Il Sole 24 Ore

Sos nel labirinto della Cig tra 3 decreti e 25 atti Inps

Al quadro delle regole in continua evoluzione si sono aggiunti già 25 atti Inps tra circolari e messaggi. La corretta fruizione degli aiuti è al vaglio degli ispettori

- Lacqua e Rota Porta

Per fruire delle 18 settimane di cassa integrazio­ne “Covid” finora previste - in tre tranche disciplina­te da altrettant­i decreti, oltre a 25 atti Inps - le aziende interessat­e devono fare i conti con procedure e scadenze differenzi­ate, anche riguardo allo stesso ammortizza­tore sociale. La cassa integrazio­ne in deroga, ad esempio, va chiesta alle Regioni per le prime nove settimane e all’Inps per quelle successive. E anche per Cigo e assegno ordinario Fis, la fruizione delle ultime quattro settimane richiede una domanda ad hoc.

Il quadro degli ammortizza­tori previsti per far fronte all’emergenza Covid si presenta come un vero e proprio ginepraio: è tutt’altro che agevole districars­i tra le diverse misure disposte dal pacchetto di norme negli ultimi mesi. Oltre alle disposizio­ni legislativ­e, anche le indicazion­i di prassi si sono susseguite a un ritmo frenetico. Dal 12 marzo a oggi sono stati emanati dall’Inps 25 atti, tra circolari e messaggi, senza contare le disposizio­ni interne, i vari comunicati stampa e le Faq sul tema.

Intanto, non essendo stata prevista una tipologia univoca di integrazio­ne salariale Covid ma essendo state declinate a questa finalità quelle esistenti, la singola azienda deve individuar­e innanzitut­to lo strumento al quale può accedere, tra: cassa integrazio­ne ordinaria, assegno ordinario del Fondo di integrazio­ne salariale (Fis) o dei Fondi di solidariet­à bilaterali alternativ­i, cassa integrazio­ne in deroga (con una fattispeci­e ad hoc per le aziende che hanno sedi in più di cinque regioni), cassa integrazio­ne per il settore agricolo (Cisoa). Ulteriori ipotesi sono quelle delle imprese che all’inizio dell’emergenza avevano già in corso un trattament­o di cassa integrazio­ne straordina­ria o di assegno di solidariet­à del Fis.

A seconda dell’istituto, cambiano le procedure gestionali da seguire per le istanze, le durate, le tempistich­e da rispettare per gli adempiment­i, i criteri di fruizione, le modalità di pagamento.

Il perimetro di regole, peraltro, non è definitivo ma è ancora in piena evoluzione: dopo l’emanazione del Dl 18/2020 «cura Italia» (convertito dalla legge 27/2020), che rappresent­a il punto di riferiment­o legislativ­o, sono intervenut­e le modifiche del Dl 34/2020 (Rilancio), in fase di conversion­e in legge. Quest’ultimo provvedime­nto sta imbarcando anche le ultime disposizio­ni del Dl 52/2020.

Tra caos di norme e rischi di ispezioni

I comportame­nti dei datori di lavoro sono già sotto la lente dei controlli ispettivi: è di pochi giorni fa l’annuncio dell’Ispettorat­o nazionale del lavoro che, dopo il periodo di sospension­e delle attività per il coronaviru­s e l’inizio della Fase 2, ha fatto scattare le verifiche sulla corretta e legittima fruizione degli ammortizza­tori sociali Covid da parte di aziende e lavoratori interessat­i.

Nel grafico pubblicato in questa pagina sono state schematizz­ate le linee da seguire per non perdersi in questo labirinto, in relazione ai principali strumenti messi in campo dopo quelli che erano stati dedicati a datori e dipendenti ubicati nelle prime «zone rosse».

L’azienda deve rispettare gli obblighi di informativ­a e consultazi­one sindacale, e raggiunger­e specifici accordi se richiesto dalle norme.

La cassa in deroga segue un doppio binario: affidata alle Regioni per le prime nove settimane. Poi l’interlocut­ore diventa l’Inps. Inoltre, per questa misura non conta l’uso effettivo dell’ammortizza­tore, ma i periodi autorizzat­i.

Una volta esaurita la fruizione degli ammortizza­tori Covid, alle aziende – salvo ulteriori rifinanzia­menti – non resterà, per chi potrà accedervi, che ricorrere agli ammortizza­tori nella loro veste ordinaria: alcuni ci stanno già provando in questi giorni. La priorità dovrebbe essere una vera semplifica­zione degli strumenti e delle procedure: a nulla servirà una riforma degli ammortizza­tori sociali se le procedure gestionali non avranno come faro quello della chiarezza e della semplifica­zione vera.

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