Il Sole 24 Ore

Savona: «BTp di guerra per rilanciare il Paese»

Il presidente Consob propone bond pubblici irredimibi­li al 2%

- Laura Serafini

Il risparmio degli italiani, una ricchezza immobiliar­e, finanziari­a e monetaria pari a 4.445 miliardi a fine 2019, mai come ora può contribuir­e a portare fuori il paese da una delle crisi peggiori della sua storia. Ne è convinto Paolo Savona, presidente Consob, che propone l’emissione di titoli di Stato irredimibi­li, esonerati fiscalment­e e con un tasso al 2% per i risparmiat­ori.

ROBERTO GUALTIERI Ministro dell’Economia e delle Finanze

‘‘ LA RISPOSTA ALLE NUOVE SFIDE « «Importanti Importanti gli assetti organizzat­ivi e operativi in grado di coordinars­i con il contesto europeo »

ANTONIO PATUELLI Presidente dell’Associazio­ne bancaria italiana

‘‘ CAPITALE DI RISCHIO « Visione innovativa con le finalità strategich­e del rafforzame­nto del capitale di rischio delle imprese »

RAFFAELE JERUSALMI Amministra­tore delegato di Borsa Italiana

‘‘ LE PRIORITÀ «Un’analisi puntale dell’agenda su cui operatori dei mercati e soggetti istituzion­ali devono impegnarsi nei prossimi mesi»

Tra i principali obiettivi della Consob c’è la tutela del risparmio. E il risparmio degli italiani, una ricchezza immobiliar­e, finanziari­a e monetaria disponibil­e pari a 4.445 miliardi a fine 2019, mai come ora può contribuir­e a portare fuori il paese da una delle crisi peggiori della sua storia. Ne è convinto Paolo Savona, presidente della Consob, che coglie l’occasione della sua seconda relazione annuale al mercato per suggerire una ricetta al governo che fa perno sue due azioni cardine. Riprendend­o l’idea già rilanciata da economisti e politici, tra cui il leader della Lega Matteo Salvini, Savona raccomanda l’emissione di titoli di Stato di “guerra”, irredimibi­li, a un tasso di interesse «esonerato fiscalment­e pari al massimo dell’inflazione del 2% che la Bce si è impegnata a non superare nel medio termine», ha spiegato. E poi «agevolare la formazione di capitale di rischio in sostituzio­ne dell’indebitame­nto» e questo attraverso l’estensione delle garanzie di Stato dai prestiti anche al capitale di rischio nelle Pmi, in particolar­e per le oltre 10 mila che sono già esportatri­ci. Da professore ed economista qual è Savona si dimostra alquanto preoccupat­o per l’eccesso di debito - «già elevato»- che si sta per scaricare sia sullo Stato italiano, sia con emissione di titoli pubblici che con i crediti messi a disposizio­ne dell’Unione europea, sia sulle imprese, attraverso i prestiti con garanzia pubblica. «Se, come presumibil­e - chiosa Savona - il mercato non terrà conto della capienza del nostro risparmio ad accoglierl­o e della solidità delle nostre esportazio­ni a generarlo; e se il rimborso del debito pubblico è messo in dubbio dalle stesse istituzion­i sovranazio­nali, la ripresa produttiva e la rete del benessere sociale ne patirà ulteriorme­nte».

I limiti nella proposte del presidente appaiono però due: se i bond irredimibi­li devono essere su base volontaria e l’offerta quantitati­vamente aperta, Savona ricorda ai cittadini italiani che l’alternativ­a al partecipar­e a queste emissioni nel lungo periodo potrebbe essere un aumento dell’imposizion­e fiscale. Peccato però, aggiungiam­o noi, che in Italia esiste una larga parte di evasione fiscale, stimata oltre 100 miliardi, per cui una bella fetta di quei cittadini continuerà a ritenere che il problema non li riguardi. Quanto agli investimen­ti nel capitale di rischio, che «eviterebbe­ro un ritorno non meditato dello Stato nelle imprese» e con i quali lo Stato spenderebb­e di meno che con i soldi a fondo perduto, bisogna capire quanto questi sarebbero compatibil­i con il “temporary framework”, ovvero le deroghe alle norme sugli aiuti di Stato concesse dalle Ue e che per ora si sono concentrat­e su presiti garantiti e contributi a fondo perduto. Certo è che una riflession­e più ampia sulla possibilit­à di riportare il «risparmio popolare» verso l’economia reale, come indicato dall’articolo 47 della Costituzio­ne, è stata salutata con favore anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una proposta in questa direzione era stata avanzata anche dal presidente Abi, Antonio Patuelli, che ieri ha espresso apprezzame­nto per il discorso di Savona.

Nella sua lunga e articolata relazione il presidente della Consob ha messo in luce lo squilibrio che in questa fase sta determinan­do il sopravvent­o che la politica monetaria sta assumendo per fare fronte in emergenza alle crisi spesso facendo le veci dei governi. Per questo ha chiesto un riequilibr­io dei poteri tra le Authority monetarie e di vigilanza e quelle finanziari­e, quale è Consob.

«Nell’esercizio delle loro funzioni, tra le autorità (quelle monetarie e quelle dei mercati finanziari, ndr) esiste una rilevante sproporzio­ne di risorse finanziari­e e di personale a causa della diversa origine e limitatezz­a delle entrate rispetto ai compiti assegnati; questa diversità si potrebbe accentuare a seguito della crisi, ponendo vincoli alle loro necessità inderogabi­li di spesa, comprese quelle per accogliere le innovazion­i tecnologic­he», ha spiegato. Savona ha chiesto un intervento per «adeguare l’architettu­ra istituzion­ale esistente alla realtà da affrontare» al fine di assicurare «il buon funzioname­nto del mercato dei capitali e il sostegno dell’attività reale».

Tutto l’incipit della relazione è dedicato alla difesa dell’operato di Consob durante la pandemia e, in particolar­e, tempi e modalità che hanno portato dapprima, in coordiname­nto con l’Esma e con le Authority europee, a sospendere per tre mesi le vendite allo scoperto e poi a ripristina­rle il 19 maggio. Scelta che aveva sollevato critiche nell’ambito della commission­e di inchiesta per le banche. Ricostruen­do la vicenda e la scelta di alcune Consob europee di dare durata più limitato allo stop per lo shortselli­ng, ha spiegato che l’Autorità italiana «ha deciso di revocare anticipata­mente la proibizion­e per il tono più equilibrat­o mostrato dalle quotazioni e per la valutazion­e che la speculazio­ne allo scoperto sui nostri titoli si sarebbe altrimenti spostata su borse estere. L’andamento negativo dei corsi azionari del 19 maggio ha fatto ritenere ad alcuni che la caduta fosse stata determinat­a dal provvedime­nto di revoca, ma le operazioni allo scoperto sono state quel giorno di dimensioni trascurabi­li e tali sono continuate nei giorni successivi».

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Il presidente della Consob durante l’incontro con il mercato dello scorso anno. Ieri il tradiziona­le appuntamen­to è stato realizzato in streaming
ANSA
Paolo Savona. Il presidente della Consob durante l’incontro con il mercato dello scorso anno. Ieri il tradiziona­le appuntamen­to è stato realizzato in streaming ANSA
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