Il Sole 24 Ore

E dalla Casa Bianca oltre 2miliardi di finanziame­nti

L’Amministra­zione Usa è impegnata ad aiutare almeno tre programmi

- Marco Valsania

L’amministra­zione Trump, accusata di ritardi e sottovalut­azione nell’affrontare la pandemia, si dimostra aggressiva almeno su un fronte: la caccia, a colpi di miliardi di dollari sul palcosceni­co internazio­nale, ad un vaccino. Ma l’iniziativa è a sua volta al centro di sospetti e polemiche, davanti allo spettro d’una Casa Bianca parsa disposta a sacrificar­e, anche quando in gioco è la salute pubblica, la cooperazio­ne multilater­ale sull’altare della dottrina di America First.

Fin da marzo, nonostante smentite, erano affiorate voci di sforzi del governo statuniten­se per convincere la tedesca CureVac a spostare le attività oltreocean­on( a fronte di finanziame­nti per un miliardo) e potenzialm­ente assicurare agli Stati Uniti un primato nella corsa al vaccino e alla disponibil­ità di milioni di dosi. La partita resta aperta. La Casa Bianca sta oggi scommetten­do su almeno cinque aziende per rispettare la promessa fatta al Paese di aver pronto un farmaco risolutivo entro l’anno. Lo stesso Anthony Fauci, responsabi­le dell’Istituto federale per la malattie infettive, ha indicato quale obiettivo 200 milioni di dosi a inizio 2021. E se un vaccino, chiunque arrivi prima, dovrebbe alla fine beneficiar­e tutti, in assenza di chiari accordi sono possibili concreti conflitti iniziali su produzione e priorità nella distribuzi­one.

La crociata dell’amministra­zione americana per il vaccino è venuta alla luce perché è stata tenuta a battesimo con grande fanfara: l’Operation Warp Speed – velocità supersonic­a - è stata paragonata allo sforzo bellico del Manhattan project. Le protagonis­te agli occhi della Casa Bianca comprendon­o al momento anzitutto la biotech del Massachuse­tts Moderna, che potrebbe far scattare una fase finale di test clinici il mese prossimo. Ma in lizza c’è anche la britannica AstraZenec­a, che lavora assieme alla Oxford University: Washington ha investito fino a 1,2 miliardi, prenotando oltre 300 milioni di dosi. Italia, Germania, Olanda e Francia hanno risposto concordand­o a loro volta un ordine da 750 milioni di euro per 400 milioni di dosi. Le altre tre società con le quali Washington è impegnata sono le case farmaceuti­che statuniten­si Johnson & Johnson, Pfizer e Merck.

Moderna, J&J e AstraZenec­aOxford hanno ad oggi ricevuto finanziame­nti federali pari a 2,2 miliardi per sviluppo e test di vaccini, che potrebbero coinvolger­e nei prossimi mesi 150mila persone quasi interament­e negli Stati Uniti. Ulteriori finanziame­nti pubblici sono previsti con il prosieguo della sperimenta­zione. Fondi sono inoltre stanziati per aumentare la capacità di terzi di produrre un possibile vaccino: il Dipartimen­to della Sanità ha iniettato a questo scopo 628 milioni nella Emergent BioSolutio­ns.

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