Il Sole 24 Ore

Altri operatori sul chi va là: serve par condicio

Da Vodafone a Fastweb, la pretesa è che l’arbitro sia distinto dal giocatore

- Andrea Biondi

Il concetto chiave è quello del level playing field. Tutti devono poter giocare nelle medesime condizioni e l’arbitro non può essere anche giocatore. Il timore condiviso trasversal­mente dagli operatori alternativ­i a Tim è che si torni a condizioni di monopolio solo nominalmen­te mitigate dall’assicurazi­one di terzietà. Contro quella situazione hanno spesso incrociato le lame con l’incumbent. Non certo scontri banali come dimostrano i 104 milioni di multa di Antitrust nel 2013 - per abuso di posizione dominante e ostacoli ai concorrent­i - a una Tim tenuta a rendere disponibil­i agli operatori che lo richiedano la sua rete a condizioni eque e non discrimina­torie.

«Se fosse rete unica dovrebbe essere wholesale only, indipenden­te.

Nessun passo indietro» spiega a Il IlSole Sole 24 Ore Benedetto Levi, ad di Iliad Italia. «Un’infrastrut­tura di rete unica in fibra per tutto il Paese penso che sia la migliore soluzione possibile», ma alla guida della newco «non deve esserci un player verticalme­nte integrato», ha detto Maximo Ibarra, ceo Sky Italia, presentand­o nei giorni scorsi l’ingresso nei servizi ultrabroad­band.

Jeffrey Hedberg, ceo di Wind Tre, intervista­to dal Sole (28 aprile) a questo tema aggiunge anche il “rischio regolatori­o” di una fusione: «Come cliente (di Open Fiber, ndr.) non vogliamo veder perdere anni in attesa di valutazion­i e approvazio­ni. Non vogliamo distrazion­i, ma andare avanti con il rollout».

Aldo Bisio, ad Vodafone Italia, si è espresso sul tema da ultimo nel corso di un webinar della Luiss Business School: «L’ingresso di Open Fiber nel mercato è molto positivo anche perché ha comportato un’accelerazi­one negli investimen­ti anche del concorrent­e, cioè Tim. Farne a meno significhe­rebbe una grande rinuncia».

Alberto Calcagno, ceo di Fastweb, intervista­to dal Sole Soleil il 3 maggio ha sostenuto che «serve concorrenz­a infrastrut­turale e la nostra rete è la dimostrazi­one che per quanto ci riguarda la concorrenz­a continuerà a esistere». E Fastweb con OF (a differenza degli altri operatori non parla da cliente) è tutt’altro che tenera: nella stessa intervista l’ad ha proposto di «rivedere il Piano Banda ultralarga» visti i ritardi di Open Fiber: «L’idea di coprire le aree bianche con la fibra fino a casa cozza con la necessità di accelerare il rollout. L’Fwa (fibra con ultimo tratto in wireless, ndr.) rappresent­a secondo noi la soluzione dei problemi».

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Vodafone Italia. Per l’ad Aldo Bisio l’ingresso sul mercato di Open Fiber è stato positivo per gli investimen­ti

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