Altri operatori sul chi va là: serve par condicio
Da Vodafone a Fastweb, la pretesa è che l’arbitro sia distinto dal giocatore
Il concetto chiave è quello del level playing field. Tutti devono poter giocare nelle medesime condizioni e l’arbitro non può essere anche giocatore. Il timore condiviso trasversalmente dagli operatori alternativi a Tim è che si torni a condizioni di monopolio solo nominalmente mitigate dall’assicurazione di terzietà. Contro quella situazione hanno spesso incrociato le lame con l’incumbent. Non certo scontri banali come dimostrano i 104 milioni di multa di Antitrust nel 2013 - per abuso di posizione dominante e ostacoli ai concorrenti - a una Tim tenuta a rendere disponibili agli operatori che lo richiedano la sua rete a condizioni eque e non discriminatorie.
«Se fosse rete unica dovrebbe essere wholesale only, indipendente.
Nessun passo indietro» spiega a Il IlSole Sole 24 Ore Benedetto Levi, ad di Iliad Italia. «Un’infrastruttura di rete unica in fibra per tutto il Paese penso che sia la migliore soluzione possibile», ma alla guida della newco «non deve esserci un player verticalmente integrato», ha detto Maximo Ibarra, ceo Sky Italia, presentando nei giorni scorsi l’ingresso nei servizi ultrabroadband.
Jeffrey Hedberg, ceo di Wind Tre, intervistato dal Sole (28 aprile) a questo tema aggiunge anche il “rischio regolatorio” di una fusione: «Come cliente (di Open Fiber, ndr.) non vogliamo veder perdere anni in attesa di valutazioni e approvazioni. Non vogliamo distrazioni, ma andare avanti con il rollout».
Aldo Bisio, ad Vodafone Italia, si è espresso sul tema da ultimo nel corso di un webinar della Luiss Business School: «L’ingresso di Open Fiber nel mercato è molto positivo anche perché ha comportato un’accelerazione negli investimenti anche del concorrente, cioè Tim. Farne a meno significherebbe una grande rinuncia».
Alberto Calcagno, ceo di Fastweb, intervistato dal Sole Soleil il 3 maggio ha sostenuto che «serve concorrenza infrastrutturale e la nostra rete è la dimostrazione che per quanto ci riguarda la concorrenza continuerà a esistere». E Fastweb con OF (a differenza degli altri operatori non parla da cliente) è tutt’altro che tenera: nella stessa intervista l’ad ha proposto di «rivedere il Piano Banda ultralarga» visti i ritardi di Open Fiber: «L’idea di coprire le aree bianche con la fibra fino a casa cozza con la necessità di accelerare il rollout. L’Fwa (fibra con ultimo tratto in wireless, ndr.) rappresenta secondo noi la soluzione dei problemi».