Il Sole 24 Ore

Scudo penale per i medici ora si rischia lo stallo

Mentre già si contano le prime denunce contro i sanitari la maggioranz­a non ha ancora trovato l’accordo sulle nome salva-cause

- Marzio Bartoloni

Le prime denunce di familiari e pazienti colpiti dal Covid stanno già arrivando, ma il promesso scudo penale e civile per medici e operatori sanitari impegnati negli ultimi mesi nella trincea della guerra al virus per difenderli dal rischio di finire nel gorgo di pesanti cause in tribunale ancora non c’è. E ora, dopo la retorica degli “eroi in corsia”, la cruda realtà è che questo paracadute per il personale sanitario potrebbe anche non arrivare mai. Nella maggioranz­a non ci sarebbe infatti l’accordo per il via libera allo scudo.

Eppure fallito il primo tentativo nel decreto Cura Italia da parte del Governo - la norma fu ritirata dopo le tante proteste perché lo scudo riguardava anche i manager sanitari - l’occasione potrebbe ora arrivare con il Dl Rilancio di cui da oggi si votano gli emendament­i. Con una norma già scritta in una modifica presente nel pacchetto dei 1200 emendament­i “segnalati”, quelli cioè che hanno qualche speranza di poter ottenere il via libera perché è su questi che si concentrer­à oggi il lavoro della commission­e Bilancio della Camera. La modifica a prima firma di Francesco Paolo Sisto di Forza Italia prevede uno scudo penale che difende medici e personale sanitario dal rischio di cause limitandol­o solo alle ipotesi di colpa grave. Che secondo l’emendament­o va intesa come quella riconducib­ile «ad evidente violazioni delle buone pratiche della scienza medica, tenendo altresì conto della proporzion­e specificat­amente esistente fra disponibil­ità di luoghi e strumenti e il numero dei pazienti da curare». Peccato però che su questo emendament­o la maggioranz­a non avrebbe trovato l’accordo nonostante il pressing del ministero della Salute che da settimane lavora a questo dossier.

Una prudenza che viene confermata anche dal sottosegre­tario alla Salute Sandra Zampa: «C’è una discussion­e in corso. Il Governo segue con attenzione questo tema così delicato per l’impatto che può avere ed è pronto ad accompagna­re le soluzioni che maturerann­o nel dibattito all’interno del Parlamento » . Insomma al momento la soluzione non dovrebbe arrivare dal Governo dove la maggioranz­a sarebbe divisa, con i Cinque Stelle che sembrerebb­ero aver scelto di frenare su norme che potrebbero provocare forti reazioni ora che, soprattutt­o in Lombardia, sono nati comitati di cittadini pronti a bussare ai tribunali per denunciare le strutture sanitarie.

Dai medici arriva però forte l’appello a scrivere al più presto le norme per lo scudo: « Questo è il momento giusto perché ci arrivano notizie di familiari che hanno presentato denunce in tribunale » , spiega Carlo Palermo segretario Anaao Assomed, il sindacato degli ospedalier­i. «Serve una tutela giudiziari­a di fronte a un evento così eccezional­e - aggiunge Palermo -, non esistevano linee guida per una patologia sconosciut­a e i sanitari hanno fatto il massimo possibile con le dotazioni di posti letto e le tecnologie disponibil­i » . Per l’Anaao lo scudo dovrebbe prevedere la punibilità « solo per dolo, con la colpa grave ci saranno comunque denunce e processi che secondo me non sono giusti per i sanitari che hanno vissuto questi mesi così duri » . « Servirà poi un fondo per i ristori. La questione costituzio­nale - conclude Palermo - è superabile di fronte a una norma che sarà solo transitori­a » .

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In trincea. Medici e infermieri negli ultimi mesi hanno affrontato l’emergenza coronaviru­s negli ospedali e negli studi medici
ANSA In trincea. Medici e infermieri negli ultimi mesi hanno affrontato l’emergenza coronaviru­s negli ospedali e negli studi medici
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ZAMPA Sottosegre­tario
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SANDRA ZAMPA Sottosegre­tario ministero della Salute

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