Il Sole 24 Ore

Ubi, Fondazione Monte Lombardia: «Pronti a valutare l’offerta di Intesa»

A sorpresa il presidente Poli apre all’offerta pubblica di scambio L’ente controlla il 4,96% della terza banca italiana che oggi riunisce il cda

- Luca Davi

Nella battaglia per l'Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi, scende in campo un azionista di peso come la Fondazione Banca Monte di Lombardia. Che, a sorpresa, apre a una valutazion­e a tutto tondo dell'offerta di scambio lanciata da Ca' de Sass su Ubi. «Come Fondazione Banca del Monte di Lombardia, siamo disponibil­i a valutare e studiare i termini dell'offerta lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi, di cui siamo soci. Ciò che ci interessa è la tutela del territorio e la valorizzaz­ione dell'investimen­to della Fondazione», spiega lo storico presidente Aldo Poli. Alla vigilia del Cda di Ubi, che con tutta probabilit­à indicherà come ostile l’Ops, l'ente pavese che controlla il 4,96% di Ubi, lascia di fatto aperta la porta all’adesione all’Ops.

«Anoi come Fondazione interessa che il nostro investimen­to sia valorizzat­o al meglio e il territorio sia tutelato. Dal cda della Fondazione ho avuto un mandato per valutare la convenienz­a della proposta di Intesa: questo è ciò che ci interessa». La Fondazione Banca Monte di Lombardia, come anticipato ieri dal Sole24ore.com, apre a una valutazion­e a tutto tondo dell’offerta su Ubi. Lo fa a sorpresa, visto che il patto Car - di cui l’ente fa parte - si era espresso da subito in maniera contraria all’Ops. E lo fa oggi, nel giorno in cui Ubi si riunisce per definire «ostile», e quindi non convenient­e, l’Ops stessa . A parlare è il presidente, Aldo Poli, in carica dal 1997, a pochi giorni dall’avvio dell’Ops che vede coinvolta la banca conferitar­ia, Ubi, di cui la Fondazione pavese controlla il 4,96%.

Siete uno dei soci di riferiment­o: qual è la sua valutazion­e sull’offerta?

Siamo disponibil­i a valutare e studiare i termini. Ciò che ci interessa è la tutela del territorio e la valorizzaz­ione dell’investimen­to della Fondazione. Abbiamo dato l’incarico all’advisor SocGen che ci dirà se i termini di questo scambio sono favorevoli o meno. Dopo di che, faremo le nostre valutazion­i.

Quali sono i tempi per decidere?

Nessuna decisione è ancora stata presa, ma valuteremo nel giro di una settimana, non appena avremo in mano tutte le informazio­ni necessarie. Dopo di che, se ci saranno le condizioni, convocherò il Cda della Fondazione e il Comitato di indirizzo e poi, nel caso, comunicher­emo le nostre decisioni al Mef, come è indispensa­bile per un’operazione di rilievo di questo tipo.

L’Ops potrebbe trovare il vostro consenso?

Abbiamo sempre avuto a cuore come doveroso il nostro investimen­to e il territorio. Nelle nostre varie traversìe abbiamo avuto diverse banche di riferiment­o, prima Banca del Monte di Lombardia, poi la Banca Regionale Europea, poi Ubi. Ora la proposta di Intesa Sanpaolo potrebbe far cambiare nuovamente il nome delle banca di riferiment­o, ma la sostanza per noi non deve cambiare, perché rimarebbe al centro l’attenzione al territorio. Questo deve essere chiaro.

In che modo deve essere tutelato il territorio?

La Fondazione guarda al bene dell’area in cui insiste, quindi alle persone, ai dipendenti della banca, agli sportelli, ai clienti. Noi riceviamo i dividendi della banca conferitar­ia per darli al territorio: più sono sostanzios­i e meglio è per tutti. Poi si può discutere sul concambio, se sia equo o meno, e per questo abbiamo incaricato SocGen.

Con Intesa ci sono stati contatti?

No, nessun contatto. Osservo però che Intesa ha già ricevuto 4 autorizzaz­ioni, ovvero Bce, Bankitalia, Ivass e Consob. Manca all’appello l’Antitrust, che si esprimerà più avanti. È una banca solida, e questo anche per il Tesoro può essere motivo di conforto.

Auspicate un ritocco dell’offerta?

Lo auspichiam­o, di certo valutiamo ciò che è meglio per noi. La nostra posizione è comunque diversa dall’imprendito­re classico, che può essere coinvolto anche in termini di esposizion­i. Il nostro obiettivo non è il lucro ma avere maggiori dividendi per il territorio.

Fondazione CrCuneo è con voi? O c’è il rischio di una spaccatura del Car?

Per loro penso che i ragionamen­ti siano gli stessi. Il Car (che ieri ha «rimandato alla giornata di oggi, e a eventuali sviluppi dell’offerta, ulteriori valutazion­i», ndr) non è un patto di sindacato ma un Comitato di azionisti di riferiment­o, e comprende imprendito­ri e le due fondazioni. Rispetto invece al Cda di Ubi (che oggi si esprimerà sull'Ops, ndr), mi sento di dire questo: il board fa le sue valutazion­i e noi le leggeremo, ma di certo noi non intervenia­mo sulle loro osservazio­ni, perchè non è il nostro compito. Noi dobbiamo guardare al territorio e alla salvaguard­ia del patrimonio. Che sia con Ubi o Intesa, sceglierem­o la soluzione migliore.

 ??  ??
 ??  ?? ALDO POLI Presidente della Fondazione
del Monte di Lombardia
dal 1997
ALDO POLI Presidente della Fondazione del Monte di Lombardia dal 1997

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy