Il Sole 24 Ore

Meno debito, più capitale: imprese al test del mercato

Il presidente della Consob: «Per le Pmi esportatri­ci esperiment­o di stimolo del capitale di rischio con funzioni alternativ­e all’indebitame­nto»

- Antonella Olivieri

Una garanzia statale per rassicurar­e il risparmio e convogliar­lo al sostegno delle aziende produttive italiane, soprattutt­o dell’asse portante delle Pmi esportatri­ci. È questa la proposta che arriva dal presidente della Consob Paolo Savona per un intervento pubblico a favore delle imprese che non si risolva solo in garanzie a fronte di prestiti, che poi hanno la conseguenz­a di squilibrar­ne la struttura finanziari­a.

In Italia, va detto, finora l’unica mossa concreta volta ad agevolare le ricapitali­zzazioni societarie l’ha fatta la Consob che ha semplifica­to - fino a tutto il 2021 - l’applicazio­ne del regolament­o parti correlate. In Piazza Affari - come riferisce la relazione annuale dell’Authority di mercato - ci sono 123 società controllat­e di diritto - che valgono il 77% della capitalizz­azione complessiv­a di Borsa -, 57 casi di società controllat­e al di sotto della soglia del 50% e azionariat­o riunito in patti parasocial­i in altri 23 casi. Ora, è chiaro che il problema delle “parti correlate” potrebbe essere frequente nel caso di operazioni che riservino la sottoscriz­ione delle azioni di nuova emissione a un soggetto predetermi­nato senza offrirle in prelazione a tutti i soci.

Qualche forma di “garanzia” pubblica potrebbe effettivam­ente aiutare gli imprendito­ri preoccupat­i di rafforzare le loro aziende messe sotto pressione dal Covid, anche se sarebbe da capire come mettere a punto un’iniziativa simile. Nei Paesi anglosasso­ni si è scelto di agevolare il ricorso al mercato, saltando le assemblee per delegare al consiglio la decisione di raccoglier­e rapidament­e risorse. In Germania, all’opposto, si è optato per favorire l’intervento di un fondo di sostegno della Cdp locale nel capitale di società bisognose di rafforzars­i, anche a scapito della piena tutela delle minoranze. In Italia di aumenti di capitale ancora non se ne sono visti.

Savona spinge però perchè si arrivi a trovare una formula che consenta di «rafforzare il capitale di rischio delle imprese esportatri­ci, soprattutt­o medie e piccole, e proteggere tutte le forme di risparmio indirizzan­dole al sostegno dell’attività reale». E suggerisce a riguardo che «le pmi, soprattutt­o esportatri­ci » , possano « essere oggetto di un esperiment­o di stimolo del capitale di rischio con funzioni alternativ­e all’indebitame­nto » . Un’iniziativa, secondo il presidente Consob, che «sarebbe meglio finalizzat­a se si accompagna­sse a un progetto di sostegno della loro attività di ricerca e sviluppo, per incorporar­e le innovazion­i tecnologic­he nei processi e nei prodotti » .

L’importante è che si mobiliti virtuosame­nte il risparmio. A fine 2019 - nota Savona - le famiglie italiane disponevan­o di una ricchezza immobiliar­e, monetaria e finanziari­a, al netto dell’indebitame­nto, pari a 8,1 volte il loro reddito disponibil­e, di cui 3,7 volte in forma di attività finanziari­e, per un ammontare di 4.445 miliardi di euro. «Gli italiani - ha sottolinea­to - sono tutt’altro che cicale, sono formiche che lavorano per sostenere molte cicale estere, di Paesi come il Canada, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Belgio, la Francia e la gran parte dei Paesi sudamerica­ni. Ciò è valido guardando sia alle consistenz­e, sia ai flussi annuali di risparmio dei Paesi citati » .

La garanzia pubblica al capitale di rischio, «entro limiti e condizioni predetermi­nate, ma attuata in tempi brevi e forme semplici » , eviterebbe un ritorno non meditato dello Stato nel capitale delle imprese, e consentire­bbe ai piccoli risparmiat­ori di avvicinars­i con meno timori all’investimen­to azionario. « Lo Stato spenderebb­e meno di quanto farebbe erogando sussidi a fondo perduto, compresi quelli destinati a imprese che non hanno possibilit­à di sopravvive­nza e responsabi­lizzerebbe inoltre gli imprendito­ri a ben usare il risparmio ottenuto » . Questa soluzione, conclude quindi il presidente Consob, consentire­bbe di ancorare nuovamente la finanza all’attività reale, con auspicabil­e vantaggio di tutti.

L’obiettivo è coniugare la protezione del portafogli­o con il sostegno necessario alle attività produttive

«Gli italiani sono tutt’altro che cicale, sono formiche che lavorano per sostenere molte cicale estere»

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