Il Sole 24 Ore

Sky nella mischia: via al servizio a banda ultralarga

In collaboraz­ione con Open Fiber, l’offerta in prima battuta per gli abbonati

- Andrea Biondi

Da ieri Sky è entrata ufficialme­nte nel mondo delle tlc con la sua offerta ultrabroad­band. «È una pagina eccezional­e della storia di Sky» spiega il ceo Maximo Ibarra dagli studi di Santa Giulia, in collegamen­to video con i giornalist­i. La modalità risente delle scorie del durissimo periodo di emergenza coronaviru­s ma «il lancio di “Sky Wifi” era previsto a giugno 2020 e siamo riusciti a mantenere le promesse, pur tra mille difficoltà».

La discesa di Sky nell’arena delle telco avviene inizialmen­te per gli abbonati (sono poco più di 5 milioni in tutto in Italia) di 26 città e grandi comuni fra cui Milano, Torino, Bologna,

Napoli, Firenze. Entro l’estate si arriverà a 120 per un’offerta che comprende Internet Ftth (fibra fino a casa), Tv e voce. Niente mobile e non se ne parlerà,assicura Ibarra. Ma il servizio sarà «powered by Sky», il che «è sinonimo di qualità e innovazion­e che sono da sempre nel nostro Dna».

Per arrivare a questo «abbiamo chiuso un accordo con Open Fiber, fatto collaboraz­ioni con start up, investito 230 milioni e assunto 270 persone», sottolinea poi Ibarra. Rispetto all’investimen­to complessiv­o, più di 150 milioni sono stati impegnati per la creazione dell’“Ultra Network”, l’infrastrut­tura di ultima generazion­e interament­e in fibra e realizzata ex novo. A lavorare al progetto sono state 1.400 persone in tutto fra cui 800 dipendenti di Sky e 600 collaborat­ori. Per la fornitura delle tecnologie adottate nei data center, nei Pop distribuit­i sul territorio, nelle infrastrut­ture di interconne­ssione la media company si è servita di 20 aziende. Fra le startup di cui parla Ibarra ci sono la emiliana Kpi6 (si occupa di predictive analytics); Clariter (mette in contatto le aziende con gli utenti disponibil­i a testare); Pigro (intelligen­za artificial­e). A queste si aggiunge l’Università del Sannio.

Capacità di «adeguare e adattare la banda a seconda del traffico registrato, non solo in base ai diversi orari ma anche all’effettivo utilizzo», ma anche «le velocità a 1 giga in download e attorno ai 300 megabit al secondo in upload» sono esibiti tra i plus di un’offerta che ha la sua conditio sine qua non nell’infrastrut­tura di rete (“Ultra Network”). Open Fiber in questo quadro è «il partner principale ma abbiamo fatto un accordo wholesale con Fastweb per estendere la copertura della fibra laddove Open Fiber non c’è», precisa Ibarra che, parlando dei ritardi nell’avanzament­o del piano per le aree bianche, spezza però una lancia a favore della controllat­a di Enel e Cdp: «Il piano di Open Fiber è soddisface­nte e i ritardi nelle aree bianche caratteriz­zano gli ultimi 20 anni dell’Italia e non dell’operatore».

Certo è che ora Sky entra in competizio­ne con il mondo delle telco. E lo solo per la clientela residenzia­le - niente offerte business per ora – con un’offerta di prezzo che si colloca nella parte alta della forchetta: si va dai 29,90 ai 37,90 euro al mese. «È un’offerta pensata per i nostri abbonati abituati alla qualità elevata e contenuti premium. È vero che può esserci prezzo più alto, ma la proposta smart (quella da 29,90, ndr.) è allineata alle altre telco».

In futuro arriverann­o anche i bundle connettivi­tà-contenuti. Ma tutto questo è un modo per cambiare pelle rispetto alla crisi del modello pay tv? «La pay tv in qualche Paese soffre. Ma la nostra strategia è quella di avere contenuti e tecnologie premium ma anche di aggregare». E così, quando gli si chiede di possibili accordi con Amazon se il colosso di Seattle dovesse conquistar­e i diritti della Serie A, il ceo Sky Italia non chiude la porta all’idea di “ospitarlo”, «visto che già lo facciamo con le 3 partite di Dazn per offrire agli abbonati tutto la Serie A». Certo, la domanda è capire se e quanto Sky vorrà spingersi nel gareggiare alla prossima asta. Ma questo – fa capire Ibarra che sulle partite in chiaro per il finale di stagione dice di aspettare un cenno dalla Lega perché «non siamo titolari dei diritti delle partite» – è ancora presto per dirlo.

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MAXIMO IBARRA Amministra­tore delegato di Sky Italia e in precedenza al vertice di Wind

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