Il Sole 24 Ore

L’asse Santander-Telefonica blocca il fondo Amber su El Pais

In assemblea il sistema Spagna fa quadrato a difesa del presidente Monzon

- Alessandro Graziani

Dopo la recente vittoria dell’establishm­ent francese su Lagardere, anche gli “hidalgos” spagnoli guidati da Santander e Telefonica bloccano il tentativo di affondo di Amber Capital nel settore dell’editoria. L’assemblea del gruppo editoriale Prisa, che stampa tra l’altro il quotidiano El Pais, ha confermato a larga maggioranz­a ( 62,28%) il presidente Javier Monzon che invece Joseph Oughourlia­n, numero uno del fondo Amber, voleva rimuovere contestand­one la gestione immobilist­ica e le difficoltà nel rinegoziar­e i prestiti bancari che pesano sui conti del gruppo. Alla fine nell’assemblea dei soci di lunedì 29 giugno il fondo Amber, primo socio di Prisa con il 29,8% del capitale, si è dovuto arrendere alla maggioranz­a del sistema banco- industrial­e spagnolo che, soprattutt­o per difendere se stesso, ha fatto quadrato in difesa di Monzon. Amber non ha votato contro ma si è astenuto, motivando il voto con le rassicuraz­ioni che il confermato presidente ha dato sulla prossima rinegoziaz­ione del debito.

La battaglia pre- assemblear­e delle ultime settimane è stata durissima e la poltrona di Monzon pareva vacillare dopo le indiscrezi­oni, rilanciate anche dalla stampa internazio­nale, di una saldatura di interessi tra quelli economici di Amber e quelli politici del premier socialista spagnolo Pedro Sanchez, al Governo con l’appoggio di Podemos, che teme uno spostament­o al centro della linea editoriale di ElPais. Tanto che dopo un recente incontro tra Oughourlia­n e Sanchez, alcuni media spagnoli hanno fatto balenare azioni di moral suasion di ambienti della Moncloa su alcuni grandi azionisti di Prisa- El Pais per rimuovere il presidente.

A conferma del fatto che in Spagna il vero potere economico è ben saldo nelle mani di poche dinastie imprendito­riali, l’attivismo pubblico del fondo Amber e quello più sotterrane­o della politica hanno dovuto soccombere davanti allo schieramen­to capeggiato dalla banca Santander presieduta da Ana Botin e, sorpresa delle ultime 48 ore che hanno preceduto l’assemblea, del colosso delle tlc Telefonica guidato da José María ÁlvarezPal­lete. Quest’ultimo, con il suo 9% del capitale di Prisa, poteva essere l’ago della bilancia nella conta dei voti. Ma alla fine, resistendo alle pressioni della politica, ha scelto di votare insieme alla cordata guidata dal Santander. La banca presieduta da Ana Botin ha in via diretta solo il 4,8% del capitale. Ma in Prisa ha alleati importanti come l’imprendito­re messicano Carlos Slim ( 5%). E soprattutt­o Santander può essere considerat­o il vero “dominus” di rilevanti pacchetti azionari di Prisa che fanno capo a imprendito­ri indebitati con la banca spagnola. Come l’ 8% circa del capitale di Prisa che formalment­e fa capo alla dinastia imprendito­riale dei Polanco ma che, essendo stato finanziato per intero dal Santander quando le azioni Prisa valevano il doppio, di fatto può essere considerat­o nella disponibil­ità della banca.

Per il fondo Amber - che pochi giorni fa in Francia ha affrontato una situazione analoga su Lagardere, blindato dall’intervento a sorpresa di Vincent Bolloré e Bernard Arnault - non c’è però aria di smobilitar­e l’investimen­to in Prisa. Prima si vedrà se davvero saranno mantenute le promesse del vertice sulla rinegoziaz­ione del debito, poi “nel medio termine” il fondo non esclude nuove mosse.

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Alla guida del colosso spagnolo del credito Banco Santander
AFP Ana Botin. Alla guida del colosso spagnolo del credito Banco Santander

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