Germania alleata dell’Italia contro le resistenze nordiche
Si cerca una strategia per evitare che pochi Paesi blocchino il piano di rilancio
Sarà un colloquio ad ampio raggio sulle tappe di avvicinamento al Consiglio europeo del 17 e 18 luglio quello programmato per oggi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca, Angela Merkel.
Alla luce dell’incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron a Meseberg, la cancelliera illustrerà a Conte le strategie e il programma del nuovo semestre di presidenza tedesca dell’Unione che comincerà proprio domani e sulla cui leadership tutti confidano. L’Italia, per la gravità della pandemia che l’ha colpita e per il ruolo che sta ricoprendo in Europa, è ormai associata di fatto al “vagone di testa” franco-tedesco dell’Unione. C’è consenso da parte italiana sulla proposta della Commissione sulla Next Generation Eu, ossia il Recovery Fund e sul fatto che, per essere efficace, il fondo deve avere una componente di sussidi e una di crediti oltre ai meccanismi di prestiti previsti con il programma
Sure (casse integrazioni), l’intervento della Bei e il Mes.
L’Italia concorda sulla posizione franco-tedesca per cui il cuore dell’operazione deve riguardare i 500 miliardi di sovvenzioni con risorse di bilancio. Gran parte del confronto Conte-Merkel riguarderà però l’analisi dei problemi che la proposta della Commissione (necessità dell’unanimità per essere approvata) incontrerà da qui al 17 con le posizioni dei Paesi cosiddetti “frugali” e quelli dell’Est. Problemi di diversa natura che incrociano spesso anche questioni di politica interna. Ma se con i Paesi dell’Est sarà facile acquisire il loro consenso confermando e in certi casi migliorando le dotazioni dei fondi di coesione, diverso è il discorso per i quattro frugali ossia Austria, Olanda, Svezia e Danimarca. Anche qui c’è molto lavoro comune tra Roma e Berlino per la “governance” del Next Generation Eu e per il rispetto del cronoprogramma.
Come ha potuto verificare lo stesso Conte pochi giorni fa nel colloquio con il collega olandese Mark Rutte le opinioni pubbliche dei Paesi “frugali” guardano con molta diffidenza i comportamenti dei Paesi del Sud e vorrebbero per questo limitare la percentuale delle sovvenzioni rispetto ai crediti. Tuttavia l’impegno dell’Italia e degli altri Paesi del Sud a impegnarsi sulle riforme