«Sinergie tra aziende e saperi»
Senior economist di Prometeia
«Guardando al passato c’è un precedente incoraggiante: Bologna e Modena, le province a più alta concentrazione di imprese della Regione, sono state quelle più colpite dalla crisi del 20082009 e al tempo stesso le più rapide a risollevarsi grazie a un tessuto produttivo manifatturiero d’eccellenza. Penso che ci siano i presupposti perché la storia si ripeta. Ferrara, per la natura della sua economia fondata sui servizi e il turismo, in questo momento appare invece più vulnerabile». Alessandra Lanza è senior economist di Prometeia, società di analisi e consulenza appena fuori dalle mura bolognesi, punto di osservazione privilegiato delle dinamiche sul territorio. A fare la differenza, spiega, «sarà la capacità di fare squadra, combinata all’innovazione e alla creazione di nuove competenze per cogliere un’occasione unica».
Al di là dei punti di forza qual è la maggiore debolezza che accomuna le tre aree?
Senz’altro il fattore demografico. Rispetto ai concorrenti francesi e tedeschi il management ha un’età media più elevata che rischia di complicare la gestione della crisi e il passaggio generazionale.
Non tutti i settori sono stati colpiti con la stessa intensità. Quale dovrà essere la cura?
Uno dei tratti distintivi di quest’area è la diversificazione, con un ampio ventaglio dei settori rappresentati. Se l’alimentare e il farmaceutico hanno tenuto, automotive, meccanica e ceramica, solo per fare qualche esempio, stanno soffrendo. Sono tutti comparti fortemente orientati all’export che ora stanno subendo gli effetti della pandemia e dovranno riorientarsi sui mercati di sbocco, almeno in una prima fase: meno emergenti e più Europa che sta gradualmente uscendo dal lockdown. Per l’automotive un segnale positivo è la joint venture per produrre auto elettriche cinesi. L’industria ceramica, che sta subendo la concorrenza agguerrita della Spagna sull’alta gamma, dovrà cogliere l’occasione dell’esigenza di sicurezza per guadagnare nuove nicchie di mercato su prodotti antibatterici. La tendenza era già in atto e ora più che mai verrà accentuata. In generale ce la farà chi farà leva su tecnologia e innovazione stando sempre sulla frontiera.
Quale eredità lascerà questa crisi? Le imprese emiliane hanno imparato a fare gioco di squadra durante l’emergenza. Alcune si sono persino riconvertite temporaneamente alla produzione di mascherine e dispositivi. Spero che questa spinta possa proseguire, perché la collaborazione all’interno delle filiere e tra le filiere è fondamentale per innovare e crescere, anche con la leva di Industria 4.0. Abbiamo davanti un’opportunità unica per fare il grande salto, ma occorre accelerare soprattutto sull’Internet delle cose destinando all’automazione le mansioni più ripetitive ed estendendo lo smart working anche ad altri livelli aziendali. Serve poi una sinergia tra le imprese e gli atenei sul territorio per trasformare l’università in una fucina non solo di conoscenze, ma anche di competenze applicate. Non sarà facile, ma bisogna assolutamente cogliere il momento.