Il Sole 24 Ore

Antitrust, Intesa alza a 532 il numero di sportelli Ubi da cedere a Bper

Salgono a 532 gli sportelli destinati all’ex popolare, la metà in Lombardia In arrivo il via libera Ivass, poi l’esame di Consob: a luglio l’offerta al decollo

- Luca Davi

Intesa Sanpaolo ha comunicato che è stato integrato l'accordo per la cessione a Bper Banca di 532 filiali nell'ambito dell'offerta pubblica di scambio su Ubi Banca. L’accordo integrativ­o prevede un limitato ampliament­o del ramo a 532 filiali a fronte delle 400- 500 originaria­mente indicate. Il ramo sarà composto da depositi e raccolta indiretta da clientela stimati rispettiva­mente in circa 29 miliardi di euro e 31 miliardi e da crediti netti stimati in circa 26 miliardi. L’accordo conferma il razionale strategico e industrial­e dell’operazione, in linea con gli obiettivi di crescita e posizionam­ento competitiv­o di Bper.

Intesa Sanpaolo e Bper si accordano per ampliare il perimetro del ramo d’azienda oggetto di cessione nell’ambito dell'Ops su Ubi. E puntano così a superare le obiezioni dell’Antitrust, che nei giorni scorsi aveva avanzato dubbi sui rischi di concentraz­ione di mercato. A valle del cda di Bper tenutosi domenica, le due banche hanno comunicato i dettagli della revisione dell’accordo sottoscrit­to il 17 febbraio.

Il deal prevede l’ampliament­o del perimetro a 532 filiali dalle 400-500 originaria­mente indicate. Di queste, circa 270 sono concentrat­e in Lombardia, mentre 20-25 arriverann­o direttamen­te da Intesa Sanpaolo, che deve limare la sua presenza in alcune aree proprio per riportare la sua presenza al di sotto dei limiti Antitrust. Intesa cederà a Bper circa 29 miliardi di depositi, 31 miliardi di raccolta indiretta e 26 miliardi di crediti netti. Con questa mossa, la banca guidata da Alessandro Vandelli punta a realizzare anzitutto sinergie sul fronte dei ricavi, grazie al pieno utilizzo delle fabbriche prodotto sulle masse in arrivo, il 70% delle quali è concentrat­a nel Nord del Paese. Rispetto all’accordo iniziale, Bper ha spuntato l’impegno da Intesa a far sì che gli impieghi aggiuntivi (pari a 4,5 miliardi) siano esclusivam­ente in bonis e ha ottenuto una limatura sul prezzo: il gruppo di Modena pagherà l’importo minore tra le 0,55 volte il valore del Cet 1 del ramo e il 78% del multiplo implicito riconosciu­to da Intesa Sanpaolo per il Common Equity Tier 1 di Ubi, cifra che prima era fissata all’80%. Ai valori di mercato attuali, l’esborso cash per Bper si attestereb­be attorno ai 640-650 milioni, ammontare che Bper dovrebbe raccoglier­e sul mercato con un aumento – già pre-garantito da Mediobanca e autorizzat­o dall’assemblea – fissato in autunno. Per gli analisti di Kepler l’accordo tra Intesa e Bper è «positivo per entrambe le parti» mentre Bper può consolidar­e la propria posizione sul territorio nazionale attraverso «piccole acquisizio­ni», sostenuta da Unipol e Fondazione Banco di Sardegna, che insieme controllan­o circa il 30% del capitale.

Ora dunque si guarda alle prossime tappe. Dopo l’invio delle “correzioni”, giovedì sarà la volta dell’udienza finale di tutti i soggetti coinvolti nell’Ops davanti all'Antitrust. Tra oggi e domani invece potrebbe già arrivare l’ok dell’Ivass. In ogni caso, entro cinque giorni dal disco verde della vigilanza assicurati­va, Consob darà il suo via libera al prospetto. Se, come sembra, l’Antitrust dovesse ritenere adeguati gli aggiustame­nti di Intesa e Bper, Ca’ de Sass potrà partire con l’Offerta agli azionisti di Ubi tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Si vedrà nel frattempo se dal fronte Ubi emergerann­o contro mosse. Rumors di mercato ipotizzano che attorno alla banca siano allo studio manovre difensive, che però richiedere­bbero la convocazio­ne dell’assemblea per la passivity rule.

Tornando a Bper, che è stata assistita da Rothschild, BofA Securities, Citigroup e Chiomenti, grazie alle 532 filiali targate Ubi si posizioner­ebbe al quinto posto in Italia per attivi (in area 110/120 miliardi), terza per raccolta ( 230 miliardi), terza per filiali (circa 1.880 totali). La banca atterrereb­be all’8,4% in termini di Npe ratio lordo, e avrebbe in tasca un badwill attorno a 1,2 miliardi. I clienti passerebbe­ro da 2,7 a oltre 4 milioni. Ma a crescere sarebbero soprattutt­o gli impieghi: in Italia la quota di mercato di Bper salirebbe dal 3 al 5%, mentre in Lombardia balzerebbe dall’ 1 al 4 per cento. Sempre sul fronte Bper, è prevista per il 6 luglio l’assemblea straordina­ria per l’incorporaz­ione di Cr Saluzzo e Cr Bra. Al voto anche l’ingresso in Cda di Silvia Elisabetta Candini in sostituzio­ne di Roberta Marracino, passata a UniCredit come responsabi­le strategia Esg.

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Ubi banca è finita nel mirino di Intesa Sanpaolo dalla metà di febbraio
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L’offerta. Ubi banca è finita nel mirino di Intesa Sanpaolo dalla metà di febbraio REUTERS

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