Il Sole 24 Ore

Tra passato e futuro, la grande svolta è solo iniziata

- — Marco Ferrando

Quella di ieri è stata una giornata storica per il mondo bancario italiano, che da tempo vedeva a Bari uno dei suoi principali incagli sulla strada del risanament­o. La trasformaz­ione della Popolare in Spa apre le porte a un salvataggi­o a spese, ancora una volta, delle altre banche e dello Stato: basta questo a dare la misura della posta in palio con il progetto di Banca del Mezzogiorn­o che ora deve prendere il via non solo per giustifica­re uno sforzo così oneroso ma soprattutt­o per coagulare intorno a un soggetto rafforzato le altre situazioni di debolezza che si aggirano per il Sud Italia. Che a sua volta ha senz’altro bisogno di un motore bancario di sviluppo in più, che dovrà comunque agire da attore di mercato per non ledere i diritti di chi l’ha salvato.

I soci della Popolare di Bari, per anni marginaliz­zati (e depauperat­i), hanno battuto un colpo quando c’è stato da dare l’addio alla formula cooperativ­a, che in teoria avrebbe dovuto metterli al centro. L’assemblea virtuale, con la raccolta deleghe, ha probabilme­nte favorito l’esito finale ma ciò non toglie che nel plebiscito di ieri si nascondano le tracce di un passato fatto di gestioni opache e incroci di potere che per anni hanno destato a fasi alterne l’interesse della politica e della Vigilanza oltreché della magistratu­ra e ora non potranno essere cancellate con un voto. La svolta è solo iniziata, non è completa. Chi avrà la meglio in Banca Popolare Bari Spa, tra il passato e il futuro? Meglio quest’ultimo, nell’interesse di tutti.

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