Covid e recessione, ora la destra polacca rischia di perdere
Il presidente Duda era già certo di vincere ma la crisi economica, la prima da quando il Paese è nella Ue, sembra avvantaggiare l’opposizione: per riguadagnare consensi andrà in missione dall’alleato Trump a Washington
Si è complicata improvvisamente la campagna elettorale di Andrzej Duda, il presidente polacco che punta alla riconferma nelle elezioni del 28 giugno. Il Covid-19 ha costretto la destra nazionalista a rinviare il voto, quando tutto sembrava già deciso e quando Duda era sicuro di ottenere un nuovo mandato di cinque anni. La crisi economica, conseguenza diretta di pandemia e lockdown, sta mettendo i polacchi di fronte alla recessione, per la prima volta dal 2004, quando Varsavia entrò nell’Unione Europea.
E proprio a Bruxelles (e sempre per gestire emergenza e ripresa) la Polonia sta negoziando parte del suo futuro: la nuova ripartizione delle risorse comunitarie che dopo avere favorito per oltre vent’anni l’economia polacca ora potrebbero seguire regole diverse - anche legate alle emissioni di gas nocivi o al rispetto dello Stato di diritto - sia per il Recovery Fund sia per il nuovo Budget settennale della Ue.
Duda, considerato un fedelissimo di Jaroslaw Kaczynski - il grande capo degli ultraconservatori polacchi, che con Legge e Giustizia dal 2015 controlla saldamente il Parlamento e il Paese - vede avvicinarsi il candidato centrista, il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, astro nascente di Piattaforma Civica: il margine dell’attuale presidente sembra essersi ridotto sotto il 5%, non molto in un Paese nel quale lo zoccolo duro della destra e quello dei progressisti di centro non danno certezze e sono ancora molti gli indecisi tra i 30 milioni di elettori totali.
Trzaskowski (per il quale è tornato a fare campagna in patria anche Donald Tusk, già premier e presidente del Consiglio europeo) si propone come un leader liberale, deciso a «salvare la democrazia in Polonia dalla deriva autoritaria della destra e a rilanciare il progetto di Unione Europea».
Per la destra di Kaczynski la vittoria elettorale è dunque fondamentale: un presidente dell’opposizione (che già controlla la Camera alta del Parlamento) potrebbe infatti bloccare con il veto le riforme di Legge e Giustizia (molte delle quali, dai giudici ai media, studiate per mantenere il potere nel Paese).
A una settimana dal primo turno i sondaggi (Kantar e Ipsos) mettono Duda, con il 40% dei consensi, ancora davanti a Trzaskowski di circa cinque punti (molto più indietro con il 10%, l’indipendente Szymon Holownia, giornalista, attivista e noto personaggio della tv), ma le rilevazioni prevedono anche che nessuno dei due candidati supererà il 50% dei voti: sarà dunque necessario il ballottaggio, il 12 luglio, per eleggere il nuovo presidente polacco. E nel secondo turno la destra di Legge e Giustizia e il centro di Piattaforma Civica partono alla pari.
Dopo oltre due decenni, i polacchi voteranno con il timore per il loro lavoro, per la chiusura delle fabbriche, per i loro risparmi. La Polonia non ha infatti conosciuto la recessione nemmeno durante la grande crisi finanziaria internazionale iniziata nel 2008 e da quando la destra radicale ha riconquistato il governo ha continuato a correre a ritmi medi superiori al 4% all’anno. La crisi del coronavirus, che ha tagliato la catena delle forniture e ha imposto il blocco delle produzioni, farà invece crollare il Pil nel 2020 di oltre quattro punti percentuali. «E la recessione - come ha spiegato l’Ocse - potrebbe diventare ancora più profonda, con un calo del Pil del 7,4%, se l’emergenza sanitaria dovesse prolungarsi». Un colpo durissimo anche per Legge e Giustizia, nonostante le rassicurazioni del premier Mateusz Morawiecki e nonostante le misure di sostegno alle famiglie e alle imprese introdotte dal governo.
Il Covid-19 che sembrava ormai sotto controllo - nel Paese si contano in tutto circa 31mila casi e 1.300 morti - ha costretto le autorità a chiudere 12 miniere di carbone gestite dallo Stato per fermare sul nascere i nuovi focolai del contagio.
La campagna elettorale si è sviluppata dunque su temi del tutto imprevisti solo tre mesi fa, quando il voto era stato fissato per l’inizio di maggio. Dopo la pandemia e in piena crisi economica, la candidatura lampo di Trzaskowski per Piattaforma Civica (al posto della sicura perdente Malgorzata Kidawa Blonska), ha tolto le ultime certezze ai vertici di Legge e Giustizia.
E così anche Duda - solitamente tra i moderati del partito - ha cercato di riguadagnare popolarità attaccando i gay, con una battaglia dai toni esasperati di sicura presa tra gli elettori più reazionari: «L’ideologia Lgbt è più distruttiva del Comunismo», ha detto, suscitando proteste in tutto il Paese. Il presidente in carica ha poi cercato e trovato sostegno negli Stati Uniti di Donald Trump, in questo momento il Paese forse più vicino alla Polonia per ideologia e per interessi geopolitici: tra nazionalismo economico e populismo.
Duda la prossima settimana, l’ultima prima del voto, volerà a Washington per incontrare Trump. «I due leader discuteranno del progresso della nostra cooperazione in materia di difesa, nonché della sicurezza commerciale, energetica e della sicurezza delle reti di telecomunicazione», ha fatto sapere l’ambasciata americana a Varsavia. Trump dovrebbe annunciare la realizzazione in territorio polacco di una nuova centrale nucleare e potrebbe promettere di rafforzare il contingente militare Usa nel Paese. Ma quello che conta per Duda è mostrarsi alla Casa Bianca assieme al grande alleato, contro la Russia, il nemico di sempre per i polacchi, e anche in opposizione all’Unione Europea, il bersaglio facile per la retorica sovranista, ancora di più in tempo di recessione e con i sondaggi all’improvviso meno favorevoli.
Il candidato centrista, Trzaskowski, si propone come leader liberale deciso a « salvare la democrazia nel Paese»