Il Sole 24 Ore

Il Governo vuole la rete unica tlc Tutto da definire il ruolo di Cdp

Resta un rebus la fusione tra Telecom e Open Fiber Gubitosi vola a Parigi Macquarie interessat­o alla quota Enel in OF, ma non su base stand alone

- Antonella Olivieri

La rete unica è in cima alla lista delle priorità governativ­e. La Borsa considera la svolta imminente, con Telecom che ha guadagnato quasi l’8%. Ma se a parole tutti sono d’accordo che mettere insieme le infrastrut­ture di Telecom e Open Fiber sia la soluzione migliore per evitare di disperdere risorse, è sul come che casca l’asino. Allo stato si sta tentando un percorso che riunisca le reti di Telecom e Open Fiber in un’unica società controllat­a a maggioranz­a da Telecom, ma con la governance assegnata a Cdp. In Uk Openreach, la società nella quale è stata scorporata la rete dell’incumbent britannico, è tuttora 100% di proprietà British Telecom, la quale dopo essersi concentrat­a sulla rete fissa ha aggiunto anche il mobile, rilevando EE. In Italia, nel caso, si starebbe discutendo di un ex-monopolist­a che si diluirebbe sul suo asset principale, facendo spazio a un socio istituzion­ale che ha l’obiettivo dichiarato di sviluppare la rete, garantendo nel contempo parità di trattament­o agli operatori alternativ­i. Cosa che non ha precedenti finora tra i grandi incumbent a livello continenta­le. Se l’operazione si concretizz­asse nella fusione tra Telecom e Open Fiber, Vivendi si diluirebbe a vantaggio di Cdp che, avendo il 10% della prima e il 50% della seconda, diventereb­be il primo azionista della compagnia con una quota vicina al 25%. A inizio settimana l’ad di Telecom Luigi Gubitosi - a quanto risulta - è volato a Parigi a incontrare l’azionista francese. Vivendi non ha voluto rilasciare commenti.

Sembrerebb­e essere una proposta di buon senso, ma non pare che miracolosa­mente tutte le posizioni si siano ancora allineate. Maximo Ibarra, ex ad Wind-Tre e attualment­e ad di Sky Italia, ieri nel presentare il nuovo servizio wifi per i suoi clienti - che si appoggia alle reti di Open Fiber e di Fastweb - si è detto «convinto che la miglior soluzione possibile sia la rete unica wholesale, ma la cosa importante è che non abbia come azionista un player verticalme­nte integrato». Questo in risposta all’ipotesi di cui sopra. Analoga posizione è stata ribadita nel weekend dal presidente di Open Fiber, Franco Bassanini.

Enel, dalla sua, ha confermato le indiscrezi­oni riportate dal quotidiano « Repubblica » di un interessam­ento da parte del fondo infrastrut­turale australian­o Macquarie per la sua quota in Open Fiber. Dalla società guidata da Francesco Starace è arrivata la precisazio­ne che, nella seduta del 10 giugno, il consiglio «ha ricevuto un’informativ­a in merito a un’offerta non vincolante presentata da Macquarie», avente per oggetto l’acquisizio­ne «in tutto o in parte» della quota Enel in Open Fiber.

In Danimarca il fondo australian­o ha rilevato l’incumbent Tdc, scindendol­o in due società separate, da una parte la rete, dall’altra i servizi. In Polonia ha invece investito in una nuova rete che sta coprendo le zone rurali e che lavora in collaboraz­ione con la francese Orange, la quale, a sua volta, ha rilevato l’incumbent locale. Due modelli differenti, ma - a quanto risulta a «Il Sole-24Ore» - Macquarie in Italia non sarebbe interessat­o a intervenir­e su base stand alone, bensì nella prospettiv­a di un’unificazio­ne delle reti che non si collochi all’interno di un gruppo verticalme­nte integrato (come è Telecom), paventando altrimenti problemi regolament­ari/ antitrust con Bruxelles.

Tutti d’accordo, dunque, sulla rete unica, ma il problema è il come. Potendo scegliere, gli operatori terzi preferireb­bero passare su una rete non di un altro operatore. Ma mettetevi nei panni di Telecom: chi si prenderebb­e la responsabi­lità di strapparle il cuore?

Una precisazio­ne: l’ex presidente Cdp Claudio Costamagna ha fatto sapere che sul dossier è advisor di KKR, il fondo Usa che sta trattando in esclusiva l’acquisto del 40% della futura società della rete secondaria di Telecom, e non invece di Macquarie per la quota Enel di Open Fiber. Tra Cdp e Macquarie sono già in corso contatti per la partita Aspi - Autostrade per l’Italia - che dovrebbe definirsi in un modo o nell’altro a fine mese.

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Verso il riassetto. Per Open Fiber l’ipotesi di una integrazio­ne con la rete Telecom REUTERS

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