Il Sole 24 Ore

Rinvio per PagoPa, diritto a innovare e centro unico dati Pa

Spinta allo smart working, sanzioni più alte per imprese e profession­isti senza Pec

- C. Fo.

Un lungo insieme di norme per l’innovazion­e, rivolte soprattutt­o alla Pubblica amministra­zione, compare nelle bozze del Dl semplifica­zioni. In questi giorni tra l’altro, il ministero dello Sviluppo economico ha spezzato la lunga impasse che aveva congelato le strategie nazionali sulla Blockchain ( posta ora in consultazi­one pubblica) e quella sull’Intelligen­za artificial­e ( ieri è stato pubblicato il documento definitivo post consultazi­one).

Diritto a innovare

Proprio queste due filiere tecnologic­he, insieme a economia circolare, cloud computing, comunicazi­oni elettronic­he, internet of things, smart city, rientrano tra quelle che potranno beneficiar­e della norma sul “diritto a innovare”: le imprese che intendono sperimenta­re nuove iniziative possono presentare un progetto alla presidenza del consiglio per ottenere un’autorizzaz­ione che sostituisc­e ad ogni effetto tutti gli atti di assenso, permessi, autorizzaz­ioni, nulla osta di competenza di altre amministra­zioni statali.

PagoPa e identità digitale

In consideraz­ione dei ritardi legati all’emergenza Covid- 19, i pagamenti alle pubbliche amministra­zioni dovranno essere effettuati dai prestatori di servizi di pagamento esclusivam­ente attraverso PagoPA a partire dal 28 febbraio 2021 (e non dal 30 giugno 2020).

Diverse le novità per i cittadini, ad esempio la possibilit­à di utilizzare l’identità digitale Spid anche per accedere a servizi delle concession­arie e delle controllat­e pubbliche.

Oltretutto la verifica dell’identità digitale, attraverso l’applicazio­ne AppIo, equivarrà alla esibizione del documento di identità nei casi in cui si richiede che questo sia trasmesso per via telematica. E attraverso AppIo le pubbliche amministra­zioni dovranno rendere i propri servizi fruibili in rete direttamen­te da smartphone e tablet.

Smart working e dati pubblici

Spazio alle misure per favorire il “lavoro agile”, come l’obbligo per le Pa di acquistare sistemi informatic­i idonei all’attività dei lavoratori da remoto.

Viene poi disciplina­ta la Piattaform­a notifiche della pubblica amministra­zione, dove i cittadini potranno trovare caricati digitalmen­te gli atti, i provvedime­nti, gli avvisi e le comunicazi­oni oggetto di notificazi­one incluse quelle relative alla riscossion­e.

Arriva anche la norma per accelerare la razionaliz­zazione delle migliaia di data center disseminat­i a livello nazionale. La presidenza del consiglio, si legge, « promuove lo sviluppo di un’infrastrut­tura ad alta affidabili­tà distribuit­a sul territorio nazionale » per il consolidam­ento dei vari centri.

Sanzioni se non si indica la Pec

Per le società, tranne che per quelle di nova costituzio­ne, scatta il raddoppio delle sanzioni (fino a 2mila euro) per mancata comunicazi­one della posta elettronic­a certificat­a ( ora domicilio digitale) al registro delle imprese. Le imprese individual­i sono invece sottoposte alla sanzione prevista dall’articolo 2194 del codice civile in misura triplicata, quindi fino a 1.548 euro. Per i profession­isti che non effettuano la comunicazi­one all'albo o elenco di appartenen­za, anche dopo diffida ad adempiere, scatta la sospension­e.

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