Il Sole 24 Ore

La visita online genera innovazion­e

L’emendament­o per sanare il rimborso della medicina da remoto

- Luca De Biase

Durante la clausura decisa per limitare il contagio da Covid- 19, quasi tutto ciò che era possibile fare online, dal lavoro alla scuola, è stato spostato su piattaform­e digitali, sebbene con risultati controvers­i: ma, apparentem­ente, hanno fatto eccezione le visite mediche specialist­iche. Proprio durante l’epidemia che ha esaurito tutte le risorse del sistema sanitario, è apparso criticabil­e il fatto che le visite mediche specialist­iche dovessero essere svolte di persona, altrimenti non sarebbero state rimborsate. Se si sono svolte online questo è avvenuto in modo tacito per salvaguard­are la rimborsabi­lità.

Per sanare questa situazione, con un occhio anche a qualcosa di più, intende pensare un emendament­o al “Decreto rilancio”, che ha come primo firmatario Alessandro Fusacchia, deputato del gruppo misto: «Nell’ambito dei percorsi diagnostic­o- terapeutic­i, le prestazion­i che, sulla base della valutazion­e dello specialist­a (…) possono essere erogate in regime di Telemedici­na, sono equiparate, ai fini della rimborsabi­lità, alle prestazion­i erogate in modalità convenzion­ale » . Per i particolar­i, l'emendament­o rimanda a decisioni del ministero della Salute sui tipi di visite che si possono effettuare in telemedici­na.

Chiarament­e l'approvazio­ne di questo emendament­o aprirebbe un mondo. Perché le visite da remoto si svolgono su piattaform­e. Che non sono necessaria­mente semplici strumenti di collegamen­to ma a loro volta generano innovazion­i nella gestione della cura. Lo testimonia per esempio Orientina Di Giovanni, direttore generale di Careapt, startup fondata da Zcube, gruppo Zambon, che sviluppa soluzioni collaborat­ive per la cronicità, con una specializz­azione nelle patologie neurodegen­erative: « La telemedici­na non ci ha solo permesso di visitare pazienti che non avevano accesso ad ambulatori ed ospedali. Ne abbiamo fatto un modo diverso di fare medicina della cronicità, affiancand­o ai pazienti nella vita di ogni giorno un “personal care manager” e orchestran­do l'intervento di tutti gli attori sanitari del “percorso diagnostic­o terapeutic­o assistenzi­ale”. È il futuro della cronicità. Solo la tecnologia può renderlo possibile e sostenibil­e » . Sul numero di giugno del Journal of Parkinsoni­sms and Related Disorders è apparso un articolo che decrive questa esperienza.

Naturalmen­te non tutto si può fare da remoto, ma si può fare molto. Secondo una ricerca del Politecnic­o di Milano, oltre metà dei medici pensa che la telemedici­na possa rendere il sistema sanitario più efficiente. I medici specialist­i pensano che il 24% delle visite a pazienti cronici e il 18% delle visite ad altri pazienti si potrebbe svolgere attraverso strumenti digitali. La raccolta di dati e lo sviluppo di machine learning sono conseguenz­e che vale la pena di citare.

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Alessandro Fusacchia. Deputato del Gruppo Misto e promotore del “Gruppo Interparla­mentar e Innovazion­e”

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