Festival musicali e teatri, una stagione a posti ridotti per ripartire
Da Verona a Taormina, i Festival hanno dovuto decidere un taglio drastico dei posti Cartelloni ripensati a misura di Covid-19 con calendari più snelli e allestimenti contenuti
Posti a sedere ridotti all’osso e calendari in versione più snella. Il Covid-19 ha messo a dura prova le manifestazioni culturali estive che riempiono i teatri (e non solo) da Nord a Sud. Realtà storiche che attraggono spettatori da tutto il mondo e che hanno dovuto fare i conti con le nuove regole sanitarie e con i flussi turistici al lumicino. Ma che, nonostante tutto, hanno scelto di non saltare la stagione 2020 e di ripartire subito sfidando crisi e pandemia.
Arena di Verona
Apre le porte il 25 luglio con il Festival d’Estate 2020: undici spettacoli, tra cui una serata (il 31 luglio) che con il Requiem di Mozart sarà un omaggio alle vittime della pandemia. Il ridimensionamento della capienza dell’Arena di Verona è importante: dei 13.756 posti del Festival lirico, quest’anno «l’anfiteatro ne potrà ospitare fino a un massimo di 3.136 posti, di cui 1.704 in coppia per persone tra loro conviventi», spiegano gli organizzatori. La contrazione ha richiesto una variazione del budget 2020 che, comunque, nelle previsioni porterà nelle casse un piccolo utile, oltre al sostegno pubblico e privato di 20,4 milioni di euro. Completamente rivista la scena con palco centrale e pubblico distribuito sulle gradinate. Uno sforzo notevole che però non ha scoraggiato gli organizzatori: «Dobbiamo dirci soddisfatti di una stagione che fa di un limite un’opportunità e ci dà la possibilità di sperimentare, portare titoli rari, affrontarli con creatività e senza paure», ha detto la sovrintendente e direttrice artistica Cecilia Gasdia.
Gli altri Festival
C’è poi la 63a edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto che si svolgerà tra Piazza Duomo e il Teatro Romano dal 20 al 23 e dal 27 al 30 agosto con 8 spettacoli. L’organizzazione ha dovuto fare i conti, anche qui, con un ridimensionamento importante di posti e biglietti. La capienza massima sarà di circa 800 posti per Piazza Duomo, contro i 2.500 delle precedenti edizioni, e di circa 500 posti per il Teatro Romano rispetto ai consueti 1.300. Un taglio che si ripercuoterà sulle casse della manifestazione, che comunque gode del sostegno pubblico. «La diminuzione delle capienze si riflette in una flessione degli incassi da vendita dei biglietti, stimata in circa 800mila euro - spiega il direttore del Festival, Giorgio Ferrara -. A questa si aggiunge la flessione dei ricavi da sponsorizzazione e dei contributi da privati, anche tramite Art bonus, per circa 700mila euro».
Il Festival Pucciniano - che si tiene a Torre del Lago, in Toscana - è iniziato sabato con un calendario completamente ripensato, 2.400 posti in meno nel teatro e una nuova location “sperimentale” da 500 posti a Viareggio. «Abbiamo scelto di partire comunque perché il Festival è un pilastro del turismo culturale della zona, con un indotto importante, e poi perchè diamo lavoro a 350 persone», dice il direttore generale Franco Moretti. Il Festival Pucciniano attrae soprattutto spettatori dall’estero - «molti tedeschi e inglesi, ma anche giapponesi» - e il restyling del calendario è pensato anche in risposta alle defezioni (che saranno rimborsate con un voucher biennale). Un cambiamento importante riguarda i prezzi: «Li abbiamo ribassati del 50%: si potrà vedere l’opera con 25 euro, ma ci saranno spettacoli accessibili pagando 10 euro».
E veniamo a Taormina, altra piazza prestigiosa della cultura italiana. Anche in questa stagione l’articolazione del Festival è salva e si snoderà dall’11 luglio al 31 dicembre tra cinema, teatro e musica. Un cartellone importante quello del Teatro Antico: qui si parte il 19 luglio con formula anti-contagio. E cioè 1.000 posti (996 sulle gradinate e 4 in cavea per gli spettatori con particolari necessità) contro i 4.418 posti delle edizioni passate. «Abbiamo ripensato la stagione con un contenimento dei costi necessario per la sostenibilità economica della manifestazione, alla quale non abbiamo voluto rinunciare», spiega Ninni Panzera, segretario generale della manifestazione. E dunque spettacoli coprodotti con il Teatro Bellini e l’Orchestra Sinfonica Siciliana e una policy di prezzi più contenuta. «Dai 600mila euro di ricavi delle edizioni precedenti ci aspettiamo quest’anno una flessione di 200mila euro circa - prosegue - anche per la contrazione del turismo straniero».
L’emergenza ha rappresentato per molte realtà una sfida creativa. I Festival non rinunciano alla stagione anche per tutelare l’indotto
Le metropoli: Milano e Roma
Il Teatro Franco Parenti di Milano, questa sera, riapre gli spazi al chiuso: la sala grande - con 250 posti su 500 - e le sale più piccole (Acomea e Sala 3) che nel complesso rinunciano a circa 200 posti. «La difficoltà ci è servita come input a cui rispondere in maniera creativa - dice Andrée Ruth Shammah, direttrice e fondatrice - anche con un progetto di teatro itinerante in Lombardia, la regione più colpita». L’altra faccia sono 1,2 milioni di euro di ricavi in meno stimati per il 2020: «Siamo una realtà complessa e non ci siamo sentiti tutelati».
Il Comune di Milano ha aggregato diverse proposte in un unico progetto, Aria di Cultura. «Abbiamo deciso di supportare le realtà fornendo spazi all’aperto gratuitamente - spiega l’assessore Fabio del Corno - alleggerendo i costi, e accorciando i tempi della burocrazia». Il calendario è partito e per ora hanno aderito una cinquantina di attività.
Infine, la Capitale. Musica per Roma lancia il suo cartellone estivo con lo slogan della ripartenza (reloaded). Le norme di sicurezza hanno imposto, anche in questo caso, un taglio dei posti in cavea da 5.000 a 1.000, mentre alla Casa del Jazz da 1000 a 650. Il palco sarà raddoppiato e il pubblico entrerà con mascherina, ma potrà toglierla durante il concerto.