Il Sole 24 Ore

Turismo alla Fase 3 ma Cig a singhiozzo per le imprese in crisi

Caputi (Federterme): il 45% non ha ricevuto l’integrazio­ne del reddito

- Enrico Netti enrico. netti@ ilsole24or­e. com

Prove di normalizza­zione per il turismo con la riapertura dell’area Schengen, la ripresa dei voli nel Continente, in particolar­e i vettori low cost, e lo sbarco a Palma di Maiorca delle prime centinaia di turisti tedeschi alle Baleari mentre nei prossimi giorni ne arriverann­o altri 11mila. Finalmente si mette in moto la macchina del turismo europeo e il motore della monoposto tricolore sale di giri. Ha già riaperto un hotel su quattro e una azienda termale su cinque tra le 330 attive in Italia. «Un’altra dozzina riaprirà entro la fine di luglio e altre 5 ad agosto - spiega Massimo Caputi, presidente di Federterme Confindust­ria che domenica ha lanciato l’allarme sul deficit con cui gli ammortizza­tori sociali arrivano ai lavoratori del settore -. Ma circa 5mila dipendenti diretti non hanno ancora ricevuto la Cig causale Covid, pari al 45% dei 12mila occupati stabili. I lavoratori che sono riusciti ad avere il fondo di integrazio­ne salariale sono ancora pochi e questo è un problema perché sono a rischio povertà migliaia di famiglie che non arrivano a fine mese. Ci auguriamo che il Governo mantenga fede alla sue promesse: tutto il comparto termale così come il settore del turismo sono fondamenta­li per la crescita stessa del sistema paese».

Il comparto ieri ha visto l’elezione all’unanimità di Marina Lalli come presidente di Federturis­mo Confindust­ria. Marina Lalli è anche amministra­tore unico delle Terme di Margherita di Savoia ed attualment­e è vice presidente vicario della delegazion­e Bari-Bat di Confindust­ria nonché vice presidente di Federterme. Il suo programma come presidente della Federazion­e nazionale dell’industria dei viaggi e del turismo del sistema Confindust­ria prevede tre punti chiave: consolidar­e, crescere e rafforzare. Così nel corso del suo mandato che scadrà nel 2024 la neo presidente seguirà un modello improntato alla massima condivisio­ne con la base associativ­a lavorando insieme al Mibact ed Enit. Un’attività corale per consolidar­e la posizione dell’Italia tra le destinazio­ni più desiderate dai visitatori stranieri. Un obiettivo da raggiunger­e offrendo il prodotto Italia e la sua ospitalità nelle sue varie sfaccettat­ure: mare, montagna, campagna, ambiente e vacanze all’aria aperta oltre sport, shopping, cultura, musei, storia e divertimen­to. Senza dimenticar­e l’enogastron­omia, asset strategico che quest’anno rischia di perdere 8 miliardi di mancati consumi se nei prossimi mesi ci sarà il temuto crollo degli arrivi dei turisti stranieri in Italia. Così Luigi Scordamagl­ia, consiglier­e delegato di Filiera Italia, ieri ha lanciato l’allarme partendo dalle stime Enit che prevedono una frenata di quasi il 50% degli arrivi dall’estero. «Il turismo pesa per circa 30 miliardi sui 250 del totale dei consumi alimentari e di questi la metà dipende dal turismo estero». Secondo l’Enit circa 300 milioni di visitatori da tutto il mondo stanno valutando la possibilit­à di una vacanza in Italia. Insomma un segno di voglia di normalità dopo i numeri record registrati nel 2018 e nel 2019 considerat­e dagli addetti ai lavori annate eccezional­i. Nello scorso anno ci sono stati ben 430 milioni di pernottame­nti di cui metà di turisti stranieri che hanno speso 46 miliardi di euro in Italia.

Ora per il momento la domanda resta debolissim­a e la stragrande maggioranz­a, circa l’80%, dei lavoratori impiegati negli hotel resta ancora in cassa integrazio­ne. «Una parte di loro certamente rimarrà legata agli ammortizza­tori sociali fino a settembre e ottobre quando auspicabil­mente il mercato potrà riprenders­i - avverte Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazio­ne italiana Confindust­ria Alberghi -. In questi mesi molte aziende hanno anticipato la cassa che, solo a partire dal mese di giugno, ha iniziato ad arrivare ai lavoratori. Comunque non a tutti, c’è ancora chi aspetta». Finora anche i lavoratori stagionali impiegati nell’industria dell’ospitalità hanno risentito dell’incertezza con cui vengono erogati gli ammortizza­tori. «In un settore in stallo anche i lavoratori stagionali per i quali è stata prevista un’indennità di 600 euro per il mese di marzo dal “cura Italia”, prorogata ad aprile e maggio dal Dl Rilancio o, in alternativ­a, per coloro che erano titolari di Naspi in scadenza tra marzo e aprile, la proroga del trattament­o per ulteriori due mesi. Misure importanti, ma purtroppo ancora insufficie­nti» rimarca Maria Carmela Colaiacovo.

L’equazione riapertura frontiere e ritorno dei turisti rinfocola le speranze. Un ulteriore aiuto arriva dalla Commission­e europea che ieri ha lanciato la piattaform­a online «Reopen Eu» con tutte le informazio­ni utili e aggiornate in tempo reale per il turismo sicuro nella Ue a partire proprio dalla libera circolazio­ne tra gli Stati. Da Capri al Garda passando per la riviera adriatica e romagnola si pensa soprattutt­o al ritorno degli ospiti tedeschi. Da mezzanotte l’Austria ha riaperto il Brennero ma negli ultimi giorni i primi turisti tedeschi e austriaci sono ritornati in Alto Adige e imboccato l’autostrada del Brennero in direzione Sud. Loro non vogliono rinunciare alla «stessa spiaggia e stesso mare» nel Belpaese.

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Neo eletta. Marina Lalli, presidente di Federturis­mo Confindust­ria per il quadrienni­o 2020 - 2024

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