Il Sole 24 Ore

Imu in ritardo: lo scudo antisanzio­ni e interessi

Sulla quota statale lo stop alle proroghe è arrivato solo 8 giorni prima del termine Anche l’esenzione d’imposta per gli alberghi deve essere corretta in Parlamento

- Pasquale Mirto—

L’Imu si presenta al tradiziona­le appuntamen­to di domani con l’acconto carica di più problemi rispetto al solito, determinat­i dall’emergenza. Il chiariment­o ministeria­le sulla quota statale a carico di imprese, centri commercial­i e alberghi è arrivato solo il 10 giugno, e nega la possibilit­à di proroghe o moratorie come quelle decise da molte delibere comunali. E anche le agevolazio­ni sul turismo hanno bisogno di correttivi. In un quadro del genere, lo Stattuto del contribuen­te prevede il blocco di sanzioni e interessi.

Non c’è pace per i tributi comunali. Tra risoluzion­i ministeria­li, norme oscure e nuovo metodo tariffario della Tari, si è creato un groviglio inestricab­ile che sta mettendo in seria difficoltà non solo gli uffici comunali, ma anche i contribuen­ti.

L’acconto dell’Imu in scadenza domani non è stato mai così caotico. Tra risoluzion­i ministeria­li dell’ultimo momento che scombussol­ano le decisioni assunte dai Comuni e regole mal scritte, azzeccare i calcoli diventa un terno al lotto. Da questa situazione si può uscire solo col buon senso.

Sul differimen­to dell’Imu, deciso da molti Comuni per venire incontro alle comprensib­ili esigenze di chi a fatica cerca di riemergere dalla crisi generata dalla pandemia, l’incertezza creata dalla Risoluzion­e 5/2020 delle Finanze, anche per la sua intempesti­vità, ben potrà giustifica­re, Statuto del contribuen­te alla mano, la disapplica­zione di sanzioni e interessi per chi pagherà in ritardo. Il che vuol dire non emettere alcun atto di accertamen­to, perché nell’avviso per tardivo versamento ci sono solo sanzioni e interessi.

Sull’Imu turistica, l’imprecisa formulazio­ne normativa con cui si esonera la rata di acconto Imu - che solo per il 2020 si calcola consideran­do la metà dell’importo versato nel 2019 a titolo di Imu e Tasi - e limita l’esenzione ai «proprietar­i», che sono solo uno dei possibili soggetti passivi, dovrebbe essere corretta in sede di conversion­e in legge del Dl 34/2020. Se così non fosse, il contribuen­te potrà regolarizz­are la propria posizione direttamen­te con la rata di saldo, che è anche a conguaglio della rata di acconto.

Dal punto di vista delle delibere, i Comuni dovranno approvare le aliquote Imu, le tariffe Tari e tutti gli altri regolament­i entro il 31 luglio. Ciclicamen­te si ripropone il dubbio se gli atti devono essere approvati entro il termine previsto da norme statali per l’approvazio­ne del bilancio comunale o entro la data effettiva di approvazio­ne del proprio bilancio. La questione dovrebbe essere stata risolta dalla risoluzion­e 21 novembre 2013 della commission­e Finanze, nel senso dell’ovvio riferiment­o al termine previsto dalle norme statali. Se le delibere tariffarie comportano delle modifiche al bilancio già approvato, ne conseguirà una semplice variazione, ma non una sua completa riapprovaz­ione.

Al di là del termine, non è condivisib­ile la tesi del Mef, nella circolare 1/ DF/2020, che ritiene la nuova Imu come una «mera evoluzione normativa», arrivando a sostenere che in caso di mancata deliberazi­one si applicano le aliquote del 2019. Senza entrare in disquisizi­oni teoriche, seguire la tesi ministeria­le espone il Comune al rischio enorme di vedersi contestare la debenza dell’Imu calcolata con le (nuove) aliquote base, anziché con le più alte aliquote del 2019.

Anche gli altri regolament­i comunali dovranno essere aggiornati per tener conto del nuovo accertamen­to esecutivo e delle norme sulla rateazione della legge di bilancio 2020, anche se sulle attività di controllo in realtà si naviga a vista. Perché, manco a dirlo, ancora non si è capito se dall’incrocio delle norme recate dal Dl 18/2020 e dal Dl 34/2020 i Comuni possono notificare i propri atti, perché gli enti locali non sono mai citati espressame­nte, come se non fossero un pezzo della Repubblica.

Dulcis in fundo la Tari. Entro fine mese Arera dovrebbe emanare la delibera che modifica il metodo tariffario per tener conto delle riduzioni previste dalla delibera 158/2020. Ma costruire un Pef in tempo utile per l’approvazio­ne delle tariffe a fine luglio sembra un missione impossibil­e.

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