Abi: sostegno a liquidità e patrimonio delle Pmi
Soluzioni normative per consentire l’emissione di bond di filiera
Accrescere la competitività delle imprese, accelerare la digitalizzazione, sostenere le startup innovative, favorire gli investimenti in cyber security, favorire la transizione verso un’economia sostenibile. E ancora: riforme strutturali, tra le quali l’efficientamento della giustizia civile, riduzione del ritardo nelle infrastrutture, ripensare la struttura della tassazione, rendere i servizi pubblici più efficienti agendo sui tempi della Pa, riformare il sistema sanitario, tutelare l’occupazione, sviluppo di modalità di lavoro flessibile e investire nella conoscenza. È un lungo elenco di interventi quello elencato dal direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, in occasione degli Stati generali. Un focus importante è nel supporto alle Pmi, nel quale le misure suggerite ampliano e sviluppano iniziative già avviate con i decreti approvati in questi mesi dal governo.
Tra queste il sostegno alle liquidità delle imprese, con il rafforzamento delle risorse in dotazione del Fondo centrale di Garanzia per le Pmi. E ancora: viene richiesto l’ampliamento delle risorse garantite dello Stato a favore di Cdp per fornire garanzia alle banche su portafogli di finanziamenti erogati in favore di imprese ( par di capire che si tratti ancora del famoso decreto ministeriale mai emanato che doveva dare attuazione all’articolo 57 del decreto Cura Italia). Altro tasto cruciale è la promozione del rafforzamento patrimoniale delle Pmi. A questo scopo, andrebbe prevista quale misura emergenziale, la temporanea sospensione della normativa contabile in materia di ammortamenti sia per quanto riguarda i beni materiali che i beni immateriali per ridurre il rischio che gli accantonamenti, peggiorando i risultati aziendali, aumentino il livello delle perdite facendo scattare le previsioni degli artt. 2446 e 2447 del codice civile, salvaguardando comunque la capacità del bilancio di rappresentare correttamente i fatti aziendali. E ancora: aiutare le imprese a migliorare il loro livello di patrimonializzazione, incentivando gli investimenti da parte del mercato nel loro capitale e favorire le esigenze di ricapitalizzazione delle imprese mediante strumenti e misure differenziati in base alla tipologia dimensionale e al loro modello di business ( alternativamente, nella forma di contributo a fondo perduto per imprese di minori dimensioni, di interventi di defiscalizzazione degli aumenti di capitale - anche indirettamente attraverso fondi di investimento specializzati - e di sostegno finanziario per le imprese di medie dimensione e, infine, di strumenti di ricapitalizzazione ad- hoc per le imprese più grandi). E poi rafforzare l’Ace - rendendo ancora più attrattiva la proporzione tra incrementi di capitale proprio e la deduzione dal reddito imponibile netto - e stabilizzare l’agevolazione a regime. È proposto anche un correttivo al decreto Rilancio, rivedendo le caratteristiche del Fondo patrimonio Pmi (articolo 26), prevedendo strumenti alternativi a quelli obbligazionari subordinati per supportare la patrimonializzazione delle imprese. Viene suggerito, inoltre, di individuare soluzioni normative per consentire l’emissione di bond di filiera per sostenere filiere e distretti produttivi.
Nell’intervento del direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, focus sul supporto alle piccole imprese
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