Il Sole 24 Ore

Per Etruria&Co una nuova rata da 310 milioni

Lettera da Banca d’Italia agli istituti per saldare il conto dei salvataggi 2015

- L. D.

L’onda lunga del crack delle quattro banche del Centro Italia finite in risoluzion­e a fine 2015 ( Marche, Etruria, CariChieti e CariFerrar­a) continua a infrangers­i contro il sistema bancario italiano. Nei giorni scorsi, a quanto risulta a Il Sole 24Ore, a tutti gli intermedia­ri italiani è stata inviata una comunicazi­one riservata da parte di Banca d’Italia in cui si chiede di versare entro il prossimo 10 luglio un contributo addizional­e di 310 milioni al Fondo nazionale di risoluzion­e. «Tenuto conto delle prossime esigenze finanziari­e del Fondo nazionale di risoluzion­e - si legge nella lettera visionata dal Sole - si rende necessario procedere al richiamo presso il sistema bancario delle annualità della contribuzi­one addizional­e [...] per complessiv­i 310 milioni» milioni». . Banca d’Italia fa riferiment­o a un contributo addizional­e relativo alle annualità già pagate nel 2018, mentre le singole contribuzi­oni richieste alla banche sono calcolate sulla base dei contributi ( e quindi degli attivi) relativi al 2020.

Quella arrivata da Bankitalia è in verità una richiesta già messa in conto dai Cda delle banche italiane. Perché rappresent­a la penultima di quattro tranche (ciascuna da 310 milioni) con cui dal 2018 il sistema sta pagando gli extra costi emersi a valle della crisi dei quattro istituti finiti a gambe all'aria.

Tutto nasce come noto nel novembre 2015, quando il Fondo di risoluzion­e è chiamato a sborsare 3,7 miliardi circa per porre in risoluzion­e le quattro banche. Per coprire quella somma prima si fa affidament­o a un prestito ponte da 4 miliardi (di cui 3,9 effettivam­ente erogati) finanziato da un pool di banche italiane, ma subito dopo si inizia a chiedere conto a tutto il sistema.

Da qui, un primo maxi pagamento ordinario e straordina­rio da 2,4 miliardi elargito nel dicembre 2015 (pari a tre volte l’importo annuale dei contributi ordinari). Gli 1,55 miliardi mancanti vengono rimborsati nel maggio 2017, in parte attraverso un versamento di 310 milioni di euro, in parte tramite un nuovo finanziame­nto da 1,24 miliardi di euro garantito da diverse banche. Finanziame­nto, quest'ultimo, che prevede un ammortamen­to di quattro anni: la prima delle quattro rate è stata saldata nel 2018, quando via Nazionale ha effettuato il primo richiamo della contribuzi­one addizional­e rispetto a quella ordinaria - in linea con quanto previsto dalla legge 208/2015) - per un importo pari a 310 milioni di euro. Ad essa è seguito lo scorso anno il secondo richiamo, mentre oggi si è giunti alla terza tranche, grazie alla quale Bankitalia procederà a fine luglio al rimborso della rata di pari valore alle banche prestatric­i. «Alla luce dei numerosi errori di versamento registrati nei precedenti cicli contributi­vi – è la conclusion­e della lettera inviata da Bankitalia alle banche - si richiama l’attenzione degli intermedia­ri sull’esigenza di prestare la massima attenzione nell’effettuazi­one dei versamenti e di rispettare la finestra temporale prefissata».

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