Tra passato e futuro, la grande svolta è solo iniziata
Quella di ieri è stata una giornata storica per il mondo bancario italiano, che da tempo vedeva a Bari uno dei suoi principali incagli sulla strada del risanamento. La trasformazione della Popolare in Spa apre le porte a un salvataggio a spese, ancora una volta, delle altre banche e dello Stato: basta questo a dare la misura della posta in palio con il progetto di Banca del Mezzogiorno che ora deve prendere il via non solo per giustificare uno sforzo così oneroso ma soprattutto per coagulare intorno a un soggetto rafforzato le altre situazioni di debolezza che si aggirano per il Sud Italia. Che a sua volta ha senz’altro bisogno di un motore bancario di sviluppo in più, che dovrà comunque agire da attore di mercato per non ledere i diritti di chi l’ha salvato.
I soci della Popolare di Bari, per anni marginalizzati (e depauperati), hanno battuto un colpo quando c’è stato da dare l’addio alla formula cooperativa, che in teoria avrebbe dovuto metterli al centro. L’assemblea virtuale, con la raccolta deleghe, ha probabilmente favorito l’esito finale ma ciò non toglie che nel plebiscito di ieri si nascondano le tracce di un passato fatto di gestioni opache e incroci di potere che per anni hanno destato a fasi alterne l’interesse della politica e della Vigilanza oltreché della magistratura e ora non potranno essere cancellate con un voto. La svolta è solo iniziata, non è completa. Chi avrà la meglio in Banca Popolare Bari Spa, tra il passato e il futuro? Meglio quest’ultimo, nell’interesse di tutti.