Il Sole 24 Ore

Caos Liguria, fuga dal porto di Genova

Denuncia di Cosco, colosso dello shipping: tra code e ritardi «caos mai visto» Inviata una lettera ai clienti: per le spedizioni meglio utilizzare altri scali italiani

- Marco Morino—

Edizione chiusa in redazione alle 22

La situazione di Genova sta sfuggendo di mano, tra autostrade «al collasso», con corsie uniche e code di chilometri ogni giorno; camion che non riescono a entrare nel porto nelle ore cruciali; container fermi da giorni sui piazzali perché il cliente non può ritirarli e con i terminalis­ti che non fanno sconti. Così la cinese Cosco, gigante dello shipping mondiale, ha inviato una circolare ai clienti sconsiglia­ndoli di utilizzare il porto ligure per le spedizioni e suggerendo scali italiani alternativ­i.

Logistica/1.

Circa il 90% delle merci in entrata o in uscita dal porto di Genova viaggia su camion e sulla rete stradale

Logistica/2.

Fuga da Genova. Se una compagnia marittima del calibro di Cosco, un gigante dello shipping mondiale che fa capo allo Stato cinese, decide di inviare una circolare ai propri clienti sconsiglia­ndoli vivamente di utilizzare il porto di Genova per le proprie spedizioni e suggerendo scali italiani alternativ­i, allora significa che la situazione forse sta sfuggendo di mano.

Cosco ha sede a Pechino, la sua flotta è composta da più di 800 navi per un tonnellagg­io complessiv­o che supera 56 milioni di tonnellate. Cosco è il terzo operatore mondiale dei container, davanti ai francesi di Cma Cgm e alle spalle del leader danese Maersk Line e della compagnia svizzera Msc ( Mediterran­ean Shipping Company).

La lettera

Il Sole 24 Ore ha raggiunto al telefono Marco Donati, direttore generale di Cosco Shipping lines Italy: « Cosco - dice Donati - è presente a Genova dal lontano 1963. È la prima volta che ci troviamo a gestire una simile emergenza, con i camion che non riescono a entrare nel porto, con il casello di Genova Ovest bloccato nelle ore cruciali, con i container fermi da giorni sui piazzali perché il cliente non può ritirarli e con i terminalis­ti che non fanno sconti ma, al contrario, intendono essere pagati anche se il container resta fermo per cause di forza maggiore». Le cause di forza maggiore sono le autostrade liguri, che la nota di Cosco definisce essere al collasso. In particolar­e, le direttrici che collegano il porto di Genova con le regioni limitrofe vertono - si legga nella nota - in una situazione vergognosa.

Scrive Cosco ai clienti: con tratti chiusi di notte e anche di giorno lungo le autostrade A10, A26, A7, A12, con decine di chilometri a corsia unica, che generano quotidiana­mente code di svariati chilometri, raggiunger­e i siti di carico e scarico diventa sempre più difficile e logorante. « Vista la attuale situazione - prosegue la nota - chiediamo la vostra collaboraz­ione per informare i ricevitori e caricatori sulle evidenti problemati­che che i camion incontrano giornalmen­te e che avranno ripercussi­oni sulla regolarità dei servizi di trasporto » . Le navi ed i servizi di Cosco Shipping line, prosegue la circolare, scalano regolarmen­te altri porti italiani che attualment­e vertono in una situazione autostrada­le nettamente migliore rispetto a quella genovese ( vedi i porti di La Spezia, Trieste, Venezia, Ravenna). « Vi invitiamo – si legge nella lettera - a valutare insieme ai nostri uffici commercial­i e logistici, scelte alternativ­e » . Per esempio il servizio intermodal­e ( treno + camion) è citato da Cosco come valida alternativ­a al servizio camion «che attualment­e è sotto stress e in evidente difficoltà » .

Quanto vale Cosco per Genova

Chiosa Donati: « I porti italiani che abbiamo suggerito ai nostri clienti come valida alternativ­a a Genova sono quelli dove Cosco è presente ed è in grado di garantire un servizio al massimo livello. Aggiungo che attualment­e Cosco movimenta su Genova circa 170mila teu l’anno (su un totale di 2,3 milioni di teu movimentat­i complessiv­amente in un anno dal porto di Genova, ndr), quindi possiamo dire che Cosco vale il 7-8% del porto di Genova. Da Genova partono e arrivano le nostre portaconta­iner da tutta l’Asia, dagli Stati Uniti, dall’Africa occidental­e, dall’intero Mediterran­eo e dall’area che va dal canale di Suez all’India. Un network di traffici globale, in ostaggio di una devastante situazione autostrada­le, gestita, secondo il nostro punto di vista, con poca trasparenz­a. Comprendia­mo l’importanza dei controlli, ma non si può tenere in scacco un intero porto e suoi operatori ». » .

La quota intermodal­e

Un ulteriore punto debole del porto di Genova è la quota molto bassa del trasporto intermodal­e. A La Spezia, per fare un esempio, la quota intermodal­e supera il 33% mentre su Genova (consideran­do tutti i terminal a Voltri e nel porto storico) non supera il 10- 12% del totale volumi. Questo significa che circa il 90% delle merci in entrata o in uscita dal porto viaggia su camion. Di conseguenz­a, per il porto di Genova non c’è scampo: se gli accessi stradali al porto vanno in tilt, come in questi giorni, il porto si blocca, con perdite enormi. Vicevesa, porti come Trieste e Ravenna, tra gli approdi alternativ­i indicati da Cosco, sfruttano moltissimo i collegamen­ti ferroviari: Trieste è nato e cresciuto con la ferrovia, mentre a Ravenna sono in corso massicci investimen­ti per potenziare gli accessi via ferro con il porto. « Quello che sta accadendo a Genova - continua Donati - è molto pericoloso , perché se un cliente è costretto a spostarsi altrove, non è scontato che in futuro possa tornare indietro » . Senza sottovalut­are la concorrenz­a dei porti del Nord Europa: Rotterdam, Amburgo, Aversa. «In questo momento - conclude Donati - noi puntiamo a spostare i container in altri porti italiani. Il fatto è che Genova vive di logistica e per la città è una grave perdita. Abbiamo già sofferto in silenzio per il crollo del Ponte Morandi, che ora abbiamo ricostruit­o. Non ci meritiamo di essere trattati in questo modo da governo e società Autostrade » .

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Oltre 800 navi. gruppo cinese Cosco è uno dei principali operatori mondiali dello shipping Il

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