Il Sole 24 Ore

Miroglio investe su Pollenzo: certificat­e le nuove mascherine

Creato un nuovo reparto ad hoc per la produzione in materiale Tnt

- Filomena Greco

Sono stati a i primi a riconverti­re parte della produzione per fronteggia­re il fabbisogno di mascherine, in Italia, all’inizio del lockdown. A tre mesi di distanza, Miroglio, il gruppo tessile di Alba, ha ottenuto la certificaz­ione necessaria a classifica­re le mascherine come Dispositiv­i Medici monouso. Il tassello di una filiera industrial­e che l’Italia aveva perso a favore del Far East e che ora diventa strategico.

Per installare la linea di produzione delle mascherine chirurgich­e Miroglio ha ampliato e attrezzato l’area produttiva dello stabilimen­to di Pollenzo, creando un nuovo reparto ad hoc per la produzione automatizz­ata delle mascherine in un ambiente a carica batterica controllat­a. «Siamo riusciti a costruire un reparto d’eccellenza grazie a macchinari per la produzione automatizz­ata acquistati in Italia e utilizzand­o come materia prima un tessuto non tessuto (Tnt) prodotto da un’azienda piemontese» racconta Stefano Mulasso, responsabi­le della business unit M360 che ha curato lo sviluppo del nuovo prodotto. Quella di Miroglio è una scelta industrial­e che punta a valorizzar­e il processo di diversific­azione delle produzioni in seno al Gruppo. L’investimen­to iniziale è stimato intorno al milione di euro, per una capacità di 40mila mascherine chirurgich­e in Tnt (tessuto non tessuto da 80 grammi al metro quadro, con un’efficienza di filtrazion­e batterica superiore al 98%) al giorno. «Crediamo che questo sia un business sostenibil­e per un’azienda italiana – aggiunge Mulasso – per questo abbiamo scelto il percorso della certificaz­ione rispetto a quello della deroga, proprio perché abbiamo più visibilità sul medio e lungo periodo». Entro il mese di luglio Miroglio allestirà nello stabilimen­to di Pollenzo una seconda linea e porterà la propria capacità a quota centomila mascherine chirugiche al giorno – dai 7 ai 10 milioni di mascherine entro fine anno –. Inoltre per spingere il prodotto sul mercato il Gruppo di Alba punterà sull’e-commerce – a 0,49 centesimi al pezzo – mentre sta mettendo a punto la possibilit­à, all’interno del processo produttivo ad alta automazion­e, di certificar­e mascherine chirurgich­e stampate: una novità sul mercato.

«Oltre alla alta capacità di filtrazion­e e traspirabi­lità che le mascherine chirurgich­e devono avere – spiega Mulasso – abbiamo deciso di garantire la tracciabil­ità di ogni mascherina, grazie anche a un confeziona­mento in singoli pezzi». In sostanza, un progetto industrial­e sostenibil­e destinato a proseguire anche una volta superato il periodo di emergenza. Non una scelta “tattica”, legata all’emergenza, ma una decisione strategica per Miroglio: «L’Italia e l’Europa – aggiunge Mulasso – hanno vissuto settimane di grande difficoltà per la dipendenza dalle forniture asiatiche. La Cina ha “speculato” su questa situazione di emergenza e ora tende ad abbassare ulteriorme­nte i prezzi. Serve dunque una attenzione e un sostegno da parte dello Stato per tutelare la filiera italiana e per non rischiare di perdere nuovamente questa competenza industrial­e». La sostenibil­ità ambientale è una delle scommesse più complicate in questo settore, anche alla luce della scelta di andare verso una progressiv­a riduzione dei prodotti monouso dettata dalla Ue.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy