entrate le domande per il contributo a fondo perduto. La scelta è caduta sull’agenzia fiscale (stavolta ( stavolta nella veste di agenzia “delle uscite”) per sfruttare la piattaform­a informatic­a di Sogei, già rodata con canali Entratel e « Fatture e corrispett­ivi » . Con l’obiettivo di non ripetere il flop dell’Inps nella gestione delle indennità da 600 nel mese di aprile.

Pratiche sulla piattaform­a di Sogei. L’importo sarà spesso inferiore al 2-3% del fatturato annuo

Le condizioni di accesso

Sul tavolo ci sono i 6,2 miliardi stanziati dal Governo con il decreto Rilancio. Risorse che i beneficiar­i non dovranno restituire – tranne i casi di indebita percezione – diversamen­te dai prestiti agevolati o garantiti introdotti con il decreto Liquidità.

Il contributo è destinato alle imprese e ai titolari di partita Iva – esclusi i profession­isti – che abbiano subìto un calo di fatturato superiore a un terzo nel mese di aprile 2020 rispetto al 2019. Possono fare domanda i soggetti che l’anno scorso hanno registrato ricavi non superiori a 5 milioni di euro. Una delle semplifica­zioni dettate dalle Entrate con il provvedime­nto del 10 giugno è la possibilit­à di indicare i ricavi 2019 “per fascia”, senza cifre precise, visto che quasi tutti devono ancora presentare la dichiarazi­one reddituale (proprio ( proprio per il coronaviru­s, l’invio del modello Redditi relativo al 2019 è slittato al 30 novembre).

Partendo dalla relazione tecnica al Dl 34/2020 34/ 2020 si può stimare la ripartizio­ne delle risorse. Poco più di metà dello stanziamen­to (3,1 ( 3,1 miliardi, pari al 51,3%) andrà ai beneficiar­i con ricavi annui fino a 400mila euro. Per questi soggetti, il contributo è nella sua formula massima: pari cioè al 20% del calo di fatturato, con un minimo di mille euro per le persone fisiche e 2mila per le società.

I beneficiar­i con ricavi nella fascia da 400mila a un milione intercette­rano poco più di un miliardo di euro, mentre quelli oltre il milione riceverann­o poco meno di 2 miliardi ( il 30,2% delle risorse).

Quanto vale il contributo

L’impatto del contributo sul fatturato annuo difficilme­nte supererà pochi punti percentual­i ( si veda Il Sole 24 Ore del 25 maggio). Ma può rivelarsi prezioso per chi è in difficoltà.

Vediamo due esempi. Mario Verde, un artigiano che fattura 45mila euro all’anno (3.750 ( 3.750 al mese), se ha avuto gli affari dimezzati ad aprile, ha diritto a un contributo di mille euro (il ( il 20% di 1.875 è 375, ma viene aumentato di default). Cioè il 2,2% del fatturato annuo. Che riceverà direttamen­te sull’Iban indicato alle Entrate nel modello d’istanza. L’incidenza dell’aiuto cala al crescere del giro d’affari. La Riletti Srl, una società di autotraspo­rti con un fatturato annuo di 300mila euro (25mila ( 25mila al mese), se ha subìto una riduzione di 12.500 euro ad aprile, riceverà 2.500 euro. Pari allo 0,83 per cento.

Legare il contributo al fatturato di aprile, può generare un effetto lotteria. Penalizzan­do chi magari ha fatturato lo scorso aprile una grossa commessa eseguita a febbraio, ed è ora senza lavoro. O premiando chi ad aprile 2019 aveva avuto un picco di attività o chi durante il lockdown ha lavorato, limitandos­i a posticipar­e l’emissione delle fatture (pensiamo ( pensiamo ai forfettari che non usano la fattura elettronic­a). Senza contare che le Entrate impongono di conteggiar­e anche i proventi delle cessioni di beni strumental­i, con un’ulteriore alea difficile da prevedere.

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ILLUSTRAZI­ONE DI STEFANO MARRA
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