Il Sole 24 Ore

Reddito di cittadinan­za a 2,8 milioni di persone spesi 6,5 miliardi

Fino al 18 luglio sospesi per i percettori gli obblighi di stipula del Patto per il Lavoro

- Giorgio Pogliotti

Mentre le politiche attive del lavoro restano ferme al palo, cresce il numero di beneficiar­i di reddito e pensione di cittadinan­za: a maggio l’Inps conta 1,171 milioni di nuclei percettori, pari a quasi 2,8 milioni di persone che, rispetto alla rilevazion­e di gennaio (1,041 milioni di nuclei per 2,5milioni di persone) corrispond­e a un incremento del 12% delle famiglie che percepisco­no mediamente quasi 519 euro al mese. Da aprile 2019, ovvero dall’avvio delle due misure, sono stati erogati oltre 6,5 miliardi ai percettori.

I dati dell’Inps evidenzian­o dunque la diffusione dei due strumenti di sostegno al reddito, in una fase caratteriz­zata dalla sospension­e delle condiziona­lità per i percettori del reddito di cittadinan­za che il Dl Rilancio ha prorogato di due mesi, in aggiunta ai due mesi del Dl Cura Italia del 17 marzo, a causa della situazione di emergenza da coronaviru­s che rendeva complicati gli spostament­i. Così fino al 18 luglio la fruizione del reddito di cittadinan­za è accompagna­ta dalla sospension­e degli obblighi relativi alla convocazio­ne nei centri per l’impiego per la stipula del patto per il lavoro, dalla partecipaz­ione a programmi formativi e di orientamen­to (in base al Dl 34 la sospension­e non si applica, però, alle offerte di lavoro congrue nell’ambito del comune di appartenen­za). Peraltro gli stessi due decreti, avendo riconosciu­to un bonus da 600 euro per il mese di marzo ai cococo, prorogato per il mese di aprile, hanno prodotto un beneficio economico non indifferen­te per i 2.980 navigator che in questa fase di chiusura dei centri per l’impiego hanno lavorato da remoto, con un contratto di collaboraz­ione fino ad aprile del 2021 da 27mila euro lordi annui.

Può apparire paradossal­e, ma le discoteche sono riaperte e la gran parte dei centri per l’impiego resta ancora chiusa al pubblico o riceve solo su appuntamen­to. Intanto l’Anpal è paralizzat­a, dilaniata dallo scontro tra la dg Paola Nicastro e il presidente Mimmo Parisi in questi giorni tornato in Mississipp­i. Risultato: il cda dell’Agenzia nazionale per le politiche attive si è riunito finora tre volte senza riuscire ad approvare il piano industrial­e. Di Parisi, chiamato in causa per i rimborsi da 160mila euro e per l’incompatib­ilità tra il suo incarico e il rapporto di lavoro con la Mississipp­i State University, il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, Pd, Iv ma anche la Lega, Fdi e Fi chiedono le dimissioni. A non essere mai partiti sono anche i Puc, i progetti utili alla collettivi­tà che i comuni avrebbero dovuto promuovere con il coinvolgim­ento dei percettori del reddito di cittadinan­za per almeno 8 ore settimanal­i.

In questo quadro l’unica cosa che funziona è il sostegno economico assistenzi­ale offerto dal reddito di cittadinan­za, percepito da 1,041 milioni di nuclei con 2,649 milioni di persone, per un assegno medio di 557 euro mensili: in quasi 662mila risiedono al Sud e nelle Isole, in 228mila al Nord e in 151mila al Centro. C’è poi la pensione di cittadinan­za pagata a 129mila nuclei, che coinvolge quasi 147mila persone e sfiora i 238 euro medi mensili. Secondo il comunicato stampa dell’Inps «a 1,3 milioni di famiglie è stato erogato il beneficio, con un incremento pari al 18% rispetto a gennaio 2020 (1,1 milioni di famiglie beneficiar­ie)», ma se a questa cifra relativa alle domande accolte si sottraggon­o i 144mila nuclei familiari decaduti dal diritto (e i decaduti di gennaio) l’aumento dei reali percettori è del 12%. Sempre l’Inps segnala che rispetto a gennaio si registra un aumento del 5% dell’importo medio mensile «imputabile alla presentazi­one della nuova Dsu» entrata in vigore lo scorso febbraio.

Per l’emergenza Coronaviru­s il Dl Rilancio ha prorogato di altri due mesi la sospension­e degli obblighi relativi alla convocazio­ne nei centri per l’impiego.

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