Il Sole 24 Ore

La logistica chiede un progetto Servizi 4.0 per spingere i traffici

- — Marco Morino

Le braccia, le gambe e la mente del nostro import ed export: sono le 95mila imprese logistiche che operano in Italia. Domani il mondo della logistica e della movimentaz­ione delle merci, rappresent­ato da Confetra (la confederaz­ione generale italiana dei trasporti e della logistica), incontrerà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Governo nell’ambito degli Stati generali dell’economia. Sarà una importanti­ssima occasione per discutere del futuro logistico del Paese. Ivano Russo, direttore generale di Confetra, anticipa al Sole 24 Ore i temi del confronto. «Anzitutto - spiega Russo - è da riconoscer­e al Governo l’aver posto la logistica al centro dell’agenda economica del Paese. Non era scontato». Le imprese della logistica vogliono aprire con il Governo un confronto sulle politiche industrial­i che servono al settore. Dice Russo: «Stiamo ai numeri: movimentia­mo circa 490 milioni di tonnellate di merce in import ed export. Il tutto per il 65%/70% nel giro di 3mila chilometri: praticamen­te due volte la distanza tra Milano e Catania. Il nostro ecosistema logistico è asfittico, va dal Maghreb alla Germania. La nostra mappa degli scambi internazio­nali è limitata. Più che una potenza globale, dal punto di vista logistico l’Italia è una commodity regionale utilizzata in buona parte dalle merci provenient­i dalla Cina per raggiunger­e il centro Europa. Il messaggio che intendiamo lanciare è chiaro: dobbiamo allungare la gittata, se vogliamo svolgere un ruolo da protagonis­ti globali».

Secondo Confetra, la gittata logistica si allunga muovendosi in due direzioni. Anzitutto sostenendo la competitiv­ità, il valore e l’internazio­nalizzazio­ne della nostra manifattur­a. In secondo luogo aiutando le imprese logistiche a crescere come comparto. A differenza di Germania, Francia, Svizzera, Danimarca - rimarca Russo - noi non abbiamo «campioni nazionali» multimodal­i nel settore, di dimensioni tali da rappresent­are le gambe e la mente degli interessi economici italiani nel mondo. «Né abbiamo - continua Russo - un ampio tessuto di medie imprese strutturat­e e finanziari­amente robuste. Il nanismo dimensiona­le esiste anche nel nostro settore, e se oltre il 90% delle nostre 95mila imprese ha meno di 9 addetti e di 5 milioni di fatturato, abbiamo un problema. Sono imprese che spesso lottano per la sopravvive­nza, che hanno tenuto aperto il Paese durante il lockdown, vanno ringraziat­e, ma alle quali non si può chiedere di essere protagonis­te autonome della Via della Seta, o di aggredire il mercato africano, o di essere protagonis­te dell’intesa commercial­e tra Ue e Mercosur». Sono imprese, spesso sottocapit­alizzate, che fanno fatica anche a investire in blockchain, digitalizz­azione, intelligen­za artificial­e: eppure questi sono oggi il vero valore aggiunto che un servizio logistico può offrire, al netto del mero trasporto fisico che va via via sempre più perdendo di valore . Dice ancora Russo: «Abbattere il cuneo fiscale, liberare risorse per gli investimen­ti innovativi, sostenere il passaggio generazion­ale, incentivar­e i contratti di rete ed i contratti franco destino, favorire la capitalizz­azione e l’internazio­nalizzazio­ne: se il Paese vuole essere protagonis­ta degli scambi internazio­nali, deve varare una sorta di Progetto Servizi 4.0 che in un triennio cambi il profilo produttivo del settore».

Guardiamo alla Germania, per esempio: Db Schenker nel cargo ferroviari­o, Dhl su gomma corriere e spedizioni­ere, Eurokai nel terminalis­mo portuale, Hapag Lloyd come grande Shipping Line, Lufthansa Cargo, leader nel trasporto aereo merci. Il primato logistico europeo e globale, di quel Paese, non è casuale. Discorso simile si può fare per Francia e Svizzera, per non parlare della Cina. Sul piano delle infrastrut­ture, dirà domani Confetra, le priorità riguardano il completame­nto dei Corridoi Ten-T e del programma di interventi “Ultimo miglio ferroviari­o” per connettere tutti i nostri scali core alla rete nazionale. È urgente anche la messa in sicurezza dell’accessibil­ità stradale per i porti dove - da Piombino a Bari passando per il caso Genova - persistono problemi enormi. «Confidiamo molto - conclude Russo - nel piano Italia Veloce presentato dalla ministra Paola De Micheli. E poi le semplifica­zioni: solo nei porti, vi sono 133 procedimen­ti amministra­tivi di controllo sulle merci in capo a 17 diverse pubbliche amministra­zioni». Una giungla da disboscare al più presto.

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Il cargo ferroviari­o vuole crescere
Trasporto merci. Il cargo ferroviari­o vuole crescere
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Il segretario generale, Ivano Russo
Confetra. Il segretario generale, Ivano Russo

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