Bp paga la svolta green: svalutazioni per 17,5 miliardi
Outlook negativo per prezzi e domanda di idrocarburi: il virus accelera la transizione
Il big petrolifero britannico BP abbasserà il valore dei suoi attivi per 13-17,5 miliardi di dollari nel secondo trimestre. Si teme il perdurare della debolezza dei consumi e viene ipotizzata l’accelerazione della transizione energetica del gruppo.
Dalle parole ai fatti. La svolta verde di Bp si abbatte sul bilancio della compagnia britannica, che ha annunciato svalutazioni fino a 17,5 miliardi di dollari : una scelta giustificata con la convinzione che il coronavirus abbia dato un colpo definitivo ai consumi e ai prezzi di petrolio e gas, al punto da scoraggiarne almeno in parte l’estrazione. È il tema degli «stranded assets», risorse e infrastrutture destinate a perdere valore con la transizione energetica, che ci renderà sempre meno legati ai combustibili fossili: un rischio su cui la comunità finanziaria si interroga da anni, ma che per la prima volta si materializza in modo plateale.
Il ceo Bernard Clooney, che ha assunto la guida di Bp a febbraio con il programma di ridisegnarla in chiave green, aveva dichiarato un mese fa di «non escludere» che il Covid19 rappresenti un punto di non ritorno per la domanda petrolifera, che potrebbe non risalire mai più ai livelli dell’anno scorso. L’annuncio di ieri – che segue di pochi giorni il taglio di 10mila posti di lavoro, il 14% del personale del gruppo – è coerente con questa posizione, ma comporta un impatto pesante sulla compagnia, che è già la più indebitata tra le Major. Dopo le svalutazioni la leva potrebbe arrivare a sfiorare il 50%, un livello altissimo, che probabilmente costringerà al taglio dei dividendi.
«Bp ora vede la prospettiva di un impatto duraturo della pandemia sull’economia globale, con la possibilità di una domanda di energia più debole per un periodo prolungato», recita la nota diffusa ieri. Da un lato c’è il cambio degli stili di vita, dall’altro i pacchetti per sostenere la ripresa, che dovrebbero favorire le scelte verdi. «Le ricadute della pandemia – conclude Bp – accelereranno il passo della transizione verso un'economia a minore intensità di emissioni».
La compagnia britannica ha tagliato del 20-30% le previsioni di lungo periodo sulle quotazioni di petrolio e gas, in modo da «riflettere l'impatto e la probabilità di maggiori sforzi» per centrare gli obiettivi sul clima degli Accordi di Parigi: per il Brent ora si attende una media di 55 dollari al barile tra il 2021 e il 2050, mentre la nuova stima per il gas è di 2,90 $ per milione di Btu all’Henry Hub, negli Usa. Per i diritti di emissione di CO2 l’outlook è cambiato in modo ancora più drastico: il valore si spingerà a 100 dollari per tonnellata entro il 2030, contro i 40 dollari previsti finora.
Le svalutazioni sono un passo obbligato. Saranno comprese tra 13 e 17,5 miliardi di $ nel secondo trimestre, anticipa Bp, e ricadranno in due categorie: per 8-11 miliardi riguarderanno il valore ante-imposte di asset già esistenti e per altri 8-10 miliardi si tratterà di writeoff di beni intangibili, progetti di esplorazione non più opportuni nel nuovo scenario. Maggiori dettagli saranno forniti con la trimestrale, posticipata di una settimana al 4 agosto. Per molti analisti sarà anche l’occasione per comunicare un taglio della cedola.