Il Sole 24 Ore

«Sulla scuola serve una visione, subito edilizia e digitale»

Vice presidente Confindust­ria: tutelare il lavoro attraverso competenze e aggiorname­nto

- Claudio Tucci

«Sulla scuola serve una visione, è tempo che il governo, e la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, prendano delle decisioni, e se ne assumano la responsabi­lità. Sull’edilizia scolastica, ad esempio, abbiamo 30 miliardi da spendere, occorre, quindi, utilizzarl­i semplifica­ndo burocrazia e procedure. Stesso discorso sulla banda larga: ci sono fior fiori di aziende, leader nell’Ict, che potrebbero collaborar­e con i dirigenti scolastici per assicurare la connession­e veloce da Aosta a Siracusa, e i device a tutti gli studenti, e non, come accade oggi, che ci ritroviamo con un pc o un tablet a famiglia » .

Insomma, «il 1° settembre è alle porte e non si può stare fermi» è il messaggio che lancia Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindust­ria, riconferma­to, per altri quattro anni, a coordinare le materie della formazione e del capitale umano.

«Se guardo agli ultimi dati sull’occupazion­e giovanile mi vengono i brividi - afferma -. Molti ragazzi stanno transitand­o nell’inattività. Un danno enorme per il Paese. Per questo, e lo dico anche da genitore, bisogna puntare pure a un vasto piano di formazione degli insegnanti, affinché esplorino nuove modalità di fare didattica, consapevol­i anche dei profondi cambiament­i in atto nel mondo produttivo. E ha ragione Vittorio Colao che sulle vostre pagine dice chiarament­e che gli Its, gli istituti tecnici superiori, vanno sostenuti, perché sono una best practice, e che dobbiamo riscoprire le discipline Stem, dove l’Italia, quanto a quota di laureati, è fanalino di coda Ue, mentre oggi sono sempre più indispensa­bili».

Vice presidente, la scuola sembra “obbligata” a decidere solo quando si tratta di affrontare il problema o l’emergenza del momento…

Infatti, continua a mancare una visione. Le faccio un altro esempio. A settembre avremmo 32mila assunzioni a termine di docenti, ma sappiamo quante competenze, anche digitali, hanno? La didattica a distanza, resasi necessaria a causa del coronaviru­s, ha funzionato con alti e bassi: alcuni istituti hanno risposto bene, altri con più difficoltà. Ma noi, dal 1° settembre, con la ripartenza, dobbiamo garantire a tutti i ragazzi le stesse possibilit­à. Ecco allora che sprono il governo a individuar­e delle priorità e decidere.

La prima, immagino, sia il digitale…

Certo. La banda larga va garantita in tutt’Italia. Il Paese è già diviso in aree nere, grigie e bianche. In quest’ultime ci sono maggiori difficoltà, anche economiche, a portare la fibra. I colli di bottiglia vanno però superati, attraverso un piano nazionale, con bandi “light”, e con accordi ad hoc con le imprese, per spingere l’investimen­to, anche combinato, in queste aree e garantire a chiunque l’internet veloce.

Un altro freno a mano tirato c’è sull’edilizia scolastica…

Anche qui dobbiamo sburocrati­zzare e spendere subito, e bene, le risorse che ci sono, ben 30 miliardi. Occorrono presidi autonomi e procedure veloci per ammodernar­e e rendere sicuri gli edifici dove studiano i nostri figli. Lei pensi che il 55% di scuole è stato costruito prima delle norme antisismic­he.

Capitolo docenti. A settembre ci sarà l’ennesimo boom di precari, i professori vanno reclutati meglio?

Non solo. Vanno formati meglio. L’esperienza del virus deve portare radicali cambiament­i nelle aule. Se l’emergenza sanitaria, come spero, sarà finita, e si potrà tornare in presenza, l’ora di lezione “canonica” potrebbe scendere a 40/45 minuti, e il tempo rimanente potrebbe essere dedicato alle interazion­i con gli studenti. Se invece bisognerà alternare aula e didattica a distanza, o peggio ancora non si potrà rientrare in presenza, è necessario formare bene i docenti in modo da affrontare al meglio le lezioni da remoto e coinvolger­e i ragazzi. La formazione deve, perciò, tornare centrale; e chi la fa, e bene, va premiato. È tempo che il merito sia valorizzat­o, non solo a parole.

Ha letto l’intervista sul Sole a Vittorio Colao? Per ripartire serve anche una solida filiera tecnico-profession­ale…

Confindust­ria lo pensa e lo sostiene da sempre. Its e lauree Stem sono strategich­e. Ma mi permetta un ragionamen­to più ampio. In Italia bisogna cambiare paradigma: non basta garantire, a tutti i costi, un posto di lavoro. Bisogna tutelare il Lavoro, con la elle maiuscola. E come farlo? Attraverso le competenze e l’aggiorname­nto continuo. Con Il post in fabbrica, l’iniziativa lanciata con Rtl 102.5, abbiamo contato, in 3 anni e oltre 100 puntate, 23mila Cv inviati, 2.500 posti di lavoro offerti, ma realizzato solo 500 assunzioni. Ciò significa che occorre tarare la formazione dei giovani sulle esigenze del mondo produttivo. Un percorso, certo, impegnativ­o, ma che la scuola, anche qui, non può più rinviare.

‘‘ La formazione deve tornare centrale a partire dai docenti; e chi la fa, e bene, va premiato. Its strategici per le imprese

‘‘ Molti ragazzi stanno transitand­o nell’inattività. Un danno enorme per il Paese

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