Sirti pronta a entrare in partita su Italtel
La controllata di Pillarstone verso un’offerta per il rilancio della storica società di Tlc Sul tavolo l’opzione Exprivia che controlla (81%) l’azienda ora in concordato in bianco
Sirti è pronta a muovere su Italtel. A quanto risulta al Sole 24 Ore la società di infrastrutture delle Tlc, controllata al 100% da Pillarstone e che da qualche anno ha iniziato a muoversi con sempre maggior decisione anche su Digital Solution, Trasporti, Energia, starebbe studiando la possibilità di aggiungere anche la sua alle manifestazioni di interesse per il piano di rilancio e sviluppo di Italtel.
«No comment» sia da Pillarstone sia da Sirti rispetto a questa possibilità che, se andasse in porto, vedrebbe la nascita di un campione nazionale delle infrastrutture delle Tlc attraverso un’unione che storicamente ha fatto capolino, per poi finire nel cassetto, più volte. In questo caso, paradossalmente, a facilitare potrebbe essere la procedura di concordato in bianco in cui Italtel è da poco entrata e che ha visto la nomina di tre commissari: Lorenzo Buraggi, Pierluigi Benigno e Alberto Redeghieri Baroni.
Quella che ora è controllata di Exprivia (81%) e partecipata da Cisco (19%) in questa situazione è arrivata non tanto per un problema di business, anche se l’andamento dei ricavi ha risentito fortemente negli ultimi anni. Sulla situazione di Italtel, guidata da un manager di lungo corso come Stefano Pileri, pesa il momento no per le Tlc, con i tre principali committenti – Tim, Open Fiber e la spagnola Telefonica – che nel 2019 hanno frenato quanto a valore delle commesse. Più che la gestione – portata giù da elementi congiunturali, ma le cui prospettive sono legate all’andamento che per il settore tlc nei prossimi mesi potrebbe portare affari e commesse da 5G e nuove reti – a tenere sulle spine la società specializzata in routing delle reti, edge computing, core network e automazione industriale, è il fardello del debito.
Nata nel 1921 dalla Siemens per produrre telefoni, ebbe il suo periodo di massimo splendore negli anni 80 sotto la guida di Marisa Bellisario. Poi negli anni Novanta l’inizio del periodo turbolento, con una girandola di proprietà e di manager culminata nel mancato sbarco a Piazza Affari. L’eredità di quella fase di instabilità sta nella zavorra debitoria figlia della scalata a leva che ha visto Telecom cedere il controllo a una cordata che aveva in maggioranza il fondo Dubilier. Ora l’indebitamento bancario si attesta sui 160 milioni di euro.
Per Italtel sembrerebbe dunque aprirsi una sfida tra due soluzioni industriali, anche se interesse al momento sembrerebbe manifestato anche da altri soggetti. Allo stato delle cose però le opzioni più concrete sembrerebbero essere un’operazione finalizzata da Exprivia, oppure una procedura guidata da Sirti, controllata del gruppo Pillarstone. Proprio quest’ultimo ha fatto il suo ingresso nel concordato in bianco, avviato da Italtel il 31 marzo, rilevando una bella fetta – intorno ai 100 milioni – del debito di Italtel da Unicredit. Piazza Gae Aulenti era il principale creditore del gruppo, seguita da Bpm, Ifis e Ubi.
Va detto che su Italtel è in corso da qualche mese la ricerca di un possibile cavaliere bianco, proceduta gestita da Kpmg e dallo studio legale Giuseppe Iannaccone e Associati. Nel tempo si sono fatti avanti alcuni gruppi strategici: come Engineering, Digital Value, Matic Mind, ma anche alcuni fondi di private equity.
La stessa azionista Exprivia si è mossa con i suoi advisor: Houlihan Lokey e lo studio legale Clifford Chance. Exprivia aveva avviato discussioni con le banche finanziatrici e, prima ancora, era vicina a trovare una soluzione di rifinanziamento (poi saltata) con un fondo, cioè Crf Clessidra, il braccio attivo nelle ristrutturazioni del gruppo finanziario milanese controllato da Italmobiliare.
Ma l’ingresso sulla scena di Pillarstone Italy tramite il fondo RSCT Fund (che ha acquisito il credito Unicredit) ha modificato il parterre dei creditori e ora apre lo scenario a un’altra soluzione industriale. In gioco ci sarebbe un gigante delle infrastrutture, visto che insieme si parla di un giro d’affari di un miliardo circa, che potrebbe piombare sulla scena proprio mentre con il Decreto Rilancio si è deciso di spingere sul tema delle infrastrutture per la digitalizzazione. Entro luglio le offerte di rilancio dovrebbero arrivare all’attenzione dei commissari e del cda di Italtel. Per qualsiasi soluzione, se tutto dovesse andare per il verso giusto, si avrebbe un accordo di ristrutturazione dei debiti e ricapitalizzazione entro novembre con un closing suggellato dal Tribunale in dicembre.