Pressing per la proroga ma resta il nodo delle risorse
Sindacati dei commercialisti alla carica ma Governo e maggioranza frenano
Continua il pressing dei commercialisti per alleggerire la scadenza del 30 giugno. Con una lettera congiunta le nove associazioni sindacali (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico) tornano alla carica per chiedere a Parlamento e ministero dell’Economia di riordinare le scadenze fiscali per evitare il collasso a fine mese.
« Oltre alle scadenze di imposte annuali, oltre a quanto è stato rinviato nei mesi di lockdown, in cui comunque gli studi sono stati impegnati nella gestione degli adempimenti connessi alle misure di cassa integrazione e di richiesta di finanziamenti del decreto liquidità, vengono ora anche a scadenza le misure previste dal decreto rilancio fanno notare le sigle sindacali.
Con il rischio paventato di una mole enorme di dati da gestire sia per gli studi professionali sia per gli uffici amministrativi. Per questo, continua la nota, «l’invito è a prendere atto della grave situazione, già da tempo segnalata e prevedibile, e intervenire tempestivamente, evitando le dispettose e irrispettose proroghe dell’ultimo minuto » .
Un invito che, al momento, non fa breccia nel Governo e nella maggioranza. Sul primo fronte, resta la contrarietà già espressa dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che durante « Porta a porta » ha ricordato come il decreto rilancio abbia cancellato il saldo 2019 e l’acconto 2020 dell’Irap e abbia fatto slittare al 16 settembre ( con la possibilità di pagare in un’unica soluzione o in quattro rate) la ripresa dei versamento di Iva, ritenute e contributi sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio. Inoltre sempre Gualtieri ha rimarcato la possibilità di ricorrere quest’anno all’acconto con il metodo previsionale con un minor rischio di sanzioni in caso di errori (franchigia al 20%). Le esigenze di cassa dell’Erario sembrano, sempre allo stato attuale, prevalere sulle istanze dei professionisti. L’unico spiraglio che il Mef sembra disposto a valutare è la concessione di una rateizzazione più ampia della ripresa dei versamenti per le attività economiche che hanno visto ridimensionare il fatturato per l’emergenza sanitaria e il lockdown. Il tutto, sempre se lo consentiranno le risorse a disposizione. Anche perché diluire i pagamenti arrivando fino ai primi mesi del 2021 obbliga l’Esecutivo a garantire le necessarie coperture finanziarie.
Sul fronte parlamentare, invece, le numerose richieste portate avanti soprattutto dalle opposizioni ma anche da alcune componenti della maggioranza risultano per ora respinte o accantonate nel voto al Dl rilancio in commissione Bilancio alla Camera, per essere rimesse a una decisione politica che dovrà assumere il Governo nella sua collegialità.