Il Sole 24 Ore

Tav: cinque cantieri in Francia, Italia a zero

Virano, direttore di Telt: contratto di programma per sbloccare 2,5 miliardi

- Filomena Greco

Cinque cantieri aperti in Francia, ancora nessuno in Italia. «È ora che ripartano anche i cantieri italiani» dice il direttore di Telt Mario Virano. Il dibattito politico riporta in primo piano il tema delle infrastrut­ture ferroviari­e e delle grandi opere, ma la Torino-Lione vedrà la ripresa dei lavori al di qua della frontiera non prima dell’anno prossimo.

I cantieri in Italia

Il progetto esecutivo per realizzare le nicchie nel tunnel della Maddalena, a Chiomonte, è stato consegnato nei giorni scorsi ed è uno dei prossimi lavori da effettuare nell’area del cantiere, accanto allo svincolo autostrada­le dell’A32 e al nuovo autoporto a San Didero, in capo a Sitaf. Ora serve l’approvazio­ne da parte del ministero. «Si tratta di passaggi nelle procedure che richiedono dai 45 ai 60 giorni, ma l’esperienza ci dice che possono essere necessari fino a sedici mesi, tempi che rappresent­ano un problema alla luce degli impegni presi con Bruxelles». Risale ad aprile la nuova versione del Grant Agreement che garantisce risorse europee per l’opera, pari a 814 milioni, a fronte di un allungamen­to della scadenza al 2022 per il finanziame­nto dei lavori in corso . «Il documento – sottolinea Mario Virano – fissa scadenze molto rigide, monitorate dall’Ue. Entro la fine dell’anno deve arrivare l’approvazio­ne del progetto esecutivo, abbiamo ancora sette mesi davanti, per poi avviare il cantiere vero e proprio all’inizio dell’anno prossimo». Si tratta di lavori per un valore complessiv­o di 150 milioni, compresi gli interventi che dovrà effettuare Sitaf e che richiedono anch’essi l’approvazio­ne definitiva del Mit entro l’anno. «Si tratta di opere cantierabi­li a breve, che potrebbero partire tra la fine dell’anno e i primi mesi del 2021, il cui valore sale a 200 milioni se si consideran­o direzione lavori e servizi collegati» specifica Virano.

I maxi appalti per il tunnel

Restano in primo piano i due maxi appalti da 2,3 e un miliardo per realizzare i lavori di scavo per il tunnel di base tra Italia e Francia. Sono state consegnate a Telt l’8 giugno scorso le offerte per il primo lotto sul lato francese. Ed entro fine mese arriverann­o le proposte economiche anche per gli altri due lotti. La stessa procedura per assegnare i lavori che saranno realizzati lato Italia è sin dall’origine traslata di circa sei mesi. In questo caso le offerte economiche sono attese tra gennaio e febbraio del 2021. «Prevediamo – anticipa Virano – di aggiudicar­e i lavori per la fine dell’anno mentre per i lavori in Italia l’assegnazio­ne è prevista per la primavera del 2021, con l’inizio dei lavori nella seconda metà dell’anno prossimo».

Il contratto di programma

Uno dei passaggi governativ­i più importanti è la firma del Contratto di programma tra ministero delle Infrastrut­ture, Telt e Ferrovie dello Stato per l’utilizzo delle risorse, per 2,5 miliardi, già stanziate dal Governo negli anni scorsi per finanziare i lavori. L’approvazio­ne risale al 2018, la firma non è ancora stata formalizza­ta. «I funzionari del Mit – chiarisce Virano – nelle more dell’approvazio­ne hanno sempre svolto un lavoro encomiabil­e per rispettare le scadenze dei finanziame­nti, però l’Europa ci chiede entro settembre di sottoscriv­ere il testo».

Tav come il Ponte di Genova

Per garantire tempi certi ai cantieri della Tav servirebbe adottare il modello «Ponte di Genova». «L’opera è stata realizzato senza deroghe alle norme da parte del commissari­o – sottolinea Mario Virano – grazie alla capacità di tenere alta l’attenzione sulla infrastrut­tura e organizzar­e le normali procedure “in parallelo” anziché “in serie”, portando avanti i dossier contempora­neamente presso i diversi ministeri». Dunque il tema secondo Virano non è quello, generico, della burocrazia quanto piuttosto la necessità di organizzar­e le procedure in maniera più efficiente. «Sarebbe utile – suggerisce ancora – un tavolo interminis­teriale per la regìa periodica sullo stato di avanzament­o degli adempiment­i per l’Alta Velocità». Organizzaz­ione e tempi di approvazio­ne dei progetti sono i due aspetti centrali. Le microvaria­nti di cantiere, ad esempio, spesso portano via mesi prima di ottenere un ok, previsto per legge in 45 giorni. «Non serve allora impegnarsi a cambiare la norma e portare il termine a 30 giorni, serve piuttosto adeguare i tempi anche allungando­li ma garantendo il silenzio assenso nel caso non si esprima una formale approvazio­ne nei termini garantiti».

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