«Cuneo fiscale zavorra, poco attenti alle imprese»
«Finora è mancata una qualunque visione sulla Fase 3, serve un piano di crescita pluriennale che punti su lavoro e innovazione». Oggi Confindustria agli Stati generali del governo
« «Bisogna Bisogna riorientare il Paese verso la crescita del lavoro, del reddito, della produttività e dell’innovazione » . Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, lo scrive nella premessa al volume “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo”, che consegnerà oggi al presidente del Consiglio nell'incontro a Villa Pamphili. « Finora è mancata una qualunque visione sulla Fase 3, serve un piano di crescita pluriennale che punti su lavoro e innovazione » . L’obiettivo è recuperare non solo i dieci punti di Pil che si perderanno quest’anno, ma anche i tre punti che a fine 2019 ancora mancavano per arrivare ai livelli del 2008.
Sfida sviluppo.
L’obiettivo: recuperare non solo i dieci punti di pil che si perderanno quest’anno ma anche i tre punti che a fine 2019 ancora mancavano per arrivare ai livelli del 2008. Con una strategia pluriennale. «Bisogna riorientare il paese verso la crescita del lavoro, del reddito, della produttività e dell’innovazione». Carlo Bonomi lo scrive nella premessa al volume “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo”, che consegnerà oggi al presidente del Consiglio, nell’incontro a Villa Pamphili. Bonomi al tavolo con il governo presenterà una serie di proposte. Alcune le ha approfondite nella premessa del libro. Occorrono le riforme, dal welfare «troppo sbilanciato sulla spesa previdenziale e pericolosamente inadeguato per povertà, scuole, università, giovani, donne e famiglia» al fisco, che il presidente di Confindustria ritiene «barocco e distorsivo», sollecitando un intervento sul cuneo fiscale «zavorra per le imprese». E intervenire sul «maxi debito italiano che ci ha reso il paese più esposto alla crisi».
A Villa Pamphili gli imprenditori si confronteranno con il governo. Bonomi, sia in dichiarazioni passate che nella prefazione al libro - che sarà presentato domani nella sede di Assolombarda - non fa sconti all’esecutivo, afferma che avrebbe voluto una ben diversa attenzione e altre misure per il mondo delle imprese. Quelle adottate finora « hanno il grande demerito di essere state decise senza prestare alcun orecchio alle esigenze delle imprese». Invece all’Italia occorre una «democrazia negoziale» costruita su una « grande alleanza pubblico-privato» su cui il decisore politico «non ha delega insindacabile per mandato elettorale ma dialoga incessantemente attraverso le rappresentanze del mondo dell’impresa, del lavoro, del terzo settore, delle professioni, ricerca e cultura». Soluzioni di breve periodo, con bonus a tempo, interventi a margine del sistema fiscale, nuova spesa sociale con interventi improvvisati «si sono rivelati un’illusione » . Serve una « solida cornice di impegni decennali » .
Più nel merito per Bonomi «non è una grande idea chiedere alle aziende di indebitarsi mentre devono continuare a pagare le imposte e mentre lo Stato non rende immediatamente disponibili gli oltre 50 miliardi di debiti commerciali che deve ai suoi fornitori». Per Bonomi è « mancata finora una qualunque visione sulla Fase 3»: bisognerebbe ripotenziare Industria 4.0 per rilanciare gli investimenti e affiancare un grande piano Fintech 4.0. Inoltre « è impensabile » continuare ad accumulare nuove forme di cassa integrazione e di sostegno al reddito » sommandole agli strumenti esistenti «già troppo eterogenei » con il risultato che i fondi arrivano tardi, così come la liquidità alle imprese.
Per il fisco va pensata una riforma pluriennale, «per renderlo una leva e non un ostacolo allo sviluppo » . Quanto alla « zavorra del cuneo» prima si era intervenuti «giustamente » a favore dei lavoratori, ora per Bonomi « occorre pensare da subito a ridurre la quota a carico delle imprese » . E bisogna continuare la lotta al debito, che va verso il 160%, ben più alto di quello europeo di 60 punti: « il Def non dice nulla in proposito. L’Italia dovrebbe per prima porre sul tavolo una proposta di accordo pluriennale » ciò renderebbe più forti le istanze italiane sull'intero pacchetto delle proposte su cui si muove la Commissione Ue.
Le risorse europee vanno utilizzate tutte «in modo rapido e massivo»: ci sono più di 110 miliardi «impegnabili a breve». E per Bonomi occorre usare risorse Ue anche per riequilibrare il welfare con strumenti che «l'ordinamento Ue offre per misure energiche di finanza pubblica volte alla crescita».
Il presidente: «La proposta fatta da Autostrade non è accettabile. Il dossier va chiuso subito».