Aids, due farmaci in una compressa
La terapia antiretrovirale ha trasformato l’Aids da malattia inguaribile a una patologia cronica. Ma fino alla fine degli anni Novanta un paziente con infezione da Hiv doveva assumere fino a 24 pillole al giorno. Con il tempo i regimi si sono semplificati, fino alla triterapia antiretrovirale. Ora si è fatto un ulteriore passo avanti: due farmaci in una sola assunzione al giorno, una svolta che consente una migliore aderenza e una migliore qualità di vita. Si tratta della combinazione dolutegravir/lamivudina che ha ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio anche in Italia, come annunciato in un simposio web da ViiV Healthcare, multinazionale specializzata nell’Hiv a maggioranza GlaxoSmithKline, in partecipazione con Pfizer e Shionogi Limited.
«Dopo molti anni cade il dogma della necessità di un trattamento con tre farmaci antiretrovirali» ha detto Carlo Federico Perno, docente di Microbiologia e Microbiologia clinica dell'Università di Milano e direttore della Microbiologia dell’Ospedale Niguarda -. Questo significa un cambiamento epocale nell'approccio a lungo termine di questi pazienti». «Meno farmaci significa minore impatto sulle comorbilità e minori effetto collaterali» sottolinea Andrea Antinori, direttore dell'Uoc Immunodeficienze virali - Inmi “Lazzaro Spallanzani” Irccs di Roma, aggiungendo come questo «significhi anche maggiore aderenza alla terapia. Aderenza già molto favorita dal fatto che la combinazione di farmaci è formulata in compresse unum/die per autosomministrazione orale e uso domiciliare».
Per quanto riguarda i pazienti, Filippo von Schloesser, presidente associazione Nadir, ha voluto ricordare che «avere a disposizione una terapia antiretrovirale che può contribuire al miglioramento della qualità della vita è davvero cruciale nel percorso di lungo termine. Oggi fortunatamente i pazienti invecchiano, grazie alle cure. Ma fino a pochi anni fa era impensabile avere a disposizione una terapia completa con due soli farmaci che non imponesse cautele per possibili danni d'organo, fattore chiave da considerare quando si invecchia e si assumono terapie per le patologie tipiche di questa condizione»