Sky nella mischia: via al servizio a banda ultralarga
In collaborazione con Open Fiber, l’offerta in prima battuta per gli abbonati
Da ieri Sky è entrata ufficialmente nel mondo delle tlc con la sua offerta ultrabroadband. «È una pagina eccezionale della storia di Sky» spiega il ceo Maximo Ibarra dagli studi di Santa Giulia, in collegamento video con i giornalisti. La modalità risente delle scorie del durissimo periodo di emergenza coronavirus ma «il lancio di “Sky Wifi” era previsto a giugno 2020 e siamo riusciti a mantenere le promesse, pur tra mille difficoltà».
La discesa di Sky nell’arena delle telco avviene inizialmente per gli abbonati (sono poco più di 5 milioni in tutto in Italia) di 26 città e grandi comuni fra cui Milano, Torino, Bologna,
Napoli, Firenze. Entro l’estate si arriverà a 120 per un’offerta che comprende Internet Ftth (fibra fino a casa), Tv e voce. Niente mobile e non se ne parlerà,assicura Ibarra. Ma il servizio sarà «powered by Sky», il che «è sinonimo di qualità e innovazione che sono da sempre nel nostro Dna».
Per arrivare a questo «abbiamo chiuso un accordo con Open Fiber, fatto collaborazioni con start up, investito 230 milioni e assunto 270 persone», sottolinea poi Ibarra. Rispetto all’investimento complessivo, più di 150 milioni sono stati impegnati per la creazione dell’“Ultra Network”, l’infrastruttura di ultima generazione interamente in fibra e realizzata ex novo. A lavorare al progetto sono state 1.400 persone in tutto fra cui 800 dipendenti di Sky e 600 collaboratori. Per la fornitura delle tecnologie adottate nei data center, nei Pop distribuiti sul territorio, nelle infrastrutture di interconnessione la media company si è servita di 20 aziende. Fra le startup di cui parla Ibarra ci sono la emiliana Kpi6 (si occupa di predictive analytics); Clariter (mette in contatto le aziende con gli utenti disponibili a testare); Pigro (intelligenza artificiale). A queste si aggiunge l’Università del Sannio.
Capacità di «adeguare e adattare la banda a seconda del traffico registrato, non solo in base ai diversi orari ma anche all’effettivo utilizzo», ma anche «le velocità a 1 giga in download e attorno ai 300 megabit al secondo in upload» sono esibiti tra i plus di un’offerta che ha la sua conditio sine qua non nell’infrastruttura di rete (“Ultra Network”). Open Fiber in questo quadro è «il partner principale ma abbiamo fatto un accordo wholesale con Fastweb per estendere la copertura della fibra laddove Open Fiber non c’è», precisa Ibarra che, parlando dei ritardi nell’avanzamento del piano per le aree bianche, spezza però una lancia a favore della controllata di Enel e Cdp: «Il piano di Open Fiber è soddisfacente e i ritardi nelle aree bianche caratterizzano gli ultimi 20 anni dell’Italia e non dell’operatore».
Certo è che ora Sky entra in competizione con il mondo delle telco. E lo solo per la clientela residenziale - niente offerte business per ora – con un’offerta di prezzo che si colloca nella parte alta della forchetta: si va dai 29,90 ai 37,90 euro al mese. «È un’offerta pensata per i nostri abbonati abituati alla qualità elevata e contenuti premium. È vero che può esserci prezzo più alto, ma la proposta smart (quella da 29,90, ndr.) è allineata alle altre telco».
In futuro arriveranno anche i bundle connettività-contenuti. Ma tutto questo è un modo per cambiare pelle rispetto alla crisi del modello pay tv? «La pay tv in qualche Paese soffre. Ma la nostra strategia è quella di avere contenuti e tecnologie premium ma anche di aggregare». E così, quando gli si chiede di possibili accordi con Amazon se il colosso di Seattle dovesse conquistare i diritti della Serie A, il ceo Sky Italia non chiude la porta all’idea di “ospitarlo”, «visto che già lo facciamo con le 3 partite di Dazn per offrire agli abbonati tutto la Serie A». Certo, la domanda è capire se e quanto Sky vorrà spingersi nel gareggiare alla prossima asta. Ma questo – fa capire Ibarra che sulle partite in chiaro per il finale di stagione dice di aspettare un cenno dalla Lega perché «non siamo titolari dei diritti delle partite» – è ancora presto per dirlo.