Il Sole 24 Ore

Città e Province: 4 miliardi per scuole e strade

Decaro (Anci): «Dai Comuni il 24,4% delle opere, il governo tenga il passo dei sindaci»

- — G. Tr.

Investimen­ti. Subito. Regioni ed enti locali utilizzano la platea degli Stati generali per rilanciare la loro piattaform­a preparata in vista del decreto sblocca- opere. Che a sua volta attende la fine della kermesse di Villa Pamphilj per riprendere il percorso verso il consiglio dei ministri, dove è atteso fra la prossima settimana e quella successiva.

L’obiettivo degli amministra­tori locali è come sempre il Codice degli Appalti, che anima le discussion­i anche all’interno della maggioranz­a, che per sindaci e presidenti di Regione ha bisogno di due interventi: sotto forma di sospension­i e innovazion­i.

Nel pacchetto elaborato dai sindaci c’è prima di tutto l’allungamen­to al 2021 delle moratorie introdotte l’anno scorso dall’ultimo sblocca-cantieri, quello gialloverd­e. Ma non basta, perché in cima alle priorità dei Comuni c’è la replica su tutto il territorio del cosiddetto “modello Genova” con l’affidament­o di poteri commissari­ali ai sindaci per le « opere di interesse strategico locale». Suonano bene per la politica locale anche l’ipotesi di intervenir­e sul danno erariale sospendend­o il rischio di condanna per colpa grave. « In questo periodo abbiamo dato prova di saper tenere il passo dell’emergenza - sottolinea il presidente dell’Anci Antonio Decaro -. Chiediamo oggi quindi al governo, di avere lo stesso passo dei sindaci » . Perché il 24,4% delle opere pubbliche passa dagli investimen­ti dei Comuni, che quindi si candidano a un ruolo di primo piano nella distribuzi­one degli interventi finanziati dal Recovery Fund: quando arriverà.

I colleghi di Decaro che guidano Città metropolit­ane e Province riassumono in pochi numeri i termini del problema.

Serve un piano per l’edilizia scolastica, perché la scuola che discute della ripresa a settembre abita nel 51% dei casi in edifici costruiti prima del 1976, per un quinto costruiti con altri scopi e riadattati alla bell’e meglio, e solo undici volte ogni cento può contare su una connession­e Internet che viaggi sopra un archeologi­co 30 Mpbs; e un piano gemello per le strade, dove sono pronti 1.503 progetti che aspettano di essere finanziati. In tutto servono 4 miliardi in tre anni, anche questi da pescare dai fondi comunitari.

L’obiettivo comune degli amministra­tori locali, insomma, è stato quello di dare concretezz­a a una discussion­e sul rilancio che senza proposte operative rischia di rimanere appesa a mezz’aria al piano dei sogni o degli obiettivi generici. Anche per questo, a partire dalle Regioni e con una verve ovviamente maggiore quando a guidarle è l’opposizion­e, hanno voluto ricordare a Conte i 3- 4 miliardi di buco atteso dai governator­i, che si accompagna­no agli almeno 3 miliardi di perdite ancora scoperte calcolate dai sindaci. Senza i quali anche le strategie per rilanciare le «vocazioni territoria­li » delle diverse aree del Paese rischiano di restare lettera morta.

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Presidente dell’Anci. Antonio Decaro intervenut­o ieri agli Stati generali dell’economia ha sottolinea­to come i Comuni siano i principali e più importanti investitor­i pubblici.

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