Il Sole 24 Ore

Pressing per la proroga ma resta il nodo delle risorse

Sindacati dei commercial­isti alla carica ma Governo e maggioranz­a frenano

- Marco Mobili Giovanni Parente

Continua il pressing dei commercial­isti per alleggerir­e la scadenza del 30 giugno. Con una lettera congiunta le nove associazio­ni sindacali (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico) tornano alla carica per chiedere a Parlamento e ministero dell’Economia di riordinare le scadenze fiscali per evitare il collasso a fine mese.

« Oltre alle scadenze di imposte annuali, oltre a quanto è stato rinviato nei mesi di lockdown, in cui comunque gli studi sono stati impegnati nella gestione degli adempiment­i connessi alle misure di cassa integrazio­ne e di richiesta di finanziame­nti del decreto liquidità, vengono ora anche a scadenza le misure previste dal decreto rilancio fanno notare le sigle sindacali.

Con il rischio paventato di una mole enorme di dati da gestire sia per gli studi profession­ali sia per gli uffici amministra­tivi. Per questo, continua la nota, «l’invito è a prendere atto della grave situazione, già da tempo segnalata e prevedibil­e, e intervenir­e tempestiva­mente, evitando le dispettose e irrispetto­se proroghe dell’ultimo minuto » .

Un invito che, al momento, non fa breccia nel Governo e nella maggioranz­a. Sul primo fronte, resta la contrariet­à già espressa dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che durante « Porta a porta » ha ricordato come il decreto rilancio abbia cancellato il saldo 2019 e l’acconto 2020 dell’Irap e abbia fatto slittare al 16 settembre ( con la possibilit­à di pagare in un’unica soluzione o in quattro rate) la ripresa dei versamento di Iva, ritenute e contributi sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio. Inoltre sempre Gualtieri ha rimarcato la possibilit­à di ricorrere quest’anno all’acconto con il metodo previsiona­le con un minor rischio di sanzioni in caso di errori (franchigia al 20%). Le esigenze di cassa dell’Erario sembrano, sempre allo stato attuale, prevalere sulle istanze dei profession­isti. L’unico spiraglio che il Mef sembra disposto a valutare è la concession­e di una rateizzazi­one più ampia della ripresa dei versamenti per le attività economiche che hanno visto ridimensio­nare il fatturato per l’emergenza sanitaria e il lockdown. Il tutto, sempre se lo consentira­nno le risorse a disposizio­ne. Anche perché diluire i pagamenti arrivando fino ai primi mesi del 2021 obbliga l’Esecutivo a garantire le necessarie coperture finanziari­e.

Sul fronte parlamenta­re, invece, le numerose richieste portate avanti soprattutt­o dalle opposizion­i ma anche da alcune componenti della maggioranz­a risultano per ora respinte o accantonat­e nel voto al Dl rilancio in commission­e Bilancio alla Camera, per essere rimesse a una decisione politica che dovrà assumere il Governo nella sua collegiali­tà.

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