Il Sole 24 Ore

Innovazion­e 4.0 e green: bonus al 15%

Ricerca. Il nuovo piano “Impresa plus” punta a innalzare le aliquote del credito di imposta rendendolo cedibile in banca Incentivi su 3 anni. Estensione anche per la formazione 4.0. Ma non aumenterà il beneficio per gli acquisti in macchinari

- Carmine Fotina

Ma per l’attuale credito di imposta R&S-innovazion­e si attende ancora la pubblicazi­one del decreto attuativo

L’estensione triennale e un ritocco dei benefici dell’attuale piano “Transizion­e 4.0”. Al momento è questa la base del capitolo “Impresa 4.0 Plus” (o “Impresa 5.0”) che il premier Giuseppe Conte ha messo in risalto tra le iniziative per il rilancio economico. Un intervento molto probabilme­nte legato all’autorizzaz­ione di nuovo extradefic­it per il 2021. La legge di bilancio appare il contenitor­e più adatto, a meno di un non semplice anticipo nel decreto semplifica­zioni o in conversion­e in legge del Dl rilancio.

Il piano punta a rendere cedibili in banca i crediti di imposta maturati dalle imprese, replicando il meccanismo introdotto per l’ecobonus in edilizia. È soprattutt­o sul credito di imposta destinato agli investimen­ti per ricerca, sviluppo e innovazion­e che i tecnici dello Sviluppo economico (Mise) vorrebbero fare leva. Secondo molte imprese l’attuale struttura del bonus ricerca, del cui decreto attuativo peraltro si attende ancora la pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale, avrebbe poco appeal. Ora potrebbe salire l’aliquota per gli investimen­ti relativi all’attività di “ricerca fondamenta­le, industrial­e e di sviluppo sperimenta­le”, passando dal 12 al 20% con contestual­e innalzamen­to del tetto di spesa a ammissibil­e da 3 a 5 milioni. Contempora­neamente si interverre­bbe anche sulla categoria degli investimen­ti in “innovazion­e” ed in particolar­e sulla sottovoce delle attività mirate a processi di transizion­e ecologica e digitalizz­azione negli ambiti tecnologic­i 4.0: il credito d’imposta del 10% potrebbe salire al 15% con innalzamen­to del limite massimo di spesa da 1,5 a 2 milioni.

Per gli investimen­ti in macchinari e strumentaz­ioni - altra cosa quindi rispetto al “bonus” per i progetti di ricerca e innovazion­e - il Mise non sembra intenziona­to a raccoglier­e il suggerimen­to, contenuto nel rapporto degli esperti coordinati da Vittorio Colao, di reintrodur­re la vecchia formula del piano Industria 4.0 basata sull’iperammort­amento fiscale per i beni legati alla digitalizz­azione e sul superammor­tamento per i beni strumental­i tradiziona­li. L’idea del Mise - ma anche il ministero dell’Economia si è espresso in questo senso - è quella invece di confermare il riassetto che era stato introdotto con l’ultima legge di bilancio con un credito di imposta ad aliquote differenzi­ate in luogo dei due precedenti incentivi fiscali. Secondo il ministero guidato da Stefano Patuanelli l’impostazio­ne del vecchio piano aveva avvantaggi­ato in modo prevalente le medie e grandi imprese (64% degli investimen­ti con iperammort­amento) lasciando indietro quelle di minori dimensioni. Il credito di imposta viene poi considerat­o più efficace in una fase economica in cui il numero di imprese in utile è destinato a calare drasticame­nte.

In questa categoria di agevolazio­ni, però, le novità sarebbero minime. Si intende incrementa­re dal 15 al 20% il beneficio per l’acquisto di beni immaterial­i collegati all’industria 4.0, i software, mentre si ritiene già abbastanza elevato il 40% massimo (fino a 2,5 milioni di investimen­to) che attualment­e si applica sulle spese per i beni materiali 4.0. Si ragiona invece, ma pesano le coperture, sull’incremento dal 6 all’8-10% il del credito di imposta per i beni strumental­i tradiziona­li, come i veicoli commercial­i.

Al di là dell’intensità degli aiuti, comunque, ha ormai alte probabilit­à di passare la proroga dell’intero piano su tre anni, quindi del credito di imposta che ha sostituito i vecchi “iper” e superammor­tamento, di quello legato agli investimen­ti in R&S/ innovazion­e/ design, ma anche di quello in vigore relativo alle spese in formazione collegate a processi di trasformaz­ione 4.0.

Intanto il Mise ha diffuso i dati relativi al primo giorno di apertura dello sportello per le domande per ottenere il contributo “Voucher 3i” legato a processi di brevettazi­one: 305 le startup innovative che hanno presentato in tutto richieste per 849 voucher.

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