Allarme Assaeroporti: nel 2020 un crollo del 65% dei passeggeri
Iata: prenotazioni per i prossimi mesi in calo dell’82% rispetto al 2019
Una caduta dei ricavi di circa 1,8 miliardi di euro e un crollo dei passeggeri del 65% al di sotto di 70 milioni, rispetto ai 193 milioni dell’anno scorso. Così rischia di chiudersi il 2020 per gli aeroporti italiani, secondo le stime dell’associazione di settore, presentate ieri in un’audizione alla commissione Trasporti della Camera.
Gli aeroporti sono i più colpiti dal Coronavirus nella catena del valore del trasporto aereo, anche perché non hanno ricevuto aiuti, salvo lo sgravio dei canoni da pagare allo Stato. Sono in cassa integrazione oltre 10.000 adetti, il 95% dei lavoratori totali. «Purtroppo in nessun decreto legge del governo, dal Cura Italia per finire con il Rilancio, abbiamo trovato un euro a favore dei gestori», ha osservato il vicepresidente vicario di Assaeroporti, Fulvio Cavalleri.
«Per noi la situazione è veramente grave. Abbiamo chiesto la costituzione di un fondo pubblico per la compensazione dei danni subiti dai gestori dotato di almeno 800 milioni», ha detto la delegazione di Assaeroporti. Alla Camera c’erano anche i vicepresidenti Emilio Bellingardi (d.g. aeroporto di Bergamo), Monica Scarpa (a.d. Save Venezia), Marco Troncone (a.d. Aeroporti di Roma) e il consigliere Armando Brunini (a.d. della milanese Sea).
La situazione è aggravata dal fatto che molti scali sono aperti anche senza traffico per garantire un servizio pubblico, ma ci sono «costi incomprimibili» che possono arrivare all’85% del totale.
«I piccoli aeroporti soffrono tantissimo ed alcuni rischiano la chiusura definitiva, con evidenti ricadute negative sui territori».
Sono stati bloccati gli investimenti, quest’anno erano programmati per oltre un miliardo, di cui 700 milioni solo per AdR, Sea, Venezia e Bergamo. Cavalleri ha fatto notare che «Alitalia rappresenta il 13% del traffico, l’87% è operato da altre compagnie».
La crisi del Coronavirus continua a pesare sui vettori. «La riapertura delle frontiere non ha fatto tornare il traffico alla normalità», ha detto da Ginevra il direttore generale della Iata, Alexandre de Juniac. L’associazione mondiale delle compagnie sottolinea che l’obbligo di quarantena imposto da alcuni paesi, in particolare la Gran Bretagna, «è un blocco per il trasporto aereo».
La Iata ha sottolineato che gli esami medici virali con il test « Pcr » vanno valutati con cautela. Solo se saranno certificati da enti affidabili e se si potranno fare rapidamente ( meglio all’inizio del viaggio) e in modo da avere l’esito entro un’ora potrebbero essere accettabili. Il costo, stimato in circa 150 dollari per ogni test, «deve essere a carico degli Stati che li richiedono, perché non sono le compagnie che li hanno chiesti » .
La Iata dice che le prenotazioni per i prossimi mesi sono inferiori dell’82% rispetto al 2019. La Iata ha chiesto che venga estesa per la stagione invernale la sospensione della «regola 80-20» sugli slot aeroportuali. Una compagnia mantiene gli slot solo se, in ogni stagione Iata, fa voli per almeno l’80% di ogni slot. La regola è stata sospesa da marzo fino al 25 ottobre. Adesso la Iata chiede una proroga fino ad aprile 2021. Altrimenti molte compagnie dovrebbero fare dei voli quasi a vuoto per non perdere gli slot.