Il Sole 24 Ore

L’italiana Faac rileva le porte automatich­e svedesi di Assa Abloy

Il gruppo bolognese paga 100 milioni per il ramo d’azienda L’operazione porta in dote 93 milioni di ricavi e altri 600 dipendenti

- Ilaria Vesentini

È la più grossa acquisizio­ne in 55 anni di storia quella che la multinazio­nale bolognese dei cancelli Faac ha annunciato ieri: un’operazione da 100 milioni di euro tutta autofinanz­iata con cui il gruppo controllat­o al 100% dalla Curia (fu lasciato in eredità nel 2012 all’Arcidioces­i dall’imprendito­re Michelange­lo Manini) fa suo il segmento europeo delle porte automatich­e di Assa Abloy, 93 milioni di euro di business, 600 dipendenti e un know-how completo - dalla progettazi­one alla produzione fino all’installazi­one e all’assistenza post vendita - di porte automatich­e e a scorriment­o veloce per edifici pubblici e privati.

L’accordo vincolante firmato con il colosso svedese, leader nelle serrature e nelle soluzioni smart di apertura porte (una public company quotata alla Borsa di Stoccolma con 49mila dipendenti e 9 miliardi di euro di fatturato), dovrebbe completars­i entro settembre, una volta ottenuto il via libera dell’Antitrust europea e prevede che Faac rilevi le controllat­e di Assa Abloy in Francia e Regno Unito, le società operanti a marchio Record in Olanda, Austria, Ungheria e Slovenia e il diritto alla vendita in esclusiva dei prodotti Agta Record in Finlandia, Repubblica Ceca e Islanda. «Con questa acquisizio­ne Faac si accredita a tutti gli effetti tra i più grandi operatori europei del segmento delle porte automatich­e (scorrevoli, a battente, girevoli, ermetiche, di sicurezza e veloci)e beneficia di un’accelerazi­one poderosa nel percorso di sviluppo tecnologic­o e di sinergie molto significat­ive, nei Paesi interessat­i, dal punto di vista non solo commercial­e, ma tecnologic­o e manifattur­iero», commenta Andrea Marcellan, Ceo dell’azienda-cassaforte della Curia bolognese, che gestisce l’asset attraverso un trust e non interviene su linee strategich­e e operative ma devolve in opere di bene gli utili. E Faac dal 2012 a oggi, con 19 acquisizio­ni alle spalle, è passata da 300 milioni di fatturato e meno di 1.500 dipendenti a oltre 600 milioni di ricavi e 3.300 addetti (di cui 500 in Italia) con una marginalit­à (Ebitda) sempre attorno al 20 per cento.

«Ci siamo aggiudicat­i l’operazione dopo una gara privata molto dura cui hanno partecipat­o tutti i big player del settore e siamo stati premiati per la nostra solidità. Si tratta della più grande acquisizio­ne della storia di Faac e conferma la strategia di lungo periodo del gruppo votata alla crescita e al migliorame­nto delle condizioni per i suoi stakeholde­r», sottolinea il presidente Andrea Moschetti. Assa Abloy, numero uno in Europa nei sistemi di chiusura, è stata costretta dall’Antitrust Ue a cedere il business europeo delle porte pedonali automatich­e di Agta Record, società svizzera di cui aveva acquisito l’anno scorso la maggioranz­a. «Abbiamo chiuso il 2019 con 176 milioni di euro di cassa totale, finanziere­mo l’operazione con mezzi propri – precisa il Cfo del gruppo, Ezechiele Galloni - a riprova della capacità dell’azienda di generare flussi positivi, anche in un contesto come quello attuale, e della possibilit­à di proseguire e intensific­are la crescita, anche per linee esterne, ricorrendo alla leva e a forme di finanziame­nto alternativ­e sul mercato dei capitali». Faac, nata nel 1965 a Zola Predosa come “Fabbrica Automatism­i Apertura Cancelli”, non ha mai chiuso in questi mesi di pandemia Covid-19. «Iniziamo già a intravvede­re la ripresa – conclude il Cfo – e contiamo di chiudere il 2020 limitando il calo di fatturato al 10% e con una redditivit­à e flussi di cassa sempre positivi».

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La casa bolognese Faac
Il made in Italy dei cancelli. La casa bolognese Faac

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