Scudo penale per i medici ora si rischia lo stallo
Mentre già si contano le prime denunce contro i sanitari la maggioranza non ha ancora trovato l’accordo sulle nome salva-cause
Le prime denunce di familiari e pazienti colpiti dal Covid stanno già arrivando, ma il promesso scudo penale e civile per medici e operatori sanitari impegnati negli ultimi mesi nella trincea della guerra al virus per difenderli dal rischio di finire nel gorgo di pesanti cause in tribunale ancora non c’è. E ora, dopo la retorica degli “eroi in corsia”, la cruda realtà è che questo paracadute per il personale sanitario potrebbe anche non arrivare mai. Nella maggioranza non ci sarebbe infatti l’accordo per il via libera allo scudo.
Eppure fallito il primo tentativo nel decreto Cura Italia da parte del Governo - la norma fu ritirata dopo le tante proteste perché lo scudo riguardava anche i manager sanitari - l’occasione potrebbe ora arrivare con il Dl Rilancio di cui da oggi si votano gli emendamenti. Con una norma già scritta in una modifica presente nel pacchetto dei 1200 emendamenti “segnalati”, quelli cioè che hanno qualche speranza di poter ottenere il via libera perché è su questi che si concentrerà oggi il lavoro della commissione Bilancio della Camera. La modifica a prima firma di Francesco Paolo Sisto di Forza Italia prevede uno scudo penale che difende medici e personale sanitario dal rischio di cause limitandolo solo alle ipotesi di colpa grave. Che secondo l’emendamento va intesa come quella riconducibile «ad evidente violazioni delle buone pratiche della scienza medica, tenendo altresì conto della proporzione specificatamente esistente fra disponibilità di luoghi e strumenti e il numero dei pazienti da curare». Peccato però che su questo emendamento la maggioranza non avrebbe trovato l’accordo nonostante il pressing del ministero della Salute che da settimane lavora a questo dossier.
Una prudenza che viene confermata anche dal sottosegretario alla Salute Sandra Zampa: «C’è una discussione in corso. Il Governo segue con attenzione questo tema così delicato per l’impatto che può avere ed è pronto ad accompagnare le soluzioni che matureranno nel dibattito all’interno del Parlamento » . Insomma al momento la soluzione non dovrebbe arrivare dal Governo dove la maggioranza sarebbe divisa, con i Cinque Stelle che sembrerebbero aver scelto di frenare su norme che potrebbero provocare forti reazioni ora che, soprattutto in Lombardia, sono nati comitati di cittadini pronti a bussare ai tribunali per denunciare le strutture sanitarie.
Dai medici arriva però forte l’appello a scrivere al più presto le norme per lo scudo: « Questo è il momento giusto perché ci arrivano notizie di familiari che hanno presentato denunce in tribunale » , spiega Carlo Palermo segretario Anaao Assomed, il sindacato degli ospedalieri. «Serve una tutela giudiziaria di fronte a un evento così eccezionale - aggiunge Palermo -, non esistevano linee guida per una patologia sconosciuta e i sanitari hanno fatto il massimo possibile con le dotazioni di posti letto e le tecnologie disponibili » . Per l’Anaao lo scudo dovrebbe prevedere la punibilità « solo per dolo, con la colpa grave ci saranno comunque denunce e processi che secondo me non sono giusti per i sanitari che hanno vissuto questi mesi così duri » . « Servirà poi un fondo per i ristori. La questione costituzionale - conclude Palermo - è superabile di fronte a una norma che sarà solo transitoria » .