Las Vegas trasloca a Wall Street: il sussidio investito in Borsa
Non si guardano i bilanci: l’unico focus è la volatilità E così la bolla aumenta
Negli Usa il trading online sui mercati finanziari seduce una nuova generazione di scommettitori, con propensione al rischio totale. Puntano in Borsa come al casinò i soldi dei sussidi del governo, sperando di guadagnare grazie alla volatilità alimentata soprattuto dai meccanismi autoreferenziali delle Borse.
La nuova Las Vegas si chiama Wall Street. È così per una nuova generazione di scommettitori che nel bel mezzo del lockdown hanno scoperto le capacità ammalianti del trading sui mercati finanziari. Con un approccio al rischio totale. Esattamente come dinanzi al croupier in un casinò durante una puntata al Black Jack questi nuovi “investitori” comprano azioni come se fossero un mazzo di carte. L’ambizione è altissima – sbancare il banco – ma la consapevolezza di perdere tutto altrettanto. I numeri delle piattaforme dipingono un quadro in crescita esponenziale negli Usa di chi mescola il trading al betting. Un anno fa gli utenti di WallStreetBetz – una delle piattaforme più conosciute nel settore che fa parte della community Reddit – erano 577mila. Oggi si sono moltiplicati a quota 1,3 milioni. « Non sanno quello che fanno e non si preoccupano di non sapere quello che fanno - spiega al Wall Street Journal Jaime Rogozinski che nel 2012 ha fondato WallStreetBetz -. Non si osservano i bilanci delle società, l’unica cosa che conta è la volatilità, considerata un’opportunità per divertirsi».
L’espansione del fenomeno è fotografata anche dati di RobinHood, broker nato nel 2014 (ma non presente in Italia) con la mission di «rubare ai ricchi per dare ai poveri». Sulle operazioni di trading non vengono applicate commissioni, poi sta all’abilità degli utenti generare profitti vendendo a prezzi più alti di quelli di ingresso. «Questa nuova generazione di scommettitori sta puntando i soldi ricevuti dalle politiche fiscali per contrastare il coronavirus, 1.200 dollari attraverso la helicopter money e 600 dollari al mese come sussidio di disoccupazione – racconta Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte advisory -. Con il risultato che oggi i mercati sono doppiamente drogati: in prima istanza dalle politiche monetarie dalle banche centrali e in seconda battuta, seppur con proporzioni molto diverse, dalle modalità con cui alcuni sussidiati stanno decidendo di spendere i soldi ricevuti dall’ “elicottero” governativo».
Su quali titoli investono, ma sarebbe più giusto dire, scommettono questi day- trader dell’ultim'ora? Una fotografia arriva da RobinTrack, il servizio di tracciamento dei portafogli di RobinHood (la trasparenza è un’altra, assieme alle commissioni azzerate, di questa piattaforma): nella top ten dei titoli più popolari – quelli che hanno registrato nell’ultima settimana l’incremento maggiore nel portafoglio dei piccoli trader – compaiono big come Amazon, Apple e Tesla ma anche nomi di società in gravi difficoltà finanziarie.
Tra queste c’è anche Hertz, sul podio delle preferenze dei nuovi “millenial- trader”. La società ha portato i libri in Tribunale il 22 maggio per il grave dissesto finanziario in cui è precipitata a causa delle conseguenze sulla redditività scatenate dal lockdown. Il 21 febbraio le azioni valevano 21 dollari per poi sprofondare il 26 maggio a 50 centesimi. Da quei minimi quel titolo, diventato penny stock e dato per spacciato dal mercato si è risvegliato ed è balzato oltre i 5 dollari. Nonostante un'elevata volatilità ieri quotava oltre 2 dollari, il quadruplo del valore che esibiva al momento in cui il gruppo ricorreva al Capitolo 11. L'aspetto incredibile di questa storia è che forte del recupero in Borsa la società ha chiesto al giudice fallimentare di poter procedere a un aumento di capitale da 1 miliardo di dollari, a fronte di un debito di 17 miliardi. Lo scorso week end il giudice ha autorizzato l’operazione. Chi sottoscriverà le nuove azioni rischierà di perdere tutto. Ma non importa. Alla nuova generazione di traderscommettitori, quella che ha scambiato New York per il deserto del Nevada, è proprio questo che piace. Il brivido che passa tra la paura di svuotarsi le tasche in un niente e quello di moltiplicare i pani come in un miracolo biblico.