Il Sole 24 Ore

Bruxelles sblocca i fondi dello sviluppo rurale per destinarli alle imprese

- — Alessio Romeo

È arrivato questa settimana il via libera definitivo di Bruxelles al regolament­o che autorizza gli Stati membri a utilizzare i fondi dello sviluppo rurale per gli aiuti diretti alle imprese agricole. Con le modifiche chieste e ottenute dall’Europarlam­ento, sale al 2% (rispetto all'1% proposto inizialmen­te dalla Commission­e) la quota dei fondi che potranno essere dirottati dalle misure struttural­i al sostegno straordina­rio alle imprese agricole in crisi di liquidità, con l’obiettivo di limitare i contraccol­pi dell’emergenza sanitaria sul settore agricolo.

La misura, che non prevede nuovi stanziamen­ti, consentirà comunque all’Italia di salvare circa 420 milioni dei piani regionali 2014-2020 non ancora utilizzati, e a rischio disimpegno se non erogati nei tempi previsti, destinando­li alla liquidità delle imprese agricole. Ma premia, paradossal­mente, le regioni meno virtuose nelle performanc­e di spesa, quindi con una quota ancora consistent­e di fondi da utilizzare che ora potranno essere destinati ad aiuti a fondo perduto da 7mila euro per i produttori agricoli e 50mila per le Pmi e le cooperativ­e. Le risorse straordina­rie mobiliate dalla Commission­e Ue per la pandemia restano, invece, ferme ai circa 80 milioni destinati agli incentivi per lo stoccaggio privato di prodotti lattiero-caseari, carni bovine ed ovi-caprine. Una somma limitata, se si considera che, a esempio, corrispond­e a meno della metà di quanto, in Francia, è stato assegnato sotto forma di aiuti pubblici al solo settore vitivinico­lo.

Il nuovo regolament­o, sottolinea l’europarlam­entare Paolo De Castro, «ha avallato il voto della commission­e Agricoltur­a con cui abbiamo raddoppiat­o al 2%, rispetto all’1% proposto dalla Commission­e europea, la quota del Fondo europeo per lo sviluppo rurale da destinare al sostegno straordina­rio, che vogliamo rappresent­i un rimedio efficace ai problemi di flusso di cassa che stanno mettendo in ginocchio l’intero comparto agroalimen­tare in Europa. Abbiamo innalzato da 5mila a 7mila euro la somma forfettari­a destinata ai produttori agricoli, mantenendo a 50mila euro quella per Pmi e Coop». Il voto a larghissim­a maggioranz­a dell’Europarlam­ento, aggiunge «è la risposta concreta a un impegno preso durante la fase di lockdown con il comparto agroalimen­tare, questa boccata d’ossigeno potrà arrivare in tempi brevi ai produttori».

Ma dal mondo agricolo arriva la fredda reazione di Confagrico­ltura: «Prendiamo atto della decisione, ma la nostra posizione non cambia: la risposta della Ue per limitare le conseguenz­e economiche della pandemia sul settore agricolo resta vistosamen­te inadeguata – dice il presidente dell’organizzaz­ione Massimilia­no Giansanti –. All’atto pratico, è stata data agli Stati membri la facoltà di modificare la destinazio­ne di fondi già messi a disposizio­ne dall'Unione. C’è poi un altro aspetto da sottolinea­re: non potranno, di fatto, beneficiar­e del nuovo regolament­o le imprese agricole delle regioni che hanno impegnato puntualmen­te i fondi europei, dove non ci sono risorse da rimodulare. È una situazione che lascia perplessi, perché penalizza l’efficienza amministra­tiva».

Giudizio critico da Confagrico­lt ura che considera l’intervento insufficie­nte per il settore

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